Silvia Truzzi per il "Fatto quotidiano"
La censura, si dice, crea sempre i propri antidoti. Nel caso che andiamo a raccontare anche le proprie vendette. Bisogna sapere che il mattino di Rai1 è allietato dalla simpatica serie tedesca "Un ciclone in convento". Al centro della vicenda un sindaco che vuole trasformare un convento in un centro congressi e la sorella che invece lotta per salvarlo (se vi state chiedendo "e chissenefrega?" non siete matti: il telefilm va in onda alle 10, da giugno a settembre).
nozze gay nel telefilm Un ciclone in conventoMartedì avrebbe dovuto andare in onda la puntata "Romeo e Romeo", in cui due gay - uno scenografo e un insegnante - si sposano nella cappella del convento con la collaborazione del sindaco e tra l'entusiasmo di tutte le suore. Avrebbe dovuto perché i vertici di Viale Mazzini non se la sono sentiti di mandare in onda una perversione di tal risma, con il rischio che qualcuno scambiasse l'Italia per un Paese che tutela i diritti civili.
Del resto siamo gente per bene, conosciuti in tutto il mondo per una classe digerente (dall'onnivoro premier alle consigliere dental-regionali) dai costumi sessuali morigerati. Per tutte queste ragioni, al posto di "Romeo e Romeo" è stata trasmessa la più edificante puntata "Un nonno mitico". La omocensura è diventata di dominio pubblico e le naturalmente indignate reazioni non si sono fatte attendere.
nozze gay nel telefilm Un ciclone in conventoPaola Concia, parlamentare Pd (partito alle prese con ben altre questioni morali) ha l'occasione per esercitare la propria missione politica: "Mi sto muovendo - dice all'AdnKronos - per capire cosa posso fare contro questa vicenda assurda" (forse ci vuole un suggerimento da casa, come nei telequiz: un espostino alla Commissione di Vigilanza Rai?). E continua: "Mi ha chiamato anche una radio tedesca, erano inorriditi".
Eh sì perché Das Erste, la rete pubblica tedesca, ovviamente ha mandato in onda l'episodio: in Germania i matrimoni omosessuali sono possibili dal 2001 (la stessa Concia si è sposata quest'estate a Francoforte con la sua compagna, la criminologa Ricarda Trautmann). "Qui da noi sono un miraggio per la comunità gay, ma Rai1 è comunque fuori dalla realtà, dal sentire comune degli italiani, intenta a far da megafono a un centrodestra che è ‘ossessionato' dalla questione".
Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center (finalmente un Marrazzo dichiaratamente gay) affida a una nota le sue riflessioni: "La censura da parte di Rai1 della puntata della fiction "Un ciclone in convento" che rappresentava un matrimonio gay è un fatto politico oltre che culturale. Per questo è urgente che si sappia quali iniziative intende prendere la Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai. In assenza di un provvedimento che chieda spiegazioni al direttore di Rai1 e di adeguati provvedimenti contro questa ennesima censura omofoba da parte della tv di Stato, inviteremo i gay a non pagare il canone".
I lungimiranti vertici Rai hanno censurato un telefilm che avrebbero visto in quattro gatti "per evitare polemiche": ora - oltre a coprirci di ulteriore ridicolo - ne parlano tutti. Mauro Mazza, direttore di Rai1, spiega così la genesi dell'accaduto: "L'imminente avvio della nuova programmazione della rete ci obbligava a togliere un episodio della serie.
La scelta di non trasmettere la puntata in questione è stata una scelta editoriale ponderata proprio per evitare qualsiasi tipo di polemica su un tema di grande attualità che non poteva essere banalizzato. Rai1 ha affrontato spesso i temi seri relativi al mondo omosessuale". Scusi, direttore, quali sono i temi seri del mondo omosessuale? "La vita in diretta molte volte si è occupata di casi di cronaca e di costume che avevano come protagonisti omosessuali.
gaystreet27 fabrizio marrazzo cecchi paoneE poi abbiamo trasmesso in prima serata la fiction "Io e mio figlio" con Lando Buzzanca, un poliziotto che scopre appunto l'omosessualità del figlio". In quell'occasione (vedere per credere il sito ufficiale della fiction) Buzzanca - icona anni ‘70 del Merlo maschio, seduttore di femmine come Laura Antonelli, Gloria Guida e Barbara Bouchet - disse: "Il mio personaggio, il commissario Federico Vivaldi, è un uomo pragmatico, conservatore ma pieno di ironia, e quando scopre che suo figlio è omosessuale riceve il classico pugno nello stomaco per una realtà che non vuole accettare".
Raiuno ammette - bontà sua - che gli omosessuali esistono e hanno padri conservatori. Ma di farli sposare non se ne parla. Ancora Mauro Mazza, sul tema: "Non è abituale, non è normale, assistere alla scena di due gay che si sposano sull'altare di un convento. Anche considerando le sensibilità diverse, al di qua e al di là del Tevere".
Timori vaticani?: "Ma no, assolutamente no. Abbiamo deciso noi. Io comunque dormo sonni tranquilli", rassicura Mazza. Anche i porporati possono stare sereni: il matrimonio è in via d'estinzione. Loro non si possono sposare e gli eterosessuali inclini alle nozze sono ormai una specie protetta: restano i protagonisti delle fiction. Lasciate loro in pace e noi illusi di vivere in un Paese normale (come direbbe il vice-conte vaticano Massimo D'Alema). Almeno per fiction.