LAGERFELD SPAZIALE A PARIGI! PER LA SFILATA DI CHANEL LO STILISTA PIAZZA UN MISSILONE GRIFFATO SOTTO LE VOLTE DEL GRAND PALAIS E SIMULA UN DECOLLO NELLA PARTE FINALE DELLO SHOW - VIDEO

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Antonella Amapane per la Stampa

 

2017 Odissea nello spazio. Si parte da Cape Chanel. Una stazione immaginaria ricostruita sotto le volte del Grand Palais, dove sulla rampa di lancio troneggia un gigante missile griffato, pronto a sganciare la sua navicella. Destinazione: Marte, la Luna? E' più probabile uno dei sette pianeti del sistema solare Trappist scoperto da poco. Karl Lagerfeld è sempre sintonizzato sull' attualità e sul futuro. L' equipaggio è in formato family. Ad accompagnare le modelle anche alcuni indossatori e un bambino, con a tracolla la nuova borsa «Gabrielle Chanel». Trapuntata e morbida come un orsacchiotto.

 

Come ci si veste su un satellite? Calze modello Via Lattea; stivali di paillettes polvere di stelle e montoni metallizzati sono un must. La reginetta delle galassie sfoggia sulla chioma cotonata una corona piatta, incrostata di strass.

 

La sera furoreggia in ondeggianti abiti di seta stampati con le sagome degli astronauti. Se fa freddo, voilà la mantella matelassé, tipo tetrapak, laccata di viola o celeste. Specchiati silver sono gli svasati tailleur in tweed.

 

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Il bermuda asciutto è una costante, sbuca da tuniche e sottane a portafoglio profilate di catene. Lurex e cristalli scorrono a fiumi, brillano tra i fumi che si alzano nel finale sulla pedana. Urge un guardaroba per sopravvivere a nuove realtà.

 

Senza frontiere Nel mondo si alzano muri, la moda li abbatte. Da Vuitton con Nicolas Ghesquière tiene banco una filosofia priva di confini. La maison fin da quando è nata nel 1854 non ha mai smesso di oltrepassare le frontiere. Innovare significa guardarsi intorno, metabolizzare e acquisire tutto quel che ci circonda. In passerella questo mood si traduce nell' inno al nomadismo. Le metropoli si fondono con paesaggi lontani, il maschile sposa il femminile, il giorno sfuma nella sera.

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Persino le linee stilistiche si arricchiscono di commistioni. I grandi classici dello sportswear americano ospitano cenni della tradizione slava; le ispirazioni delle sfilate passate tornano in chiave contemporanea. Urbano e folklore si impastano in un lungo viaggio raccontato nella Cour Marly, nel cuore del Museo Louvre, fra le sculture dei più grandi artisti del XVII e XVIII secolo.

 

Fatevi sentire «Non arroccatevi sulle vostre posizioni, fatevi sentire. Anche con un' estetica esagerata che flirta con il glamour in maniera un po' stupida. Una parola che adesso mi piace molto... Se sei troppo intellettuale e sofisticato non ti vede nessuno. Guai a isolarsi. Non voglio parlare di politica, il mio mestiere è creare vestiti, con quelli faccio la voce grossa», sostiene Miuccia Prada che per Miu Miu ha immaginato 52 uscite esasperate e chiassose. Come le pellicce in peluches dalle sfumature improbabili e dai volumi extralarge (strizzate però in vita).

 

Risposta a una società che tende ad appiattirci pericolosamente. «Lavorando con un casting di modelle diverse, arruolate da ogni parte del mondo, ho capito che cosa piace alle giovani, la loro idea di eleganza è piacevolmente fuori di testa», sottolinea la stilista.

 

Quindi non abbiate paura di osare cappelloni rossi di pelo sintetico e tute di maglia fucsia con i disegni dei vecchi telefoni; camminate spedite in scarpottoni da gangster sorretti da tacchi fluo: esibite manciate di diamanti falsi.... Tutto divertendovi.

Nel bosco Il rapporto con la natura è fondamentale. Moncler Gamme Rouge lo esalta tuffando la collezione in un bosco canadese.

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Fra impettiti rangers passeggiano le ragazze sigillate in piccoli tailleur di tweed, riscaldate da giacche a vento a motivi naif. I montoni oversize sono scozzesi, le giacche dei boscaioli a quadrettoni hanno un taglio boxy . Gonne corte e stivali di mongolia slanciano le figure sottili; tweed e shetland si intercalano ai pizzi dei vestiti ingenui. Ed è la femminilità a caratterizzare ogni outfit che non ingoffa mai la figura, nemmeno quando è avvolta da macro piumini.

 

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Viaggio in Cornovaglia E' sicuramente una delle più riuscite la poetica collezione di Alexander McQueen disegnata da Sarah Burton. Una teoria di essenziali e romantiche toilette sfilacciate, come i nastri votivi che i pellegrini appendono agli alberi in Cornovaglia.

 

La ricerca della stilista gira tutta intorno a questi lacci usati per serrare le tuniche nere in pelle con echi punk; cucire le sottovesti puzzle di trine e imparaticci a piccolo punto. La Burton è una straordinaria Penelope, capace di tessere all' infinito un guardaroba che rende belle e sognanti le donne.

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