“QUELL’IMBIANCHINO AUSTRIACO”, QUANDO MUSSOLINI DISPREZZAVA HITLER - LO SCRITTORE GIAN CARLO D’ORAZIO, AMICO DEI FIGLI PIU’ PICCOLI DEL DUCE, RIVELA QUELLO CHE ACCADEVA A RICCIONE DURANTE LE VACANZE ESTIVE DI MUSSOLINI TRA SFOGHI CONTRO HITLER E FUGHE IN COLLINA CON L’AMANTE CLARETTA PETACCI

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GIAN CARLO DORAZIO GIAN CARLO DORAZIO

Testo di Gian Carlo D'Orazio  pubblicato da “Oggi”

 

 

A Riccione, nel garage di Tonino Bologna, socialista innocuo anche per la Questura, veniva parcheggiata l’Alfa Romeo spider di Benito Mussolini quando arrivava da Roma. La guidava lui con a fianco Boratto, autista fedelissimo. L’amante Clara Petacci invece era ospite con la sorella Miriam nel Grand Hotel di Rimini, sorvegliata per ordine del Duce dal cavalier Stella, primo portiere del Grand Hotel.

 

CLARETTA PETACCI CLARETTA PETACCI

Mussolini odiava essere seguito - in particolare nei suoi momenti più romantici con Claretta - dalla propria asfissiante polizia presidenziale, dominata dall’insonne questore Rocco che vedeva in ogni persona che si avvicinava un probabile attentatore. Con la complicità del fedele maresciallo Tossici, il Duce si faceva dare dal buon amico Tonino la sua vecchia polverosa Balilla, che nel buio della sera a fari spenti il maresciallo guidava fin sulla rotonda sul mare.

 

Lì Mussolini in ombra saliva veloce, e da lì a Rimini, sempre di nascosto nel cortile del Grand Hotel dove una Claretta tremante d’emozione in attesa, protetta dal buio, saliva sulla vecchia Balilla. E via sulle dolci profumate colline di Romagna, dove Benito e Claretta si amavano in libertà.

 

MUSSOLINI HITLER MUSSOLINI HITLER

LA TRAGEDIA DI DOLLFUSS ASSASSINATO DA HITLER

Nell’estate del 1933 è ospite del Duce in Villa Santangelo, proprio di fronte a Villa Mussolini, il cancelliere austriaco Engelbert Dollfuss con la signora Alwine e i piccoli Rudy ed Eva, subito con noi sulla spiaggia a costruire magnifici castelli. E anche nell’estate del 1934 in vacanza a Riccione, sempre ospiti del Duce e di Donna Rachele. Ma nel luglio di quell’estate il cancelliere deve tornare d’urgenza a Vienna per contrastare un arrembante Hitler che vuole annettere l’Austria alla sua Germania. E lì Hitler lo fa uccidere.

 

Costernazione e dolore grande per i suoi familiari rimasti a Riccione. Mussolini è inferocito per l’uccisione dell’amico: manda subito due divisioni al Brennero come monito al dittatore tedesco: che non osi annettere l’Austria.

 

CIANO MUSSOLINI DOLLFUSS CIANO MUSSOLINI DOLLFUSS

A Riccione verrà celebrata una solenne Messa funebre per il cancelliere, con tutti noi delle scuole elementari di Riccione, autorità e tanta gente. Un pomeriggio anch’io sono stato involontario testimone dello sfogo del Duce verso un Hitler che, allora, disprezzava. Tutti noi ragazzi lì in villa nei caldi pomeriggi estivi saltavamo facilmente la siepe di pitosforo che separava il parco dalla spiaggia, e giù in acqua a rinfrescarci.

 

CLARETTA PETACCI A RICCIONE CLARETTA PETACCI A RICCIONE

Ma a me col costume bagnato addosso, al fresco dei pini, venivano spesso brutti mal di pancia. Donna Rachele, lì a sorvegliare, come mi vedeva torcermi dai dolori, mi urlava: «Cicci, corri subito a casa se no mi sporchi il giardino!» E io ubbidivo. Anche quella volta mi capita lo stesso inconveniente, e mi avvio verso il cancello. Scorgo fuori della veranda un inferocito Mussolini che urla a Donna Rachele brutte parole contro Hitler: «Quell’imbianchino austriaco!» E Rachele aggiunge di suo altre espressioni in dialetto romagnolo. Purtroppo questo disprezzo durerà solo quattro anni, fino al 1938.

 

LA DIVA ASSIA NORIS TRESCA CON OSVALDO

Un’estate Mussolini non può dire di no a un grande regista che gli chiede di ospitare in villa sua moglie, grande diva cinematografica: Assia Noris. Una nervosa e gelosa Donna Rachele deve far buon viso alla bellissima diva che arriva su una splendida Lancia blu scoperta ed entra in villa altera, con tante valigie e un marito vestito di bianco, che subito riparte. La osserviamo annoiata girare per il parco, sempre nascosti in ammirazione.

 

ASSIA NORIS ASSIA NORIS

Un pomeriggio chiede un maestro di tennis con cui giocare qualche partita. E Osvaldo arriva la mattina dopo: alto, elegante, con maglietta e pantaloni lunghi bianchi. Iniziano le partite a tennis tra la diva e Osvaldo: occhieggio ammirato mentre raccolgo le palle porgendole con gentilezza alla diva che mi sorride, e io nei mammoli. Per diversi giorni lotto con gli amici per essere il solo a raccogliere le palle.

 

Ma un pomeriggio mi trovo disoccupato: vediamo arrivare al campo l’Osvaldo con due biciclette. Subito la diva urla di gioia, monta su una bici e seguita da un sorridente Osvaldo vanno via dalla villa. Donna Rachele si preoccupa per il ritardo della diva: il Duce prima di partire per Roma le aveva raccomandato di vigilarla, come da desiderio del marito. Lei pur sbuffando l’aveva promesso, e ora con noi ragazzi attorno è in attesa, sempre più nervosa. Vediamo arrivare il grande regista sulla sua bellissima Lancia. Si chiude in casa con Donna Rachele. Il resto dell'articolo nel numero di «Oggi» in edicola

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