L’OMBRA DI “RE CARLO” SU MONTELLA E VENTURA – DOPO L’ESONERO, ANCELOTTI DIVENTA UNA MINA VAGANTE: PUO’ RIENTRARE NEI PIANI DI MILAN E NAZIONALE - NON SOLO I SENATORI MUELLER, RIBERY E ROBBEN ANCHE IL PRESIDENTE DEL BAYERN ULI HOENESS, DA MESI IN URTO CON RUMMENIGGE, VOLEVA LIBERARSI DI CARLETTO. TANTO PIU’ CHE NON L’AVEVA SCELTO LUI (ERA IN GALERA…)

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Alessandro Bocci per il Corriere della Sera

 

ancelotti ancelotti

La fronda ha vinto. Thomas Müller, Franck Ribéry e Arjen Robben sono gli artefici dell' esonero di Carlo Ancelotti che, per la prima volta nella sua vita, è stato brutalmente licenziato a stagione in corso.

 

«Decisione inevitabile, serviva una svolta», ha raccontato Karl Heinz Rummenigge, amministratore delegato del Bayern Monaco. La batosta di Parigi, contro i fenomeni Neymar e Mbappé, è stata letale. I bavaresi negli ultimi mesi avevano contestato aspramente le spese folli del Paris Saint Germain, spiegando a ripetizione ai loro scettici tifosi che certi acquisti non garantiscono il successo. E invece al Parco dei Principi sono stati proprio i due nuovi gioielli a sbriciolare i tedeschi.

 

hoeness hoeness

Per Ancelotti l' ultima panchina è stata un tormento: 3-0 senza discussioni. Tre durissimi pugni in faccia. E già al novantesimo si è capito che l' aria intorno a lui non era più salubre. «Una sconfitta così deve avere delle conseguenze», aveva detto Rummenigge alla cena dopo la partita.

 

Un messaggio chiaro. Tanto più che arrivava dall' uomo più vicino a Ancelotti dentro il Bayern. Era seduto a tavola accanto a lui e non lo ha mai guardato in faccia. La riunione di ieri, nel primo pomeriggio, è servita solo a ratificare la decisione. Insieme a Ancelotti se ne vanno tutti gli uomini del suo staff, il figlio Davide, il preparatore atletico Giovanni Mauri e il figlio di quest' ultimo, Francesco, persino il nutrizionista Mino Fulco, genero dell' allenatore.

 

ancelotti ancelotti

Carletto aveva capito la mala parata. C' è chi dice che dopo averci dormito (poco) sopra avesse valutato la possibilità di fare un passo indietro. Non ce n' è stato bisogno. Il Bayern è andato oltre. L' ultimo esonerato in Baviera era stato Van Gaal, sei anni fa.

 

I motivi del provvedimento non sono solo lo schiaffone ricevuto in Francia. Anche i risultati in campionato pesano.

 

Il Bayern, che ha vinto gli ultimi cinque scudetti di fila, è terzo a tre punti dal Borussia Dortmund e a uno dall' Hoffenheim. Ma tutto è nato dai malumori interni. Ancelotti è sempre stato bravo a gestire i campioni e anche i presidenti (soprattutto Berlusconi) e invece stavolta i rapporti all' interno della squadra lo hanno tradito. Carlo voleva anticipare il rinnovamento e ha rotto in maniera insanabile con i vecchi leader.

 

«Le mie qualità non gli piacciono», aveva detto qualche tempo fa piccato Müller, una specie di istituzione all' Allianz. Ribéry e Robben sono rimasti in panchina contro il Psg.

 

Così è finita. Male. Anche Juventus, Chelsea e Real Madrid avevano mandato via Ancelotti, ma a fine stagione, non certo in autunno. E i soldi, 15 milioni all' anno, comprese le sponsorizzazioni, in questo caso non sono una consolazione. Lo smacco è grosso. E ora Carlo diventa una specie di mina vagante. Uno scomodo compagno di viaggio, magari per Montella, forse addirittura per il c.t. Ventura, considerando che Ancelotti può serenamente rientrare sia nei piani del Milan che in quelli della Nazionale. Per adesso, sia chiaro, sono discorsi. Il calcio è così, sempre tutto il movimento.

GIAN PIERO VENTURA GIAN PIERO VENTURA

 

Il Bayern invece ha annunciato che al posto del nostro allenatore è stato promosso Willy Sagnol, francese, ma bandiera del club, vice di Carletto dopo un' esperienza al Bordeaux.

Per adesso si va avanti con lui.

 

C' è libero Tomas Tuchel, uno dei migliori in Germania, che a maggio ha divorziato dal Borussia Dortmund dopo aver vinto la Coppa di Germania.

Ma il candidato principale è Julian Nagelsmann, 30 anni, impegnato sino a giugno con l' Hoffenheim.

 

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