FONTE DI CALORE – DOPO LA PALMA D’ORO A CANNES, L’ATTORE CONQUISTA L’OSCAR EUROPEO: "E PENSARE CHE DA RAGAZZO IL MIO SOGNO ERA FARE IL VIGILE DEL FUOCO MA NON MI HANNO PRESO. AVEVO SOLO LA TERZA MEDIA… LE DONNE? MI OSSERVANO COME UN PESCE RARO NELL'ACQUARIO. SI AVVICINANO MA C'È SEMPRE UN VETRO. HO ANCHE UNA FIDANZATA MA NON SO SE LEI LO SA; FORSE ANCHE PERCHÉ…" - VIDEO

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Andrea Martini per “il Giorno”

 

MARCELLO FONTE MARCELLO FONTE

Una palma d' oro a Cannes e adesso un Oscar Europeo. In Marcello Fonte, quarant' anni metà dei quali passati tra comparsate e piccoli ruoli, calabrese rintanatosi negli scantinati («vivo ancora nei camerini del Palazzo», cinema occupato di Roma) si nasconde una maschera percepita da ogni pubblico, sotto ogni latitudine. La maschera immortalata da Dogman. Il giorno dopo il successo europeo Fonte è esattamente come il giorno prima: un mix di ingenuità e furbizia.

 

Otto mesi di grande successo hanno cambiato la vita?

«Ho imparato a viaggiare che è anche il mio modo di studiare e apprendere visto che ho solo la terza media. Viaggio per ritirare i premi. Sono arrivato a prendere più di un aereo al giorno. Sono stato un attimo a Gerusalemme, un attimo a Los Angeles - automobili bellissime - un attimo a Sarajevo; ho visto i pesci colorati del Mar Rosso, sono diventato esperto in ascensori e rubinetterie da bagni di lusso».

 

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Che effetto le fa essere riconosciuto per strada?

«Quasi nessuno mi riconosce fuori dell' ambiente. In autobus tengo ancora le mani bene in vista, specie se è affollato, perché mi guardano con sospetto. Non mi chieda se voglio rimanere me stesso perché me lo chiedono tutti e non so cosa voglia dire. Cerco di non essere egocentrico. Uso il teatro per interagire con la vita: in scena sei qui e ora, e non pensi all' immagine che dai di te».

 

Le donne la guardano diversamente da prima.

«Mi osservano come si guarderebbe un pesce raro nell' acquario. Si avvicinano ma c' è sempre un vetro. Ho anche una fidanzata ma non so se lei lo sa; forse anche perché ho dimenticato di dirglielo. Comunque per me l' amore è talmente difficile che si trasforma in un' impresa».

Dice spesso di usare molto i social.

«Li uso molto per fare sapere cosa faccio perché non sono abituato all' idea che siano altri a comunicarlo. Mi servono per parlare con mia madre che mi chiede se mangio abbastanza».

 

Le giungono molte proposte di lavoro?

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«Per serietà leggo tutte le sceneggiature che mi arrivano ma non trovo niente che m'interessi, e poi dopo l' esperienza con Matteo Garrone sono attratto dai grandi registi, quelli che sanno farti uscire ciò che non immagini nemmeno di possedere e di autori così non ne abbiamo tanti. Tutti gli altri che mi cercano non vogliono me ma inseguono l' idea che si sono fatti di me».

 

Perché il piccolo uomo che fa la toilette ai cani, il Marcello di "Dogman", colpisce così in profondità gli spettatori?

«Perché ognuno interpreta la storia a modo suo e vede nella sua reazione quello che ha in sé. La ricchezza del film è così grande che permette allo spettatore di vedere nel personaggio sfumature a cui non avevo pensato nemmeno io e che mi sorprendono».

 

Dopo "Dogman" ha interpretato due film.

roberto benigni marcello fonte roberto benigni marcello fonte

«Sì. Un anno in Italia, film diretto da Francesca Archibugi, in cui sono un grigio impiegato che stanco della routine si rifugia in una vita interiore svestendosi e diventando un altro e un secondo diretto da Mimmo Calopresti, Via dall' Aspromonte che poi sarebbe casa mia, da dove vengo io, in cui sono Ciccio o' poeta, lo scemo di un villaggio in cui gli abitanti stanchi di essere isolati trasformano una mulattiera in una strada con le loro mani. È ambientato negli anni '50 ma io ci vedo la politica di oggi».

 

Visto che è politica la spieghi.

«Il film parla dell' importanza del fare, una cosa in cui credo molto: è l' unica politica che mi convince davvero. Sono per il fare quello che è immediatamente possibile rimboccandosi le maniche. Bisogna dare l' esempio, parlare di meno e agire di più. Sarò ingenuo ma secondo me non si può parlare di fame in Africa stando seduti a tavola in una cena di lusso».

MATTEO GARRONE MARCELLO FONTE MATTEO GARRONE MARCELLO FONTE

 

Ha scritto anche un libro, "Notti stellate", che si ferma però prima del successo

«Racconta la mia vita del prima, quella fatta di sogni e speranze, non so se scriverò anche quella che è cominciata dopo Dogman; per ora mi limito a tenere un video diario quotidiano. È pieno di spunti interessanti e poi faccio recitare tutti quelli che sono intorno a me senza che loro lo sappiano».

 

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Ha ancora un sogno che si deve e avverare?

«Vorrei essere un principe, starmene tutto il giorno su di una gran poltrona a osservare il mondo, anzi un pascià: rende ancora meglio l' idea. E pensare che da ragazzo il mio sogno era fare il vigile del fuoco ma non mi hanno preso avevo solo la terza media e poi l' altezza».

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Intanto sarà il Grillo parlante nel "Pinocchio" di Matteo Garrone

«Non lo so, non posso dirlo».

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Ma intanto lo ha già detto.

 

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