1. PASSATO FIORELLO, FINITA LA FESTA! IL FESTIVAL FA IL 46,57% DI SHARE NELLA PRIMA PARTE E IL 52,80 NELLA SECONDA. MEGLIO DELL'ANNO SCORSO (46,04% E 50,61%) MA RISPETTO ALLA SERATA DI DEBUTTO MANCANO ALL'APPELLO 2 MILIONI DI TELESPETTATORI (DA 11,6 MILIONI A 9,6)
2. IL DUO HUNZIKER-FAVINO SI IMPEGNA MA I TESTI SONO PENOSI E CLAUDIO BAGLIONI HA SEMPRE QUELL'ESPRESSIONE SCHIFATA DI CHI PRESENTA LE CANZONETTE MA PREFERIREBBE PARLARE DI KANT. E COSA PIÙ GRAVE, È STATO CONVOCATO “IL VOLO” PER STRAZIARE PUCCINI... 
3. POI IL SOLITO FRITTO MISTO: I PRIMI QUATTRO “GGGIOVANI” IN GARA, DIECI "CAMPIONI", STING CON SHAGGY, ANTONACCI, LA MITICA FRANCA LEOSINI E PPIPPO BAUDO, A 50 ANNI DAL SUO PRIMO FESTIVAL. MA A ECCITARE E’ IL CASO DI PLAGIO PER ERMAL META E FABRIZIO MORO

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1 - ASCOLTI RECORD E PRIME POLEMICHE CON BAUDO FESTIVAL COLOR NOSTALGIA

Alberto Mattioli per “la Stampa”

 

sting e shaggy sting e shaggy

Con tutti quei fiori, a Sanremo lo sanno bene: non c' è rosa senza spina. E così ieri il bollettino della vittoria per gli ascolti trionfali della prima serata made in Fiorello è stato subito derubricato a dettaglio da un ghiotto caso di plagio, nella miglior tradizione festivaliera.

 

Gli indagati sono la coppia più amata dalle ragazzine, Ermal Meta e Fabrizio Moro: il ritornello della loro canzone sul terrorismo, Non mi avete fatto niente , è uguale, parole e musica, a quello di Silenzio , che partecipò alle selezioni per i giovani nel 2016. Per la verità, è lo stesso anche l' autore, Andrea Febo. Si tratterebbe quindi di autoplagio o, tecnicamente, di una «parodia»: però il brano non sarebbe inedito come il Regolamento prevede.

 

hunziker e baglioni hunziker e baglioni

Eccitata dall' odore del sangue, la Sala stampa ha subito iniziato il processo, con i giornalisti divisi fra giustizialisti e garantisti, sottili glosse sull' articolo tale e il comma talaltro del Regolamento, richiami alla Costituzione, allo Stato di diritto, al pagamento del canone, ai sacri canoni, all' habeas corpus e all' habemus uno scandalo, finalmente.

Sempre secondo le migliori tradizioni, la Rai ha provato a troncare e sopire.

 

Il direttore di Rai 1, Angelo Teodoli, l' ha definita una questione «da azzeccagarbugli», scatenando tutti gli indignati speciali. Quello artistico, Claudio Baglioni, ha fatto della filosofia sul mondo della canzonetta che ormai è come quello del giornalismo: non c' è nulla di più edito dell' inedito, e viceversa. In fin dei conti, come diceva Stravinskij, anche Vivaldi ha scritto per seicento volte lo stesso concerto.

ermal meta e fabrizio moro ermal meta e fabrizio moro

 

Insomma, in tarda mattinata Meta & Moro sembravano quasi salvi; nel tardo pomeriggio, dopo lunghe consultazioni con avvocati e altri azzeccagarbugli, quasi condannati. La loro esibizione di ieri è stata rinviata a oggi «in attesa di approfondimenti», secondo la minacciosa formula scelta dalla Rai e, poiché le disgrazie non vengono mai da sole, i due sono stati sostituiti in scaletta da Renzo Rubino.

 

Ultimo capitolo della saga (per ora, almeno), la lettera su Facebook dove Meta definisce «assolutamente ridicolo», e tutto in maiuscole, l' intero affaire. La realtà, spiegano i beninformati, è che il duo sconta il suo stesso successo. Meta & Moro, ormai diventati per tutti un' entità unica quasi mitologica, il Metamoro, erano ben piazzati in classifica, potenziali vincitori, forse perfino favoriti: ma mamma Rai non può certo rischiare che a sbancare Sanremo sia una canzone in odore di plagio.

claudio baglioni e roberto vecchioni claudio baglioni e roberto vecchioni

 

Peccato, però. Baglioni & Co. non hanno nemmeno potuto festeggiare gli ascolti record della prima serata del «loro» Sanremo, che poi è stato soprattutto il Sanremo di san Fiorello. Superato perfino il Conti III dell' anno scorso, che al debutto si fermò al 50,01 di share, mentre il Baglioni I ha fatto il 52,1. Ieri però è stato subito chiaro che il Festival defiorellizzato è un' altra cosa, e assai meno brillante. Funziona la Grosse Koalition fra Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino, ma i testi sono penosi, Claudio Magno ha sempre quell' espressione leggermente schifata di chi presenta canzonette ma preferirebbe parlare di Kant e, cosa più grave, è stato convocato Il Volo per straziare il povero Puccini (Nessun dorma? Qualcuno taccia, semmai).

 

claudio baglioni e pippo baudo claudio baglioni e pippo baudo

Po i il solito fritto misto d' arte varia: i primi quattro gggiovani in gara, dieci «campioni» o sedicenti tali, Sting con Shaggy, Biagio Antonacci, Franca Leosini, il Mago Forrest, Roberto Vecchioni e perfino Pippo Baudo, a 50 anni dal suo primo festival, nel '68 (del Novecento, s' intende). SuperPippo è incanutito ma sempre alluvionale. Del resto, per lui l' Ariston è il tinello di casa.

 

2 - I GUAI COMINCIANO QUANDO MANCA FIORELLO

Maurizio Caverzan per “la Verità”

 

maurizio caverzanMassì, bisogna ammetterlo, questo Sanremo arriva nel momento giusto. E, in fondo, con la misura giusta. È un Festival che deve fare a meno di tanti attributi consolidati. I cachet milionari causa budget e commissione di vigilanza. La satira causa elezioni e par condicio. I superospiti internazionali (Sting vive in Toscana). E sera dopo sera si scopre che non erano poi così indispensabili.

claudio baglioni e franca leosini claudio baglioni e franca leosini

 

È il Festival della compatibilità, il Festival del possibile, di quello che si può fare nelle condizioni e con le risorse attuali, dopo Carlo Conti e Maria De Filippi, dopo Paolo Bonolis e Fabio Fazio, dopo Antonella Clerici e Gianni Morandi e dopo il no di default di Fiorello. Gli ultimi due, erano sul palco nella serata d' esordio, ospiti, mattatori, scaldapubblico, compagni di cordata, mettetela come volete (Rai 1, ore 20.45, share del 51.4% nella prima parte e del 55.4% nella seconda).

 

La tempistica lo aiuta, perché il Festival arriva ora che gli italiani sono già stanchi della campagna elettorale, promesse lunari e insulti molto terreni, mentre fuori i rifiuti invadono le strade, i treni deragliano, nelle scuole si sfregiano gli insegnanti, per le strade si aggirano personaggi che indossando il tricolore sparano sulle persone con la pelle nera. E non a caso, pronti via, la prima inquadratura se la prende l' intruso, chissà come arrivato sul palco dei fiori.

il ballo di michelle hunziker a sanremo il ballo di michelle hunziker a sanremo

 

Paradossalmente, a tirare la volata a Sanremo, è stato Antonio Ricci con i suoi attacchi. «Non lo sopportavo, perché piaceva ai fascisti»; «dovrebbe chiedere scusa agli italiani per un verso come "accoccolati ad ascoltare il mare"». Ecco: gli italiani; quali italiani? Non c' era modo migliore per alzare la temperatura sulla sessantottesima edizione del Festival, basta farsi un giro sui social per vedere la risposta dei baglioniani. E se poi c' è da dedicare una canzone a Laura Pausini s' intona proprio E tu.

 

All' Ariston ci sta tutto. L' Italia abrasiva e critica di Ricci, l' Italia svizzera, garrula e da mulino bianco di Michelle Hunziker (figlioccia di Ricci), l' Italia impostata e professionale di Pierfrancesco Favino, quella compassata di Baglioni, quella cult di Peppe Vessicchio, l' Italia internazionale di Ermal Meta e Fabrizio Moro, l' Italia sempreverde del boom con la faccia di Morandi, l' Italia nazionalpopolare di Pausini, persino quella del generone romano dei film di Gabriele Muccino che, quando vedi arrivare tutto il cast come fosse la nazionale degli attori, ti viene da metter mano al telecomando. Soprattutto, ci sta l' Italia italiana, quella che tutti amiamo, della voce di Mina nei promo dello sponsor, e di Fiorello. Ah, se l' Ariston fosse suo È quando non c' è che iniziano i problemi.

claudio baglioni claudio baglioni pippo baudo a sanremo 2018 pippo baudo a sanremo 2018 michelle hunziker e favino michelle hunziker e favino michelle hunziker e favino 3 michelle hunziker e favino 3 michelle hunziker e pippo baudo michelle hunziker e pippo baudo michelle hunziker e favino michelle hunziker e favino il volo a sanremo il volo a sanremo

 

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