MASSIMILIANO PARENTE VERSA L'AMARO SULLO STREGA - CARO DAGO, GUARDA CHE QUEL PREMIO DI ZOMBI NON LO HA MICA HA VINTO COGNETTI, BENSÌ, DI NUOVO, NICOLA LAGIOIA - IL MARIA DE FILIPPI DELL’EDITORIA GIOVANE E IMPEGNATA GRAZIE ALLE SUE LISCIATINE DI PELO HA CONQUISTATO POTERE E CARICHE. E PENSARE CHE ERA IL MIO MIGLIORE AMICO (O MIGLIORE AMICA), PRIMA DI INIZIARE A BAZZICARE GLI AMBIENTI GIUSTI DI 'REPUBBLICA'. MENTRE IO...

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MASSIMILIANO PARENTE MASSIMILIANO PARENTE

Lettera di Massimiliano Parente a Dagospia

 

Caro Dago, guarda che quel premio di catatonici chiamato Strega non lo ha mica ha vinto Paolo Cognetti, come si dice, bensì, di nuovo, Nicola Lagioia - il Maria De Filippi dell’editoria giovane e impegnata, il Renzi della letteratura che non c’è, il Giucas Casella del Salento letterario- che in pochi anni, con esigui romanzi di stampo pugliese ma molte lisciatine di pelo a destra e manca qui a Roma, ha conquistato un potere non indifferente. La scrittura, d’altra parte, se non serve alla letteratura (quasi mai in Italia), il più delle volte serve a mettere su una carrierina culturale.

 

nicola lagioia nicola lagioia

Occhio! Due anni fa Lagioia sfidò la decisione Mondadori (leggasi: numero di giurati controllati da Mondadori, ormai tutti) e vinse lui, scolandosi felice tutto quel liquore di merda, subito dopo è stato nominato direttore del Salone del libro di Torino, adesso comincia a piazzare i suoi pupilli minimum fax (Cognetti, appunto, traghettato a Einaudi) allo Strega, l’anno prossimo potremmo ritrovarcelo Ministro della Cultura, al posto del Minculpop il Mimimumfaxculpop, cioè: perfino Christian Raimo o almeno la sorella Veronica Raimo avranno una chance di vincere qualcosa.

nicola lagioia nicola lagioia

 

E pensare: due decenni fa Lagioia era il mio migliore amico (o la mia migliore amica, non ricordo), prima che cominciasse a bazzicare gli ambienti giusti di Repubblica e a uscire a cena con critici e intellettualini mentre io, per coerenza, siccome i critici italiani mi fanno schifo li attaccavo, da Libero o dal Giornale, (e di Strega e Campiello e premi vari me ne sono sempre fregato, come d’altra parte Busi o Proust o qualsiasi scrittore che sia tale, perché la letteratura non è una scalata sociale né un consesso di zombi che premia la banalità non avendo mai avuto avanguardie).

 

Mentre la maggior parte del mio tempo l’ho sempre messa nelle opere: mentre io lavoravo a La trilogia dell’inumano, mille e settecento pagine e dodici anni di lavoro e riscritture (a proposito, riuscirà a dicembre in edizione critica e completa per La Nave di Teseo, perché Elisabetta Sgarbi dà talmente valore alla letteratura da riprendersi perfino uno scomodo come me, come gli editori di una volta), Lagioia usciva a cena con Berardinelli o Cortellessa (per chi non sapesse chi sono, sono dei critici, quindi ora che lo sapete potete anche dimenticarvelo).

 

ELISABETTA SGARBI ELISABETTA SGARBI

Quando scrivi davvero non hai tempo di condurre trasmissioni e relazioni sociali e dirigere saloni e fare presentazioni e candidarti a premi e stringere mani dalla mattina alla sera e andare ospite in televisione, non puoi neppure fare il giornalista, il redattore, l’editor, perfino l’amore e l'amicizia devono essere disciplinati.

 

Se scrivi non hai tempo di vivere, di stare dentro il patto sociale, se poi scrivi come scrivo io non vai da nessuna parte ti invitino per avere uno scatto di carriera, significa fare dieci scatti indietro come scrittore. Se scrivi non ci sei mai di persona, hai solo, al massimo, una prima persona ogni volta che scrivi io e mai per riferirti a te stesso, sarebbe troppo poco.

 

In ogni caso, per concludere: essendo Lagioia giovane e pugliese, ce lo ritroveremo tra le palle per anni e anni, preparatevi. Che tristezza, altro che Lagioia.

 

Baci e abbracci,

 

Massimiliano Parente

 

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