"SONO UN SÌ VAX, HO APPENA FATTO LA TERZA DOSE, MA NON HO CAPITO PERCHÉ IL MIO STATO MI IMPEDISCA DI SCEGLIERE IL VACCINO DA SOMMINISTRARMI" – LA LETTERA DI PANZA: "MI ERO ORIENTATO DA SUBITO SU PFIZER. MI HANNO IMPOSTO DI FARE ASTRAZENECA. ANCHE PER LA TERZA DOSE NIENTE PFIZER. SE CI SARÀ UN QUARTO RICHIAMO DIRÒ CHE SONO ALLERGICO AI POLLINI E ALLA PASTA ASCIUTTA: MAGARI MI FARANNO IL SOSPIRATO PFIZER (CHE MAGARI È PURE IL PEGGIORE, MA SARÒ LIBERO DI SCEGLIERLO?).

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Lettera di Pierluigi Panza a Dagospia

 

Sono un sì vax, ho appena fatto la terza dose, ma non ho capito perché il mio Stato mi impedisca di scegliere il vaccino da somministrarmi. Nel mio piccolo, sulla base di quello che sono stato in grado di comprendere, giusto o sbagliato che sia, mi ero orientato da subito per fare Pfizer.

 

Ricevuta una lettera dalla segreteria di una università preso la quale faccio lezione mi si imponeva una prima dose di AstraZeneca il 18 marzo con aggiunto che, nel caso non ci si fosse presentati si sarebbe finiti dopo “tutti i vaccinati” (!). Erano i giorni in cui AstraZeneca era al centro del dibattito sui media per i casi connessi di trombosi… ma così o niente: eravamo dei “privilegiati”. Con un po’ di timore ci si fa vaccinare.

 

Pfizer Pfizer

Nelle settimane successive i miei amici, sorelle, nani, ballerine si fanno tutti le loro due belle dosi di Pfizer e possono andare negli Stati Uniti: io no. Tutti i medici e virologi amici si sono già vaccinati con Pfizer e, come loro, gli anziani. Credo anche diversi ministri. Nelle prime settimane di giugno AstraZeneca è di nuovo al centro delle polemiche: alcuni Paesi lo fanno solo agli ultra sessantenni, altri Paesi solo agli under sessantenni, alcuni no alle donne… In questo clima, passati i tre mesi, io devo fare la seconda dose: ovviamente AstraZeneca.

 

Passa l’estate e - non stiamo ad indagare perché - sparisce dall’Italia il vaccino AstraZeneca. Quando si inizia a parlare di terza dose, prima dopo sei mesi e poi dopo cinque, vado sul sito della mia Regione (si ringraziano Colao, la transizione digitale, il ministero per la semplificazione perché alla burocrazia di un tempo abbiamo scoperto che c’è qualcosa di peggio: la burocrazia digitale) e prenoto il giorno che mi danno. Arrivo di fronte, anche questa volta, alla solita neolaureata in medicina che mi chiede se sto bene, se ho avuto reazioni, se ho avuto, il COVID ecc…

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Niente, sto benissimo. Ma allora, a questo punto, poiché sto seguendo i dettami del mio Stato e il mio Stato ha a disposizione tre vaccini, Pippo, Pluto e Paperino, la dottoressa mi dovrebbe chiedere quale intendo fare. Altrimenti, lo Stato potrebbe stabile di offrire Pippo gratuitamente e gli altri a pagamento (e io posso scegliere). 

 

Bene: per quale ragione io non ho potuto fare Pfizer nemmeno alla terza dose? Se io ho messo da parte i miei risparmi per curarmi al meglio potrò scegliere il vaccino più costoso e pagarlo? No, io sto bene, devo fare il meno costoso, anche se controverso o quello da smaltire in magazzino, non posso  andare negli Stati Uniti ed era del tutto inutile che mi facessi un mio piccolo studio su quale vaccino preferire, sebbene basandomi sulle grottesche affermazioni o scritti dei virologi. Che poi vaccino e vacca hanno la stessa radice. Infatti vai al centro vaccinale, efficientissimo grazie al generale, ma un po’ in stile timbratura delle vacche, e ti timbrano con quello che pare a loro, che hanno al momento, perché intanto tu sei un cittadino scemo e non ti spetta alcuna scelta. Se ci sarà un quarto richiamo dirò che sono allergico ai pollini e alla pasta asciutta: magari mi faranno il sospirato Pfizer (che magari è pure il peggiore, ma sarò libero di sceglierlo?).

PIERLUIGI PANZA PIERLUIGI PANZA PIERLUIGI PANZA PIERLUIGI PANZA

 

 

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