MAI DIRE RAI! - IL VELTRONIANO VAN STRATEN COME LA BELLA ADDORMENTATA: “APPELLO AL PD: VIA IL CDA E IL DG RAI” - PERCHÉ ALLORA NON SI È ANCORA DIMESSO (COME RIZZO NERVO)? MA VAFFANSTRATEN… - LO STRANO AFFAIRE DEL TRASLOCO DI VIANELLO A RAIDUE: GRADITO AI CONSIGLIERI, MA SEGATO DAI PIDIELLINI, VERI AZIONISTI DI MAGGIORANZA DI OPUS LEI. E ANCHE VAN STRATEN LO IMPALLINA: “STA BENE A RAITRE”...

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Paolo Conti per "Corriere della Sera"

«È da incoscienti non procedere a sostituire questo Consiglio di amministrazione e questo direttore generale».

RIZZO NERVORIZZO NERVOVan STRATENVan STRATEN

Ma come, lo dice proprio lei, Giorgio van Straten, consigliere Rai uscente in quota centrosinistra? Eppure il Pd continua a sostenere che non parteciperà mai e poi mai al rinnovo del Consiglio con la vigente legge Gasparri...
«Il mio è un appello rivolto a tutti, per amore dell'azienda. Non ci sono calcoli partitici. Sono d'accordo totalmente con l'esigenza del Pd di procedere a una riforma dei criteri di nomina dei vertici della Rai. Ma non posso condividere che nell'immediato, per una questione di principio, si giochi una partita politica sulla pelle della Rai».

Quindi meglio nominare un Consiglio subito con la Gasparri?
«Credo che un Consiglio scelto e nominato con forte attenzione verso le competenze manageriali persino con la Gasparri sia infinitamente meglio di una proroga nell'attesa di un miracolo legato a una possibile riforma dei criteri di nomina».

PAOLO GARIMBERTI E LORENZA LEIPAOLO GARIMBERTI E LORENZA LEI

Ma perché pensa che una proroga sia così dannosa?
«Questo Consiglio di amministrazione è quel che è. Ma il direttore generale Lorenza Lei è assai peggiore del Cda. Ho assistito due giorni fa a una scena impensabile. La settimana scorsa avevamo preso in esame il palinsesto autunno-inverno 2012-2013 di Raidue. Avevamo chiesto e ottenuto un riesame vista l'assoluta povertà della proposta avanzata da Lorenza Lei: la rete è in gravissima sofferenza, quasi non esiste più. Martedì aspettavamo un segnale».

E invece cosa è accaduto di così grave quel giorno?
«Semplice. L'unica proposta di cui è stata capace il direttore generale è stata, fino a lunedì, il trasloco su Raidue di Andrea Vianello, ora impegnato con successo in Agorà su Raitre al mattino. Ma prima di arrivare in Consiglio, la proposta era già caduta per le giuste preoccupazioni espresse sulla fascia mattutina di Raitre dal direttore Antonio Di Bella e sulla necessità di mantenere il marchio nella rete. Nessuno le discute: resta il fatto che il direttore generale ha perso una settimana di tempo. Siamo sotto presentazione dei palinsesti alla pubblicità, ogni giorno è prezioso».

Morale?
«Nominate un nuovo Cda e un nuovo direttore generale. Altrimenti l'azienda così naufraga. Lo dico a tutti. A partire dal Pd...».

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2- E' STATO IL PDL A BLOCCARE IL BLITZ PER PORTARE VIANELLO A RAIDUE
Enrico Paoli per "Libero"


Come complicarsi la vita senza troppi perché, nonostante l'accordo del consiglio di amministrazione. A realizzare il prodigioso miracolo è stato il direttore generale che prima ha proposto il passaggio di Andrea Vianello da Rai Tre a Rai Due, con tanto di promozione in prima serata,per poi stoppare la propria indicazione. AI giornalista, oltre ad una fascia quotidiana da mandare in onda dal lunedì al venerdi dalle 14 alle 15, è stato proposto di occupare lo spazio del giovedì sera, rimasto vuoto con l'uscita di Michele Santoro.

andrea vianelloandrea vianello

A bloccare l'operazione, ufficialmente, sarebbe stata la dura reazione del direttore Rai Tre, Antonio Di Bella, del tutto indisponibile a rinunciare al conduttore di Agorà, il programma del mattino del terzo canale che fa concorrenza ad Omnibus, lo storico talk show de La7. Di Bella aveva già incassato il no per Minoli, considerato troppo costoso dal cda, avendo chiesto 600 mila euro per occuparsi del giovedì sera. Troppi per il magro bilancio della Rai. Sin qui l'ufficialità.

A far tornare la Lei sui propri passi, costringendo il consiglio di amministrazione a rinviare di una settimana l'approvazione dei palinsesti, sarebbero state ragioni squisitamente politiche. I referenti politici della Lei, quei pochi rimasti all'interno del Pdl, non avrebbero gradito lo spostamento di Vianello al giovedì sera, considerando il giornalista «troppo di sinistra»,

Da qui la scelta della Lei di ritirare la propria proposta nonostante il parere favorevole della maggioranza dei consiglieri. E pensare che la presentazione ufficiale dei palinsesti della Rai agli investitori pubblicitari è prevista per il 18 giugno a Milano e il 20 a Roma.

 

 

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