1. "IL ROCK E' COATTO. DI BRAVI RAGAZZI CHE NON DICONO PAROLACCE NE ABBIAMO AVUTI ABBASTANZA. L’UMILTA’ E' UNA COSA INVENTATA DALLA TV” - DAMIANO DEI "MANESKIN" NO LIMITS
2. “IL MIO CORPO? MI PIACCIO MOLTO. FUNZIONA TUTTO. AMO ESAGERARE, TRUCCARMI, METTERMI GLI ORECCHINI. SESSUALITA’ FLUIDA? NO, RESTO SALDO SULLA MIA SPONDA”
3. LA MANCATA VITTORIA A “X FACTOR”? LA ROMA È LA PIÙ FORTE E ARRIVA SEMPRE SECONDA. QUINDI A ME VA BENE, I MANESKIN COME LA ROMA.." - SPOPOLA IL VIDEO CON DAMIANO NUDO

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1. BARBARA COSTA IN GLORIA DI DAMIANO

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http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/barbara-costa-gloria-damiano-quot-maneskin-quot-162899.htm

 

2. MANESKIN

Mario Manca per vanityfair.it

 

Un cappello a tesa larga, un paio di jeans skinny, un enorme anello d’argento e uno smalto nero con dettagli Swarovski. Damiano David fa il suo ingresso in sala stampa senza tradire il personaggio che abbiamo ammirato a X Factor: magnetico, bizzarro, gotico come in un film di Tim Burton. Al suo fianco Victoria, Ethan, e Thomas. Insieme sono i Maneskin, una parola danese che vuol dire «chiaro di luna». Una luna che ha iniziato a splendere circa un anno fa, quando Victoria e Thomas cercavano un cantante e un batterista per dare vita a una band eccentrica e dal sound ricercatissimo.

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«Io e Victoria siamo un po’ i maniaci del controllo. Per quanto possiamo essere rock, abbiamo un’anima da secchioni», spiega Damiano convinto che siano i dettagli a fare la differenza. «Andiamo a controllare il millimetro e la piccolezza perché è nei dettagli che sta la differenza fra fare qualcosa di buono e fare qualcosa di straordinario». E loro, di cose straordinarie, ne hanno fatte tante. Dalle acrobazie mezzi nudi e con tanto di chiappa zoomata su un palo da lap-dance a un paio di ali nere sopra un cubo sospeso a cinque metri di altezza.Una serie di sfide ed eccessi che non sono bastati ad assicurargli la vittoria, spettata invece all’«angelo» Lorenzo Licitra, occhi azzurri e formazione lirica. A guardarli oggi, però, i Maneskin non sembrano per niente risentiti dal verdetto finale: «Non siamo sconfitti, ci sentiamo vincitori», continuano a ripetere convinti del proprio percorso e, soprattutto, delle proprie capacità.

damiano maneskin damiano maneskin

 

Eravate i super-favoriti di questa edizione. Dite la verità, non ci siete rimasti male per non aver vinto?

«No, perché Lorenzo Licitra se lo meritava. Quando Alessandro Cattelan ha fatto il suo nome e non il nostro non abbiamo pensato a niente, solo a correre da lui e abbracciarlo forte. Dal primo al secondo posto non cambia poi tanto. Siamo felici di essere arrivati all’inedito e di aver sfruttato al massimo questa occasione. Abbiamo avuto un assaggio, adesso voglio che quell’assaggio diventi la nostra realtà».

 

Cosa vi ha detto il vostro giudice, Manuel Agnelli, una volta finita?

«Ci è rimasto male perché ci teneva davvero che vincessimo noi, ma ci ha anche detto di essere molto fiero. Abbiamo chiuso questa parentesi, ma siamo sicuri che la nostra amicizia con lui non finirà qui».

 

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Intanto il videoclip del vostro inedito, Chosen, è al momento il più visualizzato su Vevo.

«L’abbiamo scritto poco dopo aver dato il via al nostro progetto. È stata la svolta nel passare dalla musica per divertirsi alla musica come un lavoro vero e proprio. Chosen è quello che siamo e quello che vogliamo essere. Con i nostri eccessi e le nostre anime».

Pensate che tutti questi eccessi vi abbiano un po’ penalizzato alla finale?

«Penso che sia stato proprio il nostro modo di stare sul palco a farci arrivare a suonare al Forum di Assago. Non ce la meniamo, dietro a ogni bizzarria c’è un lavoro enorme. Dalle 7 della mattina alle 3 di notte sono stato a provare il numero della lap-dance perché non avevo mai visto un palo in vita mia. Stessa cosa per il camminare sui tacchi, quando ho passeggiato ore e ore all’interno del loft. Abbiamo la coscienza pulita».

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Ci sarà mai un eccesso a cui potreste dire di no?

«Diremmo di no a qualsiasi cosa che non ci rappresenti. Facciamo solo quello che potrebbe essere partorito da noi. A noi piace esagerare su quello che siamo, ma farlo tanto per farlo diventa trash, kitsch. Proprio quello che non vogliamo essere».

Che rapporto ha con il suo corpo, Damiano? 

«Mi piaccio molto, non ho niente di cui lamentarmi. Funziona tutto».

Si reputa arrogante?

«Certo, ma è lecito esserlo. L’umiltà non esiste, è una cosa inventata dalla televisione».

 

Molti, riferendosi a lei, hanno parlato di una «sessualità fluida». 

«Fa parte del personaggio. Mi piace esagerare, truccarmi, mettermi gli orecchini, ma, sotto quel punto di vista, sono come Nigiotti: saldo sulla mia sponda».

Qualcuno ha anche ipotizzato che ci sia del tenero fra lei e Victoria.

«Non siamo impegnati, siamo impegnativi (rispondono in coro, ndr)».

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Ha detto più volte di non sentirsi un capo, di non essere un boss.

«È come se avessimo il corpo di una grandissima macchina, ma senza un motore. Loro sono ciò che mi spinge e io sono ciò che spinge loro. Non sarei mai emerso senza di loro e viceversa. È un rapporto di collaborazione ed è per questo che siamo una band. Altrimenti sarebbe la Damiano David Band, ma quella non deve esistere. Siamo una realtà che funziona perché siamo una realtà unita».

 

Cosa pensate che succederà da domani?

«Siamo stati in una bolla per tanto tempo, adesso non ci resta che capire come sia cambiato il mondo fuori. Un progetto c’è ed è quello di rimanere più saldi che mai».

Un sogno che vorreste realizzare?

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«Avere una stella sulla Walk of Fame vicino a quella di Mick Jagger».

3. X FACTOR, CICLONE MANESKIN

ANNA LUPINI per repubblica.roma.it

 

 

 

Romani. Nel bene e nel male, anche nel modo di affrontare la sconfitta, che ha amaramente ricondotto alla realtà della melodia e bel canto gli increduli fan dei Maneskin, band rivelazione di X Factor 2017.

 

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Damiano David, 18 anni, non dice «abbiamo perso», ma «siamo secondi come la Roma. Me va benissimo» Perché il romano è così. Tignoso e restio a mostrarsi deluso. Giovanissimi, hanno conquistato trasversalmente molti. Ma a tanti, evidentemente, non sono andati a genio. Con la pelliccia bianca a pelo lungo, la faccia pallida della stanchezza, prima della finale Damiano che incitava i fan a votarli sembrava il Libanese di Romanzo Criminale. Tra il grido di “piamose X Factor” e l’orticaria di tanti che gli hanno preferito Lorenzo Licitra, in quota tenori pop.

 

Disco d’oro e poi arrivate secondi. Cosa non ha funzionato?

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Damiano: «Io credo che la gara e la discografia siano separate. La gara è un lancio per la discografia. Come finisce è uguale, dal primo al quarto posto cambia poco. Noi abbiamo la soddisfazione di aver fatto un disco d’oro in poco più di una settimana, con un inedito che nessuno ha voluto toccare, così era e così è rimasto. È la vittoria più grande».

 

Com’è iniziata questa avventura?

Victoria: «Credevamo moltissimo nel nostro inedito. Abbiamo scelto X Factor, una vetrina enorme, per promuoverlo. Siamo venuti a far vedere quello che siamo e per fortuna abbiamo incontrato Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo: con loro siamo riusciti a preservare la nostra personalità. Tutto quello che abbiamo fatto ci rappresenta al cento per cento. E abbiamo fatto cose mai viste»

Prima della finale avevate detto che l’Italia era pronta per una band che spaccava. Invece non era pronta?

Damiano: «L’italia ci ha regalato il disco d’oro, quindi è pronta».

 

Colpa dall’essere romani il secondo posto?

Damiano: «La Roma è la più forte e arriva sempre seconda. Quindi a me va bene, Maneskin come la Roma, usatelo come titolo».

 

Avete idea di cosa vi attende a Roma?

Thomas: «Non ne abbiamo idea, ma comunque ritornare a casa nostra dopo tutta sta figata sarà incredibile».

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Hanno detto che siete sbruffoni.

Victoria: «Essere sicuri sul palco non vuol dire essere antipatici o non essere amici di nessuno. Vuol dì esse rock».

 

E il rock è un po’ coatto?

Damiano: «Ma sì. Di bravi ragazzi con la barba fatta, niente parolacce né sigarette ne abbiamo avuti abbastanza, noi portiamo noi stessi. Siamo rock con l’anima da secchioni, i dettagli e il duro lavoro fanno la differenza rispetto al talento. E poi per fortuna il secondo posto non prevedeva la fucilazione, siamo ancora vivi e porteremo tanto rock».

 

Un sogno?

Damiano: «Una stella sulla walk of fame, vicino a Mick Jagger. L’umiltà non esiste, se l’è inventata la televisione. Noi vogliamo prenderci tutto».

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