1. PURTROPPO, PER PAOLO SORRENTINO, LA CRITICA CINEMATOGRAFICA AMERICANA NON BACIA IL CULO COME QUELLA DE’ NOANTRI E "YOUTH" VIENE ASFALTATO DAL “NEW YORK TIMES”
2. ''IL PROBLEMA DI "YOUTH" NON È L’ASSENZA DI TEMI MA IL FATTO CHE QUESTI SONO STATI SVILUPPATI MALE. QUESTA VOLTA LA CAPACITÀ CREATIVA DI SORRENTINO È OFFUSCATA, NONOSTANTE I PANORAMI SPLENDIDI E LE BELLE DONNE NUDE, IL FILM SEMBRA RIDONDANTE"
3. “LE INTUIZIONI PSICOLOGICHE SONO MODESTE E NON VENGONO NEMMENO SVILUPPATE. GLI ARTISTI PROTAGONISTI PER ESEMPIO SONO SOLO UOMINI, LE DONNE SONO RIDOTTE A MUSE, SE NON A FARDELLI DELL’ESISTENZA MASCHILE, COME NELLA MIGLIOR TRADIZIONE SESSISTA. MA ALMENO, IN ALTRE PELLICOLE, IL SESSISMO RISULTAVA DIVERTENTE E NON NOIOSO”

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A.O. Scott per http://www.nytimes.com

 

paolo sorrentino paolo sorrentino

L’ultimo film di Paolo Sorrentino, "Youth”, è ambientato in una località alpina, un luogo pittoresco ricco di richiami culturali e che ospita persone sofisticate e benestanti. Anche se la maggior parte di noi non è mai stata in un luogo simile, ci risulta comunque familiare grazie a numerosi richiami letterari e cinematografici. Era "La montagna incantata" di Thoms Mann o “Grand Budapest Hotel" di Wes Anderson? "Il buon soldato" di Ford Madox Ford? O forse "L'anno scorso a Marienbad" di Resnais?

 

È sempre la stessa solfa. Non esattamente, ovvio, quelli di Sorrentino sono alberi e montagne diverse e i personaggi che si aggirano per la scena e giocano d’azzardo sono squisiti nella loro individualità. Ma la cinepresa di Sorrentino indugia sulla decadenza europea, uno dei topos più duraturi e caratteristici del vecchio continente.

SORRENTINO 3 SORRENTINO 3

 

Siamo qui per contemplare una civiltà che sta tramontando tra sospiri e baci da ormai molto tempo, tanto che il declino è diventato proprio il punto forte della narrazione. Nella "Grande bellezza" Sorrentino è riuscito a distillare un mix di stasi ed edonismo di una certa parte della società romana senza mai alludere alla crisi sociale, economica e politica dell’Italia, il malessere si percepiva nell'aria, come la peste nel "Decameron" di Boccaccio.

 

youth la giovinezza sorrentino youth la giovinezza sorrentino youth la giovinezza sorrentino 4 youth la giovinezza sorrentino 4 youth la giovinezza sorrentino 2 youth la giovinezza sorrentino 2 youth la giovinezza sorrentino 3 youth la giovinezza sorrentino 3 YOUTH LA GIOVINEZZA PAOLO SORRENTINO YOUTH LA GIOVINEZZA PAOLO SORRENTINO youth di paolo sorrentino youth di paolo sorrentino

In "Youth" la malinconia è più esplicita, ma sembra individuale piuttosto che sistemica: è uno stato universale, slegato da un particolare contesto storico o geografico. È un film sulla vecchiaia che avanza, una cosa che riguarda tutti ma che nel film sembra colpire con maggior durezza gli uomini.

youth la giovinezza sorrentino 1 youth la giovinezza sorrentino 1

 

youth la giovinezza sorrentino 5 youth la giovinezza sorrentino 5 SORRENTINO, MANIFESTO STRADALE "YOUTH" SORRENTINO, MANIFESTO STRADALE "YOUTH"

L’aspetto nostalgico del film si manifesta nell’attenzione con cui Sorrentino tratta la condizione dell’uomo. I personaggi principali sono due artisti che stanno invecchiano, amici di lunga data che ora stanno cercando di rendere il loro declino non troppo traumatico. Fred Ballinger (Michael Caine) è un compositore di primo piano che si avvia verso il ritiro, la sua agognata serenità è rovinata dalla crisi coniugale della figlia, Lena (Rachel Weisz), e dalle attenzioni di un emissario della famiglia reale britannica, che vuole riportarlo a teatro per dirigere una delle sue opere più amate.

 

Nel frattempo Mick Boyle (Harvey Keitel), un regista, ha radunato un gruppo di giovani sceneggiatori per aiutarlo a realizzare quello che spera sarà il suo ultimo capolavoro, il coronamento di una carriera leggendaria. Mick e Fred sono gli ultimi esemplari di un jet set che non c’è più, residui di una élite culturale che si trovano a vivere nello stesso ambiente con una rock star (Paul Dano) e Miss Universo (Madalina Ghenea).

 

Il problema di "Youth" non è l’assenza di temi - l'accusa principale che i critici hanno rivolto a Sorrentino - ma il fatto che questi sono stati sviluppati male. Questa volta la capacità creativa di Sorrentino è offuscata, la sua magia che aveva conquistato il mondo e Hollywood con “La Grande Bellezza” rimane in potenza e, nonostante i panorami splendidi e le belle donne nude, il film sembra ridondante e tratta dei topoi cinematografici già visti e rivisti .

 

La meraviglia della natura è tratta come un bene acquisito, invece di essere esplorata, e le intuizioni psicologiche sono modeste e non vengono nemmeno sviluppate. Gli artisti protagonisti per esempio sono solo uomini, le donne sono ridotte a muse, se non a fardelli dell’esistenza maschile, come nella miglior tradizione sessista. Ma almeno, in altre pellicole, il sessismo risultava divertente e non noioso.

 

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