“GLI AMANTI MAGNIFICI” - UNA MOSTRA FOTOGRAFICA A PARIGI CELEBRA LA STORIA TRA ALAIN DELON E ROMY SCHNEIDER - I DUE SI CONOBBERO NEL 1958 E INTRECCIARONO UNA RELAZIONE CHE ANDO’ IN CRISI QUANDO LUI DIVENNE UNA STAR MONDIALE - QUANDO LEI MORÌ, A 44 ANNI, LUI VEGLIO’ IL CADAVERE TUTTA LA NOTTE

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Leonardo Martinelli per “la Stampa”

 

alain delon e romy schneider alain delon e romy schneider

Alain Delon non è ancora venuto a vederle quelle foto. Forse non verrà mai. «È imprevedibile. Sa della mostra: un giorno, d'un tratto, potremmo ritrovarcelo davanti», ricorda Julia Gragnon, che dirige la Galerie de l'Instant, in una stradina del Marais, il quartiere di Parigi.

 

Julia ha avuto l' idea di raccogliere diverse foto di Romy Schneider e Delon. Ne è venuta fuori “Gli amanti magnifici” che doveva essere un' esposizione tra le altre. E invece questa piccola galleria è piena zeppa da settimane, perché Romy è un mito «e sono le donne ad amarla di più. Emanava melanconia, la guardi e ancora oggi hai voglia di proteggerla».

 

L’AMORE

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Tre foto di Romy, comunque, le porta sempre con sé. La donna morì nel 1982, non aveva neppure 44 anni : suicidio o forse solo un cocktail sbagliato di alcool e barbiturici. Con Alain non erano più insieme da tempo, ma il legame restava così forte. Vegliò tutta la notte quel corpo inanimato. Gli sembrava finalmente «serena, quasi sollevata».

 

Le scattò tre Polaroid che oggi ha nel portafogli. Un salto indietro: era il 15 febbraio 1958 e Romy sbarcò all' aeroporto di Orly. Ad accoglierla, impacciato, c'era proprio Alain. Non si conoscevano, ma dovevano interpretare il loro primo film insieme, Christine . Lui aveva 23 anni, agli esordi, un passato da mezzo delinquente. Lei, quasi vent'anni, era una star internazionale, grazie a Sissi. L'accompagnava la madre Magda, che nei film interpretava la mamma dell' imperatrice.

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Durante il nazismo era stata un'attrice famosa, amica di Hitler (viveva con i figli a una manciata di km dal Berghof, il covo del dittatore nelle Alpi Bavaresi). Romy, la borghese, e Alain, il proletario. Agli inizi non si piacquero. Ma poi, inesorabilmente, si amarono. Andarono a vivere in rue Messine, vicino al Parc Monceau. Magda era disperata.

Dalle foto di quegli anni, ritrovate da Julia, rimbalza una Romy cangiante, talvolta sbarazzina, con i capelli corti.

 

Altrove, invece, diventa più donna e misteriosa, come nelle istantanee scattate da Giancolombo nel 1960 a Milano. Lì Delon girava Rocco e i suoi fratelli con Luchino Visconti. Lei è avvolta da una pelliccia, lo sguardo inquieto: forse a causa di quel regista aristocratico e intellettuale, un secondo padre per Alain. Non le piaceva, ma poi conquisterà anche lei, quando, l'anno successivo, li dirigerà insieme per la prima volta a teatro a Parigi, in una pièce di John Ford: un successo inaspettato.

 

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LA ROTTURA

Delon diventa una star internazionale. La stella della Schneider, invece, s'appanna.

Romy va a casa di Marlene Dietrich, a Parigi, per lamentarsi delle frequenti assenze del fidanzato. Al Festival di Cannes del 1962 lei è lì per fare la «consorte» e in una foto di François Gragnon, il padre di Julia, che lavorava per Paris Match , si annoia e si vede, mentre Alain legge il giornale.

 

«Papà mi ha detto che litigavano - confida la gallerista - e forse già non si amavano più». Si lasceranno l' anno dopo. Lei ritornerà in Germania, dove sposerà Henry Meyer, ebreo, regista teatrale, cerebrale e affascinante, che abusava di certi medicinali.

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Agosto 1968, a Berlino Romy ormai fa solo la mamma: David, il figlio, ha appena 11 mesi. Squilla il telefono: Alain si rifà vivo. Jacques Deray gli ha proposto un film, La piscina. Ma lui ha rifiutato come partner sia Monica Vitti che Nathalie Wood. Vuole solo lei, Romy.

 

Delon andrà ad attenderla all' aeroporto di Nizza, pantaloni chiari, giubbotto di pelle nera e camicia troppo aperta sul petto, mentre lei scenderà emozionata, con il suo abitino bianco.

Le foto traducono la loro commozione. E poi ci sono le istantanee a colori scattate da Philippe Tellier durante le riprese.

 

«Non sono più così giovani i "fidanzatini d' Europa", come li chiamavano un tempo - sottolinea la Gragnon -. Hanno l' età perfetta, sono splendidi». La fiamma non si riaccenderà, ma la complicità riappare. E quel ruolo consente alla Schneider di ritornare in pista. Qualche anno dopo, una foto di Giancarlo Botti propone Romy per la prima volta nuda all' obiettivo.

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Di lì a poco avrebbe girato L'importante è amare di Andrzej Zulawski, con Fabio Testi. Con diverse scene senza veli. Correva il 1975. «Prima del film chiese a Botti di ritrarla già così». Alla mano mostra un anello di ebano, con diamanti. Era quello di fidanzamento della madre di Visconti. Luchino glielo aveva regalato per farsi perdonare: era stato troppo duro, quando l' aveva diretta in Boccaccio '70. Un'imprevista manifestazione d' affetto. Così importante per Romy. Non se ne separava mai.

 

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