METOO, CACCIA ALL'UOMO - DURANTE IL PHOTOCALL DI ''SUSPIRIA'' GUADAGNINO SCHERZA CON I FOTOGRAFI E SI AVVICINA UN PO’ TROPPO AL SENO DI DAKOTA JOHNSON, E I TABLOID INGLESI GRIDANO ALLO SCANDALO – POLEMICHE PER LA BRAVATA DEL REGISTA LUCIANO SILIGHINI GARAGNANI: LE IMMAGINI DELLA SUA T-SHIRT CON SCRITTO “WEINSTEIN È INNOCENTE” FANNO IL GIRO DEL MONDO

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1 – LUCA, DAMMI UNA MANO. AL PHOTOCALL DI SUSPIRIA A VENEZIA GUADAGNINO SI AVVICINA UN POTROPPO AL SENO DI DAKOTA JOHNSON. E I TABLOID MALIGNANO

la mano morta di guadagnino su dakota johnson 6 la mano morta di guadagnino su dakota johnson 6

 

DAGONEWS

 

Imbarazzo a Venezia durante il photocall di Suspiria. I tabloid inglesi non hanno perso tempo e hanno subito gridato allo scandalo per la mano di Guadagnino posata un po’ troppo vicino al seno di Dakota Johnson, protagonista del suo non-remake del capolavoro di Dario Argento.

 

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La figlia di Melanie Griffith e Don Johnson è sembrata a disagio, ha abbassato lo sguardo ma poi è subito tornata a mostrare il sorriso. Non si sa se il gesto è stato intenzionale, e forse si tratta solo di un effetto ottico dovuto all’angolo da cui la foto è stata scattata. Chi era presente sostiene che Guadagnino voleva solo fare da scudo al decollete che stava sfuggendo di mano (è il caso di dirlo) dal vestito della Johnson.

 

Anche perché poco dopo Dakota ha parlato del suo lavoro con il regista di “Chiamami con il tuo nome” affermando: “È la seconda volta che lavoro con Luca. Ormai ci conosciamo bene e so che potrei fare qualsiasi cosa, nelle sue mani”. Detto, fatto.

 

2 – VENEZIA 75: FA DISCUTERE LA T-SHIRT PRO WEINSTEIN DI LUCIANO SILIGHINI GARAGNANI

Maria Teresa Moschillo per www.foxlife.it

luciano silighini garagnani t shir weinstein innocente 4 luciano silighini garagnani t shir weinstein innocente 4

 

Mentre Venezia 75 si impegna - come già avvenuto a Cannes e a Locarno - per una maggiore rappresentazione delle donne nelle prossime edizioni della kermesse, c'è chi si fa beffa del movimento #MeToo inneggiando alla buona fede di Harvey Weinstein.

 

Durante il red carpet di Suspiria, tenutosi ieri 1 settembre, il regista e produttore Luciano Silighini Garagnani ha fatto irruzione in compagnia di alcuni supporter esibendo una t-shirt con il volto del noto produttore e la scritta 'Weinstein Is Innocent'.

luciano silighini garagnani t shir weinstein innocente 3 luciano silighini garagnani t shir weinstein innocente 3

 

Sono stati inutili i tentativi di interrompere la loro parata, finita sotto gli occhi di tutti: le foto della maglietta sono rimbalzate sui maggiori tabloid e magazine internazionali - dal The Hollywood Reporter a Deadline - suscitando non poche polemiche.

 

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Per il momento, il regista non ha rilasciato alcuna dichiarazione. A prescindere dalla natura del gesto - e se fosse solo una provocazione? - è inevitabile pensare a come un'azione di questo tipo possa avere un impatto negativo sulla reputazione della kermesse, in particolar modo alla luce delle recenti accuse di maschilismo mosse all'organizzazione del Festival: solo uno dei 21 film in concorso, infatti, è diretto da una regista donna.

 

weinstein weinstein

Lo stesso Guillermo del Toro, Presidente di Giuria, ha ribadito durante la conferenza stampa inaugurale di Venezia 75 quanto sia importante, se non addirittura fondamentale, una maggiore rappresentazione delle registe donne in relazione a un evento importante e prestigioso come il Festival del Cinema di Venezia.

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La bravata di Garagnani è senza alcun dubbio una nota stonata. Si pensa che il regista abbia scelto appositamente il red carpet di Suspiria - remake firmato Luca Guadagnino dell'omonimo film di Dario Argento - per colpire Asia Argento: l'attrice è finita recentemente nel mirino a causa delle accuse di violenza sessuale del giovane attore Jimmy Bennett ed è stata, ormai circa un anno fa, una delle prime donne a schierarsi pubblicamente contro Weinstein.

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Ricordiamo che Harvey Weinstein è stato accusato di molestie sessuali e violenze da tantissime donne e che attualmente rischia l'ergastolo.

 

Il producer è diventato l'infelice simbolo di un sistema corrotto e sessista, fatto di prevaricazione e ricatti. Lo scandalo Weinstein ha aperto la strada a una nuova era, in cui le donne non hanno più paura di far sentire la loro voce. Questo cambiamento, che è solo agli inizi, non merita in alcun caso di essere banalizzato.

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