IL “BISCIONE” RIMBALZA RENZI - MEDIASET DICE ‘NO’ AL DOCUMENTARIO SU FIRENZE CHE STA PREPARANDO L’EX SEGRETARIO DEL PD - LE TRATTATIVE SI SAREBBERO ARENATE SUI SOLDI - LA RICHIESTA ECONOMICA AVANZATA DAL PRODUTTORE LUCIO PRESTA SAREBBE PARTICOLARMENTE ALTA: TRA I DUE E I TRE MILIONI DI EURO… - "JENA": "IL SUO DOCUFILM SARA' MEGLIO DELL'HORROR PRODOTTO COME LEADER DEL PD..."

-

Condividi questo articolo


1 - HORROR

Jena per “la Stampa” - Renzi è pronto a girare il suo docufilm su Firenze, sarà sicuramente meglio dell’horror che ha prodotto come leader del Pd.

 

2 - IL NO DI MEDIASET AL DOCUFILM DI RENZI

Nicola Lillo per “la Stampa”

 

RENZI E LUCIO PRESTA RENZI E LUCIO PRESTA

Mediaset ha detto no al documentario su Firenze che sta preparando Matteo Renzi, ma su questo rifiuto c'entra poco la politica. Le trattative si sarebbero arenate per un altro e ben più pratico problema: i soldi. La richiesta economica avanzata dal produttore Lucio Presta - che segue numerose star televisive e firma il docufilm dell' ex premier - sarebbe infatti particolarmente alta.

 

«Tra i due e i tre milioni di euro», raccontano i ben informati. Una cifra che sarebbe considerata eccessiva a Cologno Monzese, anche perché le parti avrebbero discusso di mandare in onda il documentario per sole due serate su uno dei tre canali della tv generalista, senza peraltro la possibilità di vendere i diritti all' estero.

 

PIERSILVIO BERLUSCONI 3 PIERSILVIO BERLUSCONI 3

L' amministratore delegato del gruppo Pier Silvio Berlusconi - raccontano alcune fonti - sarebbe comunque ancora interessato a chiudere l' accordo con Renzi, se la richiesta economica calasse. L' ex premier ha creato questo progetto come un' operazione culturale, ma anche e soprattutto politica. L' obiettivo sarebbe quello di sfidare l' onda di Lega e Cinque Stelle con un prodotto che si contrapponga al populismo dei due partiti di governo.

 

E c' è inoltre la volontà di rafforzare la sua visibilità all'estero, dove di tanto in tanto vola per tenere conferenze e incontri, grazie all' esperienza dei mille giorni a Palazzo Chigi.

Per vedere però Renzi sui canali di Silvio Berlusconi occorre superare appunto alcuni problemi di natura esclusivamente economica. C'entra poco quindi il timore di rievocare il patto del Nazareno siglato dai due leader politici, in costante affanno in questa fase politica. Nulla di tutto ciò: servirebbe invece ridimensionare la richiesta economica dell' Arcobaleno Tre di Presta. Insomma, è solo una questione di business.

matteo renzi firenze matteo renzi firenze

 

Al via le riprese Intanto - contratto o non contratto - l'avvio delle riprese è già in programma. Si parte martedì a Firenze, da piazza Duomo (su cui volerà anche un drone per le riprese) che sarà inaccessibile ai pedoni, cosa che ha suscitato non poche polemiche.

 

Il docufilm - in cui l' ex presidente del Consiglio fa da Cicerone nella sua città - non è pensato soltanto per l' Italia ma anche per l' estero. In mancanza di un accordo con Mediaset infatti le puntate (che sarebbero in tutto otto) sarebbero trasmesse sulle piattaforme principali di internet a livello internazionale. D' altronde il fascino di Firenze è molto apprezzato in giro per il mondo.

 

renzi mondiali di ciclismo a firenze renzi mondiali di ciclismo a firenze

Le riprese interesseranno i luoghi più noti della città, in cui Renzi ha iniziato la sua carriera politica prima da presidente della Provincia e poi da sindaco. Il Duomo, Palazzo Medici Riccardi, Palazzo Pitti, Santa Maria Novella e il Corridoio Vasariano. Il «senatore semplice» di Scandicci, nella pausa estiva dai lavori parlamentari, indossa dunque i panni del conduttore tv per raccontare in chiave storica e culturale i segreti e le bellezze della sua città. «Questo progetto televisivo su Firenze - aveva spiegato Renzi - ha l' ambizione di parlare ai cuori delle persone, cercando di raggiungerle anche oltre i confini nazionali». Chissà se riuscirà intanto a raggiungere i telespettatori di Mediaset.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…