“A DE LAURENTIIS 15 ANNI FA DISSI CHE I PRODUTTORI NON PUNTAVANO SULLE DONNE” – NANCY BRILLI E LO SCAZZO CON AURELIONE: “RISPOSE CHE LE DONNE NON PORTAVANO SOLDI AL CINEMA A MENO CHE FOSSERO NUDE. GLI DISSI: 'FORSE IN ITALIA E CON PRODUTTORI COME TE'. NON HO PIÙ FATTO TANTI FILM CON LUI…” – "PAOLA CORTELLESI? 10 ANNI FA QUEL FILM NON GLIELO AVREBBERO FATTO FARE" - IL CINEMA ("MI OFFRONO ANCORA RUOLI DA PIN UP”), IL BULLISMO DELLE COLLEGHE SULLE ATTRICI PIU’ GIOVANI E IL SI’ A “PECHINO EXPRESS”

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Chiara Maffioletti per corriere.it - Estratti

 

nancy brilli nancy brilli

Nancy Brilli è coraggiosa, anche quando parla: non usa giri di parole, «sono spietatamente sincera», dice. Una dote che le è servita anche a Pechino Express, al via da domani alle 21.15 su Sky Uno e Now: un viaggio tra Vietnam, Laos e Sri Lanka a cui l’attrice partecipa con l’amico Pierluigi Iorio.

«Mi hanno proposto tutti i tipi di reality, ma li ho sempre rifiutati. Avevo detto no anche a Pechino ».

 

Perché ha cambiato idea?

«Non avevo mai visto il programma. Quando mi hanno richiamata mi annoiavo: erano saltati due lavori, ero vagamente incavolata. Così ho detto sì: ho chiamato Pierluigi, avevamo già fatto dei viaggi».

 

Questo è un po’ diverso...

«Sul contratto c’era scritto che avremmo viaggiato in condizioni estreme. E io pensavo: vabbé, estreme... Poi ho capito. È un bellissimo salto nel buio in cui mi sono messa in gioco, anziché starmene comoda nella mia bella casona romana. Mi sono ricordata che resto ben più comoda di altri anche quando la telefonata che aspetti non arriva».

AURELIO DE LAURENTIIS AURELIO DE LAURENTIIS

 

Il suo è un mestiere in cui si ha spesso a che fare con la frustrazione, vero?

«Certo. Col passare del tempo sai meglio cosa puoi dare ma i ruoli sono sempre meno. Di recente mi è arrivato un copione e non sapevo se arrabbiarmi o ridere: dovevo essere l’ennesima pin up fuori tempo massimo. Ho capito che le nuove esperienze me le dovrò costruire io».

 

(...)

Partiamo da quella professionale.

«Il cinema mi ha delusa ma Pechino mi ha fatto ricordare che ho coraggio: non aspetto più, voglio fare. Voglio essere padrona del mio lavoro. Ho già iniziato con il teatro, in cui mi sto lanciando nella produzione. E a breve girerò un corto come regista».

 

(...)

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Un veto?

«Eh... l’ultima serie che ho fatto in Rai era Commesse, vent’anni fa. Inoltre, ho preso parte solo ed esclusivamente a grandi successi. Insomma, è strano. Ma ora andrà meglio».

 

Il film di Paola Cortellesi può essere uno spartiacque?

«Dieci anni fa non glielo avrebbero fatto fare. Ricordo una conversazione con Aurelio De Laurentiis, circa 15 anni fa: gli dicevo che i produttori non puntavano sulle donne.

Rispose che le donne non portavano soldi al cinema a meno che fossero nude. “Forse in Italia e con produttori come te”, gli dissi. Non ho più fatto tanti film con lui, ecco».

 

«Commesse», «Il bello delle donne»: sono progetti corali di donne e dei successi.

«Siamo state pioniere. Il maschilismo nello spettacolo è ancora presente, ma va meglio. Mi auguro che una giovane attrice non abbia più a che fare con le tante mani al culo che noi ci siamo dovute togliere. Però ho anche visto il bullismo di certe colleghe con le più giovani: arrivavano a farle piangere, disgustoso».

PAOLA CORTELLESI PAOLA CORTELLESI

 

Anni fa ha parlato dei suoi problemi di autolesionismo. Ora la salute mentale non è più un tabù.

«Si è scalfita la superficie. Quando ho parlato dei miei problemi di equilibrio la cosa mi venne fortemente sconsigliata. La sincerità era fortemente sconsigliata. Ora ho risolto ma ci è voluto tempo».

 

Lei è un simbolo di bellezza. Come è stato apparire senza trucco in «Pechino»?

«Beh, lì non è che appari senza trucco, lì appari proprio distrutta. Ma pazienza. Ho deciso di mostrarmi senza orpelli e nell’estrema fatica... ma anche nel divertimento».

Un augurio che si fa per questo suo compleanno?

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«Di essere utile e, appunto, di divertirmi: dopo tanta fatica, ora voglio solo ridere».

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