IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - UN ALTRO EROE DEGLI SPAGHETTI WESTERN E MACARONI WAR MOVIES SE NE VA. THOMAS HUNTER, PROTAGONISTA DI UN “FIUME DI DOLLARI” DI CARLO LIZZANI, “TRE PISTOLE CONTRO CESARE” DI ENZO PERI E “LA LEGIONE DEI DANNATI” DI UMBERTO LENZI, SCOMPARE A 85 ANNI NELLA SUA CASA IN CONNECTICUT, DOVE VIVEVA DA QUANDO ERA TORNATO IN PATRIA DOPO UNA DECINA D’ANNI PASSATI IN ITALIA  

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Marco Giusti per Dagopsia

 

Un altro eroe degli spaghetti western e macaroni war movies se ne va. Thomas Hunter, protagonista di Un fiume di dollari di Carlo Lizzani, Tre pistole contro Cesare di Enzo Peri e La legione dei dannati di Umberto Lenzi, ma anche sceneggiatore di Il giustiziere di Edward Dmytryk, primo film dedicato al terrorismo internazionale, scompare a 85 anni nella sua casa di Rowayton, Connecticut, dove viveva da quando ero tornato in patria dopo una decina d’anni passati in Italia e in Europa al tempo delle grandi coproduzione.

 

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Nato a Savannah, Georgia nel 1932, si era laureato in Arti all’Università della Virginia, per poi arruolarsi come Marine negli anni ’50. Arrivato in Italia a metà degli anni ’60 come attore nella curiosa commedia bellica di Blake Edwards, Papà cosa hai fatto in guerra? con James Coburn, viene scritturato da Dino De Laurentiis come protagonista del suo primo spaghetti western, Un fiume di dollari di Carlo Lizzani, che si firmava Lee W. Beaver, assieme a veterani come Henry Silva e Dan Dureya e a bellezze nostrane come Nicoletta Machiavelli e Gianna Serra. Stroncato dal “New York Times” a suo tempo, “Quando Mr. Hunter si avvicina al saloon e chiede del whiskey, parla a nome di tutto il pubblico”, viene recuperato da storici come Alex Cox e Christopher Frayling, e ne venne mostrata una copia in 35 mm nel 1996.

 

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Poco dopo ritroviamo Thomas Hunter protagonista di un altro spaghetti western di De Laurentiis, il folle Tre pistole contro Cesare di Enzo Peri, girato tra Dinocittà e l’Algeria, assieme a Enrico Maria Salerno come dittatore folle che si crede Giulio Cesare e il pistolero giapponese James Shigeta campione di kung fu. Un delirio, anche perché il set algerino, nel deserto a 70 km da Bousadah, in pieno agosto fu un disastro per tutti.

 

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“Per poter girare dovevamo svegliarci alle quattro e andare via dal set alle dieci e mezzo, per poi ritornare dopo il tramonto e girare la sera”, ricordava Enzo Peri. Thomas Hunter rimase intossicato. Le comparse algerine erano troppo scure per fare i cowboy e Giulia Mafai le infiocchettò tutte con dei foulard celesti.

 

Ritroviamo Hunter nel filmone di guerra di Edward Dmytryk Lo sbarco di Anzio assieme a una serie di star americane, nella coproduzione tedesca Katiuscia di Harald Phillip, nella coproduzione spagnola Il magnifico Tony Carrera di José Antonio De La Loma, dove interpreta un campione automobilistico, e nel notevole war movie La legione dei dannati di Umberto Lenzi, dove divide la scena con Jack Palance, adorato da Quentin Tarantino.

 

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Tra la fine degli anni ’60 e i primi ’70, gira di tutto, Revenge di Pino Tosini, l’horror anglo-tedesco ½ litro di rosso per il Conte Dracula di Freddie Francis con Fery Mayne come Dracula e Pia Degemark come coprotagonista. Il suo ultimo western europeo è Carlos, assurda versione spaghetti del Don Carlos di Schiller girata da Hans W. Geissendofer nel desero israeliano con un cast che va da Gottfried John a Geraldine Chaplin, da Bernard Wicki a Anna Karina.

 

Come tutti gli spaghetti girati nel deserto israeliano ebbe non pochi problemi e non vene mai distribuito nelle sale. Lo troviamo poi nell’introvabile Madness – Gli occhi della follia di Cesare Rau con Francesca Romana Coluzzi, nella stravaganza sessantottina Equinozio di Maurizio Ponzi con Claudine Auger e Paola Pitagora.

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E poi in grosse coproduzione internazionali girate in Europa, come Il serpente di Henri Verneuil, Cassandra Crossing di George Pan Cosmatos, o nel poliziottesco La legge violenta della squadra anticrimine di Stelvio Massi. Colto, intelligente, Thomas Hunter seguitò, anche nei suoi anni italiani, a scrivere canzoni, lavorare a teatro.

 

Passò alla sceneggiatura con due film d’azione, The Human Factor, che da noi si chiamò Il giustiziere, filmato da Edward Dmytryk nel 1975 con George Kennedy e Raf Vallone protagonisti, considerato il primo film sul terrorismo internazionale, e poi The Final Countdown, da noi Countdown – Dimensione zero, diretto da Don Taylor con Kirk Douglas e Martin Sheen. A metà degli anni ’80, come tanti attori americani, tornò in patria, ma non girò altri film a Hollywood. Scrisse romanzi e una specie di autobiografia sui suoi anni italiani, “Memoirs of a Spaghetti Cowboy: Oddbal Tales of Luck and Derring-Do” nel 2015. 

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