IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - MUSA DI FRANJU E DI MELVILLE, PARTNER DI ATTORI COME BELMONDO, PICCOLI E TRINTIGNANT, EMMANUELLE RIVA, SCOMPARSA A QUASI 90 ANNI, HA PERCORSO DA PROTAGONISTA TUTTA LA NOUVELLE VAGUE DEI MAESTRI - FU CANDIDATA ALL’OSCAR CON “AMOUR” DI HANEKE - L’ESORDIO MAGISTRALE IN HIROSHIMA MON AMOUR

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Marco Giusti per Dagospia

 

EMMANUELLE RIVA4 EMMANUELLE RIVA4

“La notte non si ferma mai a Hiroshima?”. Non a tutte le attrici, anche grandi e grandissime, penso che sia capitato di esordire da protagonista con un capolavoro come Hiroshima mon amour di Alain Resnais e di lasciare le scene con Amour di Michael Haneke, vincitore della Palma d’Oro a Cannes.

 

Emmanuelle Riva, scomparsa oggi a quasi 90 anni, ha infatti percorso da protagonista tutta la Nouvelle Vague dei maestri, musa di Alain Resnais al suo esordio, e  musa di Georges Franju e di Jean-Pierre Melville, partner di attori come Jean-Paul belmondo, Michel Piccoli, Maurice Ronet, Jean-Louis Trintignant, fino ad arrivare a 85 anni a un ruolo che non solo incoronò lei, Haneke e Trintignant a Cannes in un’ovazione trionfale di tutta la stampa e di tutto il cinema mondiale, ma che la portò a una candidatura agli Oscar a 85 anni.

 

Oscar che non vinse, e forse fu meglio così per un’attrice sempre così discreta, accorta, sofisticata, intelligente. Grazie al suo esordio magistrale nel 1959 in Hiroshima mon amour, Emmanuelle Riva, nata a Chenimenil nel 1927, e forte di una educazione teatrale e di un piccolissimo ruolo in un film di Jean Gabin, Les grandes familles, divenne per tutto il mondo una star di prima grandezza. Sarebbe bastato l’inizio folgorante del film, con la grande scena a letto col suo amante, Eji Okada, e i dialoghi di Marguerite Duras, a incoronarla. In qualche modo, il miracolo di Hiroshima si ripete con la tragedia dei due vecchi amanti di L’amour di Haneke, sorta di testamento anche di tutte le possibilità di Nouvelle Vague.

EMMANUELLE RIVA 1 EMMANUELLE RIVA 1

 

E, incredibilemente, la Riva offre ai due registi, così lontani, la sua stessa grazia, immutata dopo mezzo secolo. Resnais l’aveva scoperta vedendola recitare al Téathre de l’Oeuvre un testo di Dominique Rollin, “L’epouvantail”. Contro il parere dei suoi genitori, la Riva, di origine italiana, anzi, lombarda (il nonno paterno), aveva deciso che avrebbe fatto l’attrice e era scesa a studiare a Parigi facendosi subito notare tra le giovani promettenti del tempo.

 

Dopo Hiroshima la troviamo in film pià o meno fortunati, ma allora di grande impatto. Il meraviglioso Adua e le compagne di Antonio Pietrangeli assieme a Simone Signoret e a Sandra Milo, Kapo di Gillo Pontecorvo assieme a Susan Strasberg, Léon Morin prete di Jiean-Pierre Melvielle assieme a Jean-Paul Belmondo, l’ormai scordato Tra due donne di Laslo Benedek con Raf Vallone e Annie Girardot. Georges Franju si innamora pazzamente del suo volto e la vuole per Il delitto di Thérese Desqueyroux e Thomas l’imposteur. La avrebbe voluta anche per un Fantomas che non riuscì a girare. 

 

RIVA HANEKE TRINTIGNANT RIVA HANEKE TRINTIGNANT

Lavora spesso in Italia, per Le ore dell’amore di Luciano Salce con Ugo Tognazzi e Barbara Steele, per un episodio di Io uccido, tu uccidi di Gianni Puccini che la vede per la prima volta in coppia con Jean-Louis Trintignant. Marco Bellocchio la chiama come madre di Lou Castel nel complesso Gli occhi, la bocca. Emmanuelle Riva aveva un’intensità che non era facilissimo gestire da parte dei registi.

 

Ma si troverà benissimo con Philippe Garrell e con suo padre Maurice in Liberté, la nuit, con André Cayatte in Attentato al pudore assieme a Jacques Brel, con Kieslowski in Film Blu. Difficile scordarsi di lei. Belmondo la volle a suo fianco per un remake molto tradivo di Umberto D. L’amour di Hanele le dette nuova vitalità. Tornò a teatro dopo 13 anni per recitare un testo della Duras, “Savannah Bay”, recitò in altri film, come Maria et les naufrages, Paris pieds nus, Les vacances di Moshes Makhmalbaf, un film nordico Alma, non sappiamo se ancora finito o no.

EMMANUELLE RIVA EMMANUELLE RIVA

 

Ma era così brava che solo vederla sorridere alla conferenza stampa di Cannes dopo averla vista malata e poi morta in Amour, ci aveva stordito. Come ci aveva stordito la sua recitazione in Hiroshima.

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