“FORSE HA QUALCHE PROBLEMA DI MEMORIA” – BATTIBECCO A “OTTO E MEZZO” TRA LILLI GRUBER E IL PRESIDENTE DELLA COMMISSINOE ANTIMAFIA NICOLA MORRA. IL SENATORE M5S INTERROMPE LA CONDUTTRICE E LEI LO BACCHETTA: “NON MI DEVE RICORDARE NIENTE, LE DEVO FARE DOMANDE E LEI MI DEVE RISPONDERE” – MA NELLA PREMESSA DICE CHE “I PRECEDENTI GOVERNI NON HANNO FATTO CONDONI” E INVECE… – VIDEO

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Da www.ilfattoquotidiano.it

 

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Battibecco in diretta negli studi di Otto e mezzo (La7) tra la Lilli Gruber e il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra sul tema del condono. Da una parte la conduttrice che ricorda l’uscita di Salvini secondo il quale “il condono non è una parolaccia“. Dall’altra il senatore M5s che ha iniziato ad interrompere la conduttrice mentre stava facendo la domanda: “Lei non mi deve ricordare niente – ha risposto Gruber – Io le devo fare delle domande, lei mi deve rispondere”. Ma nella premessa della domanda la conduttrice dice che “i precedenti governi non hanno fatto condoni”.

 

Una specie di scivolone, come minimo, visto che – come noto – i condoni conclamati sono stati finora almeno 7, da Rumor all’ultimo governo Berlusconi con lo scudo fiscale tremontiano passando per gli esecutivi Craxi e Andreotti.

 

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Ma se di Berlusconi tutti ricordano le sanatorie, bisogna sottolineare che anche il governo Renzi ha introdotto provvedimenti accusati di non spingere esattamente verso la trasparenza e la correttezza dei contribuenti, come la cosiddetta rottamazione delle cartelle esattoriali che ha permesso ai cittadini che avevano un debito con il fisco di tornare in regola pagando l’importo – per un totale di circa 7,5 miliardi – ma senza more e sanzioni (poi c’è stata una rottamazione bis del governo Gentiloni che ha portato nelle casse dello Stato altri 2 miliardi e una ter varata dal governo Conte insieme al “saldo e stralcio” e alla pace fiscale per chi è in difficoltà economica) o la voluntary disclosure.

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Cioè la “collaborazione volontaria” di chi aveva portato illegalmente i propri capitali all’estero. In questo caso i mancati pagatori potevano fare pace col fisco con uno sconto sulle sanzioni sia penali che pecuniarie. I 140mila italiani che hanno aderito – accettando di sottoporsi a successivi controlli delle Entrate – hanno pagato 5 miliardi su 66,5 regolarizzati: a loro far pace con il fisco è costato quindi solo il 7,5% di quello che avevano nascosto in Svizzera, nel principato di Monaco, alle Bahamas, in Lussemburgo o a Singapore.

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