MA È VERO CHE MARIO CALABRESI HA RALLENTATO L'EMORRAGIA DI COPIE DI ''REPUBBLICA''? PER ''BLITZQUOTIDIANO'', NO - IL SITO DI MARCO BENEDETTO FA UN RAFFRONTO SULLE COPIE IN EDICOLA VENDUTE NEGLI ULTIMI 20 ANNI, TRA LA GESTIONE DI EZIO MAURO E QUELLA DEL SUO SUCCESSORE, E ANCHE CON LE ALTRE TESTATE. DAL 1998 MOLTI HANNO PERSO L'80% DELLE VENDITE. GLI UNICI CHE HANNO RETTO SONO…

-

Condividi questo articolo


 

Sergio Carli per www.blitzquotidiano.it

 

Vendite dei giornali italianinel mese di dicembre 2018, la domanda è: aveva ragione Mario Calabresi a vantarsi, nel suo tweet di addio alla direzione di Repubblica, di avere dimezzato la perdita di copie?

 

eugenio scalfari con la moglie serena rossetti e ezio mauro eugenio scalfari con la moglie serena rossetti e ezio mauro

Vediamo i numeri. La Repubblica, dal 1998, quando vendeva, tra edicola e abbonamenti, 526 mila copie al giorno, al 2018, dicembre su dicembre, ha perso 70 copie di 100 che ne vendeva. Per la precisione, ne ha venduto, in dicembre 2018, abbonamenti inclusi, 29 su 100. Esattamente come il cosiddetto mercato, sempre sommando vendite in edicola e abbonamenti. Nell’insieme, in questi 20 anni, il mercato ha perso un po’ più di due terzi delle copie, oggi se ne vendono 29 ogni cento vendute allora.

 

Repubblica ha performato invece un po’ peggio del diretto rivale, il Corriere della Sera, che ne ha venduto, nel dicembre 2018, abbonamenti inclusi, 32 su 100. È un misero confronto fra nobili decaduti, come contare le pezze che uno porta sui pantaloni. Ma andiamo avanti nella analisi.

EZIO MAURO MARIO CALABRESI EZIO MAURO MARIO CALABRESI

 

Occorre qui una premessa. Nel consueto tabellone mensile che trovate sotto, ho utilizzato i dati forniti da Ads relativamente alle copie “pagate”, in sostanza edicola e abbonamenti. Questo perché nel 1998 non c’era ancora la distinzione fra copie vendute in edicola e abbonamenti. Di conseguenza, volendo confrontare la performance di oggi con quella di 20 anni fa, ho dovuto usare quei numeri.

 

Invece, nei confronti relativi agli ultimi anni, mi riferisco solo alle copie vendute in edicola, le copie pesanti che si pagano a prezzo pieno, senza beneficiare di prezzi promozionali o incentivi a qualsiasi titolo. Per questo, se confrontate i numeri che seguono qui sotto con la tabella che riporta tutte le testate, trovate una differenza di circa 10 mila copie per Repubblica, di 20 mila per il Corriere, un migliaio di copie per Fatto e Giornale.

 

mario calabresi mario calabresi

Così ad esempio, in dicembre 2018, le copie vendute in edicola da Repubblica sono state 144.022, quelle pagate (abbonamenti inclusi) sono state 154.645; per il Corriere della Sera siamo a 184.464 in edicola, 201.051 includendo gli abbonamenti.

 

Mario Calabresi ha diretto Repubblica dal gennaio 2016 a oggi. Nel dicembre 2015 Repubblica ha venduto in edicola 214.949 copie, con un calo di più di 300 mila pezzi al giorno, sei copie su 10 vendute nel 1998. Questo, in 17 anni, l’effetto della direzione di Ezio Mauro (più mercato, crisi e quant’altro): in media 17 mila 600 copie all’anno. Calabresi risponde di tre mesi di dicembre, il 2016, il 2017 e il 2018. In questi tre anni Repubblica ha perso altre 71 mila copie, in media 23.666 copie. In questa lotta fra titani a chi perde più copie vince Mario Calabresi.

ezio mauro ezio mauro

 

Vediamo in sequenza le copie vendute da Repubblica in dicembre fra il 2015 e il 2018, cioè durante la direzione Calabresi.

2015: (ultimo anno di Mauro): 214.949 copie, in calo dell’11,9% sul 2014.

2016: 196.641 copie con un calo di 18.308 copie, pari all’8,5%;.

2017: 156.205 copie con un calo di 40.436 copie, pari al 20%.

2018: 144.022 copie con un calo di 12.183 pari all’8%.

Totale dal 2015 al 2018 Repubblica ha perso 71 mila copie pari al 33%.

Quindi si può dire che Calabresi ha avuto una performance altalenante. Ha fatto meglio di Mauro il primo anno, poi ha preso una botta di 20 punti, ha ridotto il calo a meno della metà.

 

In parrocchia le spiegazioni sono tante e varie, mancano solo le scie chimiche, nessuno ricorda che a fine 2016 la sinistra è stata lacerata dall’infausto referendum di Renzi, con scissione del Pd incorporata.

Nello stesso periodo, dal 2015 al 2018 ecco come si sono evolute le vendite solo in edicola di Corriere della Sera, Fatto Quotidiano e Giornale, per ragioni diverse comparabili con Repubblica.

 

Corriere della Sera: ha perso 23.004 copie, pari all’11%.

Fatto: ha perso 6 mila copie, cioè il 17%.

daniela hamaui ezio mauro carlo de benedetti jacaranda caracciolo falck daniela hamaui ezio mauro carlo de benedetti jacaranda caracciolo falck

Giornale: ha perso 26.151 copie pari al 36%.

Per chi ama questo genere di analisi, aggiungo il confronto fra il 2010 e il 2018, sempre riferito ai 4 giornali di cui sopra. Prendo il 2010 perché è il primo anno in cui la diffusione del Fatto è stata certificata da Ads. I numeri si riferiscono a vendite in edicola e abbonamenti assieme.

 

Repubblica è scesa da 382.796 copie a 154.645 con un calo del 60%.

Corriere della Sera: da 438.787 copie a 201.051 con un calo del 54%.

Fatto quotidiano: da 70.471 a 30.633, con un calo del 57%.

Giornale: da 166.273 a 47.322, con un calo del 71%.

 

A parte il gruppetto appena esaminato, come va il resto dei giornali in Italia? La risposta è monotona, mese dopo mese, anno dopo anno. Le copie dei quotidiani continuano a diminuire. In dicembre 2018 il calo è stato del 7,3 %, in linea col meno 7,4% di novembre e anche con i mesi di ottobre e settembre. Si sono vendute in edicola un dicembre 2 milioni e 34 mila copie, erano poco più di 2 milioni di copie anche nel novembre 2018, erano 2 milioni e 195 mila copie in dicembre 2017.

 

mario calabresi mario calabresi

La domanda è quella di tutti i mesi, quando ci si mette a scrutinare i dati elaborati da Ads, l’istituto che da quasi mezzo secolo certifica tirature e vendite dei quotidiani in Italia: quando si arresterà la caduta? Quando i giornali chiuderanno, sopraffatti dalla mancanza di soldi?

 

Guardiamo questa serie di numeri. Sono le copie vendute, edicola e abbonamenti, in dicembre, rispettivamente negli anni

2018: copie 2.338.510 con un calo del 7,3% sull’anno precedente;

2017: copie 2.523.448 in calo del 9% sull’anno precedente;

2016: copie 2.776.688

2010: copie 4.838,851; in altri termini nel dicembre 2018 si sono vendute copie pari al 42 per cento del 2010, ossia ogni dieci copie vendute nel 2010 se ne sono vendute solo 4 nel 2018;

 

1998: copie 8.082.665; il che vuol dire che ogni 4 copie vendute vent’anni fa, nel 2018 se ne è venduta solo una.

Tutta colpa di internet, del mercato, del destino? Potrei scriverci un trattato ma vi risparmio.

luciano fontana luciano fontana

Che ci sia qualcosa di più, inclusa l’incapacità di editori e direttori di adeguarsi alla evoluzione del mercato, lo conferma un dato fra i tanti che pubblico in questa pagina. Accanto a ciascuna testata c’è la percentuale di copie vendute nel 2018 rispetto a 20 anni fa. Come potete constatare, ci sono notevoli differenze, fra chi ha performato peggio, chi meglio e chi sta in mezzo.

 

Ricordiamo le cifre chiave. Il mercato in questi vent’anni ha perso il 71 per cento delle vendite, o, se preferite, nel dicembre 2018 si sono vendute 29 copie di 100 che se ne vendevano nel 1998.

Peggio del mercato hanno fatto il Giornale di Sicilia (vende 19 copie su 100 di allora), il Sole 24 Ore (20 copie su 100), il Tempo di Roma (23 copie su 100: come il Giornale di Berlusconi e Sallusti).

 

Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri. Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.

C’è però chi ha fatto meglio. In testa c’è il Dolomiten, che continua a vendere 86 copie sulle 100 che vendeva 20 anni fa. Anche se non capite il tedesco, basta che diate un’occhiata a come gli Ebner, editori del Dolomiten e da poco anche dell’Alto Adigedi Bolzano e dell’Adige di Trento, in italiano, siano dei bravi editori perché, oltre a essere gente seria e affidabile, fanno prima di tutto gli editori, capite che questo è un mestiere diverso. Sarà una coincidenza, come cantava Battisti, ma è un fatto che l’Alto Adige, che in questi 20 anni, in prevalenza a gestione Espresso, ha perso il 62 per cento delle copie, perdendo l’11 per cento nel solo 2017, nel 2018 registrava in dicembre un calo più che dimezzato, del 4,5%. Bisogna darsi atto che mandare un napoletano della provincia da Paese Sera a dirigere un giornale al confine estremo Nord Est in terre irredente non fu una idea troppo felice.

 

Dopo il Dolomiten viene l’Adige di Trento, con il 73% di copie sopravvissute; è entrato ora nella scuderia Ebner, vedremo se saranno bravi anche fuori dei confini sudtirolesi. Seguono il Messaggero Veneto di Udine, col 70% di copie rimaste, e la Nuova Venezia, con 67%.

In mezzo ci sono tutti gli altri giornali, le tabelle sono a vostra disposizione.

 

Quotidiani

nazionali

Dicembre   2018

Dicembre 2017

Dicembre 2016

Dicembre 1998

2018 su 2017

2017 su 2016

2018 su 1998

Corriere Sera

 201.051

 209.567

232.828

 625.199

 0,95

 0,90

 0,32

Repubblica

 154.645

 168.411

 211.574

 526.052

 0,79

 0,79

 

La Stampa

120.576

137.680

 146.747

 362.663

 0,87

 0,93

 0,33

Il Giornale

 47.322

 55.234

 62.866

206.119

 0,85

 0,87

 0,22

Il Sole 24 Ore

 75.840

 84.946

102.592

 370.609

 0,89

 0,82

 0,20

Il Fatto 

 30.633

 33.160

 39.312

65.564 (2010)

 0,92

 0,86

 0,46

Italia Oggi

19.756

 23.057

 29.296

 54.164

 0,85

 0,78

 0,36

Libero

 25.258

 24.501

 26.301

 —–

 1,03

 0,93

 —–

Avvenire

 101.921

93.882

 103.945

 101.883

 1,08

 0,90

 1,00

Il Manifesto

 8.167

 8.460

 9.798

 25.447

 0,96

 0,86

 0,32

La Verità 

 21.884

 20.438

 25.936

 —–

 1,07

 0,78

 —–

Quotidiani locali:

Quotidiani

locali

Dicembre 2018

Dicembre 2017

Dicembre 2016

Dicembre 1998

2018 su 2017

2017 su 2016

2018 su 1998

Resto del Carlino

 88.134

93.450

 100.448

 184.914

 0,94

 0,93

 0,47

Il Messaggero

 83.819

 88.258

 102.806

 270.020

 0,94

 0,85

 0,31

La Nazione

 64.437

68.265

 74.807

 149.250

 0,94

 0,91

 0,43

Il Gazzettino

 44.770

 46.655

 51.889

 135.157

 0,95

 0,89

 0,33

Il Secolo XIX

 36.759

 40.438

 43.172

 118.215

 0,90

 0,93

 0,31

Il Tirreno

 32.405

 36.378

 40.055

 86.028

 0,89

 0,90

 0,37

L’Unione Sarda

 32.688

 34.552

 37.540

 62.092

 0,94

 0,92

 0,52

Dolomiten

38.081

40.481

41.930

43.836

0,94

0,96

0,86

Messaggero Veneto

 35.662

 39.906

 50.722

 50.722

 0,93

 0,95

 0,70

Il Giorno

 47.161

 44.271

 42.562

 81.699

 1,06

 1,04

0,57

Nuova Sardegna

 28.810

 30.465

 33.872

 59.679

0,94

 0,89

 0,48

Il Mattino

 28.909

 31.603

 36.689

 90.994

 0,91

 0,86

 0,31

Arena di Verona

 29.604

 31.588

 33.834

 49.504

 0,93

0,93

 0,59

Eco di Bergamo

 31.838

 34.092

 35.892

 54.577

 0,93

 0,94

 0,58

Gazzetta del Sud

 17.142

 19.794

 22.063

 53.091

 0,86

 0,89

 0,32

Giornale Vicenza

 26.852

 27.929

 29.896

 43.974

 0,96

 0,93

 0,61

Il Piccolo

 19.453

 21.380

 23.001

 45.962

 0,90

 0,92

 0,42

La Provincia (Co-Lc-So)

 20.157

 21.437

 23.752

 40.627

 0,94

 0,90

 0,49

Il Giornale di Brescia

 24.554

 25.741

 27.451

 53.927

 0,95

 0,93

 0,45

Gazzetta del Mezzogiorno

 18.784

 19.493

 20.935

 56.438

 0,96

 0,93

 0,33

Libertà

 17.326

 19.266

 20.796

 33.128

 0,89

 0,92

 0,52

La Gazzetta di Parma

25.167

 26.560

 28.137

 45.951

 0,94

 0,94

 0,54

Il Mattino di Padova

 15.653

 17.789

 19.091

 27.874

 0,87

 0,93

 0,56

La Gazzetta di Mantova

 17.764

 19.319

 20.684

 36.595

0,91

 0,93

 0,48

Il Giornale di Sicilia

 12.443

 13.904

15.295

 63.097

 0,89

 0,90

 0,19

La Sicilia

 16.320

 17.265

 17.365

 45.927

 0,94

 0,99

 0,35

La Provincia di Cremona

 12.916

 13.874

 14.613

 23.423

 0,93

 0,94

 0,55

Il Centro

 10.726

 11.167

 12.485

 21.298

 0,96

 0,89

 0,50

Il Tempo

 14.372

 16.357

 15.332

62.014

 0,87

 1,06

 0,23

La Provincia Pavese

 10.075

 11.482

 12.956

 25.171

 0,87

 0,88

 0,40

Alto Adige-Trentino

 13.914

 14.564

 16.363

 36.146

 0,95

 0,89

 0,38

L’Adige

 17.703

 18.936

 19.664

23.544

 0,93

 0,96

 0,75

La Nuova Venezia

 7.013

 7.926

 7.839

 10.389

 0,88

 1,01

 0,67

La Tribuna di Treviso

 9.434

 10.801

 11.123

 16.918

 0,87

 0,97

 0,55

Nuovo Quot. di Puglia

 8.694

 9.286

 10.234

 18.579

 0,93

 0,90

 —–

Corriere Adriatico

 11.833

 12.729

 13.984

24.962

 0,92

 0,91

 0,47

Corriere dell’Umbria

 9.113

 10.294

 10.236

 23.840

 0,88

 1,00

 0,38

La Gazzetta di Reggio

 7.771

 8.783

 9.256

 14.614

 0,88

 0,53

 0,53

La Gazzetta di Modena

 6.710

 7.451

 7.829

 11.984

 0,90

 0,95

 0.55

La Nuova Ferrara

 5.500

 6.279

 6.471

 12.288

 0,87

 0,97

 0,44

Quotidiano del Sud

 4.884

 5.070

 6.335

 —–

 0,96

 0,80

 —–

Corriere delle Alpi

 4.468

 4.776

 4.932

 —–

 0,93

 0,96

 —–

Quotidiano di Sicilia

 6.044

 6.408

 4.623

 —–

0,94

1,38

 —–

Il Telegrafo

 942

 1.157

 —–

 —–

0,81

 —–

 —–

Nell’ultima tabella mettiamo insieme i dati di vendita (sempre in edicola) dei quotidiani sportivi, separando i risultati dell’edizione del lunedì, che è sempre quella più venduta.

Quotidiani

sportivi

Dicembre 2018

Dicembre 2017

Dicembre

2016

Dicembre 1998

2018 su 2017

2017 su 2016

2018 su 1998

Gazzetta dello Sport Lunedì

 137.847

 154.406

157.997

 542.201

 0,89

 0,97

 0,25

Gazzetta dello Sport

 133.999

 147.206

 149.807

 331.673

 0,91

 0,98

 0,40

Corriere dello Sport 

 64.567

 75.735

 83.172

 217.140

 0,85

 0,91

 0,29

Corriere dello Sport Lunedì

 71.775

 85.734

 101.478

 328.949

 0,83

 0,84

 0,21

Tuttosport 

 44.620

 49.247

 53.415

 85.351

0,90

 0,92

 0,52

Tuttosport Lunedì

 44.780

 49.715

 61.565

108.474

 0,90

 0,80

 0,41

Perché insistiamo sulle vendite in edicola e teniamo distinte le copie digitali? Per una serie di ragioni che è opportuno riassumere.

1. I dati di diffusione come quelli di lettura hanno uno scopo ben preciso, quello di informare gli inserzionisti pubblicitari di quanta gente vede la loro pubblicità. Non sono finalizzate a molcire l’Io dei direttori, che del resto non ne hanno bisogno.

2. Le vendite di copie digitali possono valere o no in termini di conto economico, secondo quanto sono fatte pagare. Alcuni dicono che le fanno pagare come quelle in edicola ma se lo fanno è una cosa ingiusta, perché almeno i costi di carta, stampa e distribuzione, che fanno almeno metà del costo di una copia, li dovreste togliere. Infatti il Corriere della Sera fa pagare, per un anno, un pelo meno di 200 euro, rispetto ai 450 euro della copia in edicola; lo stesso fa Repubblica.

3. Ai fini della pubblicità, solo le vendite delle copie su carta offrono la resa per cui gli inserzionisti pagano. Provate a vedere un annuncio sulla copia digitale, dove occupa un quarto dello spazio rispetto a quella di carta.

Il confronto che è stato fatto fra Ads e Audipress da una parte e Auditel dall’altra non sta in piedi. Auditel si riferisce a un prodotto omogeneo: lo spot, il programma. Le copie digitali offrono un prodotto radicalmente diverso ai fini della pubblicità.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…