LA VENEZIA DEI GIUSTI – BERTOLUCCI SU BERTOLUCCI: UN SAPER PARLARE DI CINEMA CHE NON APPARTIENE PIÙ A NESSUN REGISTA ITALIANO. DEL RESTO, DI COSA DOVREBBERO PARLARE?

"Bertolucci on Bertolucci" di Luca Guadagnino e Walter Fasano, ritratto del più celebre regista italiano - Non si tratta della moda mortuaria e gerontofila di Venezia, della sua cinefilia muffita, delle sue Ville Arzille coi critici e i registi vecchissimi e male in arnese, ma di un lampo di intelligenza…

Condividi questo articolo


Marco Giusti per Dagospia

BERNARDO BERTOLUCCI E HAIFA AL MANSOUR A VENEZIABERNARDO BERTOLUCCI E HAIFA AL MANSOUR A VENEZIA

"Bertolucci on Bertolucci" di Luca Guadagnino e Walter Fasano, ritratto del più celebre regista italiano attraverso un montaggio di un paio d'ore scelte e accostate da una visione di ben 300 ore di sue dichiarazioni in varie lingue e per varie televisioni in tutto il mondo e' un vero e proprio evento per Venezia. In parte sottovalutato, dal momento che molti giornalisti non sono riusciti a vederlo e andava forse inserito in qualche proiezione più comoda e con maggior spolvero.

bertoluccibertolucci

Perche' quel che viene fuori da questo Bertolucci Talks e' il ritratto non solo di un grande regista che fa cinema anche quando parla ("parlare e' sempre meglio di niente" diceva Gustavo Dahl, teorico del Cinema Novo), ma e' anche il ritratto di una generazione cresciuta con lui e con le nouvelle vagues degli anni 60 e 70 e che attorno a quel linguaggio ha costruito il proprio.

novecento bertoluccinovecento bertolucci

Attentamente Guadagnino punta tutto su Bertolucci che non parla dei suoi film, ma di se stesso e del cinema e delle sue origini e della sua cultura. E ne parla in anni diversi e in lingue diverse, ma mantenendo sempre costante e sopra a tutto il gioco ironico e amorevole sulla messa in scena della propria infinita vanita' e sulla vanita' del cinema. E' lui la star, non i suoi film, il suo linguaggio, la sua cultura fatta di citazioni di Renoir e di ricordi familiari.

NANNI MORETTI BERNARDO BERTOLUCCINANNI MORETTI BERNARDO BERTOLUCCI

Storie e storie che abbiamo sentito mille volte dagli anni 60, il suo incontro con Pasolini, la loro scoperta verginale del fare cinema, ma che trovano nel montaggio che alterna lingue e anni di Bertolucci quasi un nuovo senso. Una specie di remix di un mondo che era fatto di esaltazione e passione, desiderio e ricerca. Un mondo che era il nostro e che ci appare oggi come un Eden lontano assolutamente da recuperare e far tornare a vivere.

isic01 bernardo bertolucci bernardo sicilianoisic01 bernardo bertolucci bernardo siciliano

Non si tratta della moda mortuaria e gerontofila di Venezia, del suo eterno sguardo al glorioso passato, della sua cinefilia muffita, delle sue Ville Arzille coi critici e i registi vecchissimi e male in arnese, ma di un lampo di intelligenza e di sapere parlare di cinema che non appartiene più a nessun regista italiano. Per quale ragione dovremmo sentirli parlare. E di cosa dovrebbero parlare?

 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…