1. DALL’HANGAR BICOCCA CHE SQUADERNAVA LE OPERE STRAORDINARIE DEL BRASILIANO CILDO MEIRELES ALLA MOSTRA DI PIERO MANZONI A PALAZZO REALE, DAI VENTUN FILM DI STAN VAN DER BEEK PROIETTATI DA VENTUN PROIETTORI SULLA CUPOLA DEL PLANETARIO DALLE DIECI DI SERA ALLE SEI DEL MATTINO ALLA PERFORMANCE DI "TRASLOCHI EMOTIVI" ALL'HOTEL SPLENDOR: BENVENUTI AL ‘’MIART’’, FIERA DELL’ARTE DI MILANO 2. IN FIERA E’ STATA FORTE L’ATTRAZIONE DEI COLLEZIONISTI VERSO I CLASSICI DEL NOVECENTO (FONTANA, PIERO MANZONI, CASTELLANI, BONALUMI, ETC.), UN RITORNO AL FUTURO CHE SI E’ CONIUGATO BENE CON LA FESTA ORGANIZZATA DALLE GALLERIE MENEGHINE IN UN CIRCOLO DI REDUCI E COMBATTENTI, TRASFORMATO IN BALERA CON DECORI TRA LA SAGRA PAESANA E “AMARCORD” DI FELLINI, LUCINE NATALIZIE, GHIRLANDE, PALLONCINI 3. SUL PALCHETTO I MUSICISTI DEL ‘’CIALTRON TRIO’’ CHE IN PURO STILE CAROSONE HANNO SFODERATO UN MISCHIONE BELLERECCIO DI FRED BONGUSTO, I BOYS TOWN GANG, ROCK’N’ROLL, ALAN SORRENTI (GRAN FINALE, POCO RADICAL-CHIC, CON IL FAMIGERATO ‘’TRENINO”)

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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

L'arte milanese fa gran festa in balera

Foto di Emanuele Satolli per Dagospia

FESTA IN BALERA PER MIARTFESTA IN BALERA PER MIART

Ivan Damiano Rota e Alberto Dandolo per Dagospia

La Milano trasversale, quella che passa dalla festa con le Veline a quella che va alla prima di un film ungherese non sottotitolato, la Milano degli addetti ai lavori, ma anche quella degli sfaccendati, ha vagato giorno e notte da un'esposizione all'altra, da un party all'altro: si, perchè questa tornata del Miart è stata finalmente "contornata" da feste e eventi ad hoc: balli ovunque sino a notte fonda. Religioso silenzio di giorno, musica a manetta, la notte.

Eventi ovunque dall'Hangar Bicocca a Palazzo Reale, sempre per rimanere in tema di trasversalità. Inaugurazioni delle gallerie in ogni angolo della città: performance di "Traslochi Emotivi" all'Hotel Splendor, megaesposizione di Gufram. La Fondazione Trussardi con il suo ciclo Cine Dreams tra arte, cinema e architettura dove l'architettura è la volta del Planetario di Milano: ventun film di Stan Van Der Beek proiettati da ventun proiettori sulla cupola del planetario dalle dieci di sera alle sei del mattino.

La stessa sera, tutti alla Sala Venezia, una balera anche club di reduci e combattenti, dove chi è arrivato presto ha potuto prendere posto a tavola: pasta alla norma, spiedini, polpette e patate nel menù: un'ambientazione tra la sagra paesana, i film di Federico Fellini e le luci di Tinto Brass (vedi la balera di "Miranda").

Artisti, galleristi, collezionisti, fancazzisti, Lorenzo Camerini, figlio del mitico Alberto "Rock & Roll Robot" Camerini, e altro ancora alla festa che le gallerie milanesi (le stesse che avevano inaugurato qualche ora prima),ovvero Lisson Gallery, Francesca Minini, Raffaella Cortese, Massimo De Carlo, Lia Rumma, Zero, Già Marconi, Studio Guenzani e kaufmann repetto (scritto così, minuscolo) hanno organizzato in questi spazi da "Amarcord" del Circolo Combattenti e Reduci.

Palle stroboscopiche, lucine tipo Natale, ghirlande, palloncini, cucina gestita dalle socie. II musicisti del Cialtron Trio hanno fatto scatenate il pubblico: in puro stile Renato Carosone hanno sfoderato il loro apprezzato repertorio vintage compresi Fred Bongusto, i Boys Town Gang, De Sica e via elencando.

Stranamente non hanno voluto soddisfare la richiesta di un ospite che voleva eseguissero "Non sono una Signora" di Loredana Bertè. Ma "Figli delle Stelle" di Alan Sorrenti è stata sparata due volte. Persino il trenino non è mancato, proprio come a Capodanno: ma sei fai il ‘'trenino'' qui, in un ambiente intellettual-chic, si sa, è tutta un'altra cosa. Una festa volutamente "provinciale", ma riuscitissima: a completare il "cast" l'uomo-palla: apriva la giacca e dalla pancia scaturiva un teatrino di ombre cinesi.

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Al pianoforte della sala per fumatori (una nuvola di tossicità mai vista dagli anni Settanta) un misterioso musicista dalla faccia bianca, un ricordo di Lindsay Kemp e del suo "Flowers": data l'atmosfera, ci si aspettava l'arrivo di una simil-Jeanne Moreau, maitresse in "Querelle" di Rainer Werner Fassbinder.

Tra gli ospiti anche Umberta Gnutti Gusalli Beretta, direttrice del Club del Restauro del Museo Poldi Pezzoli, Emanuela Schmeidler e Paola Manfrin. Una serata "finalmente "distonica" in una Milano appiattita dai soliti noti: finalmente una Milano facile da digerire, anche senza un Ramazzotti.

2. MIART, RITORNO AL MODERNO
Manuela Gandini per "la Stampa"

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L'attrazione verso il passato è fortissima e la mancanza di progettualità anche. Sarà perché le opere d'arte moderna sono gli unici beni rifugio, sarà perché gli emergenti, rispetto ai decenni passati, sono considerati a rischio, le protagoniste di Miart 2014 sono le gallerie d'arte moderna. Nella sezione Master sono stati allestiti 15 stand monografici, «per approfondire la conoscenza di alcuni tra i grandi maestri del Novecento», ha affermato il direttore Vincenzo de Bellis.

In realtà il moderno è oggi il mercato che tira più di tutti. La galleria Mazzoleni di Torino ha in trattativa un achrome di Piero Manzoni per 3 milioni di euro, Robilant+Voena (Londra, Milano) ha venduto, tra le altre, un'opera di Paolo Scheggi per 450 mila euro. Castellani, Scheggi, Bonalumi, Dadamaino, Pinelli, sono - con le dovute differenze di mercato - sulla cresta dell'onda. Gli Anni Settanta italiani spopolano dopo i successi alle grandi aste internazionali.

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Ma gli artisti storici sono anche nella sezione THENnow, che, come Artissima fa già da anni, accoppia i maestri ai contemporanei. Una formula che vede autori come Giuseppe Uncini, dal valore di opere che vanno dai 60 ai 150 mila euro (Galleria Fumagalli), accostato al norvegese Matias Faldbakken (Standard, Oslo) con opere monocrome dalle scritte accennate. Carla Accardi (Minini) con lo svizzero scozzese Nicolas Party (The Moden Institute, Glasgow) che propone coloratissime e rivitalizzate nature morte. Mario Schifano (Studio Marconi '65) è accostato ai pezzi in technicolor di Cory Arcangel (Lisson).

La predominanza di un ritorno al futuro è percepibile anche nella massiccia presenza di quadri astratti, optical e geometrici, che vanno dai Max Bill, sui 50 mila euro, agli anelli di Getulio Alviani con prezzi analoghi (Galleria L'incontro). Uno stand d'effetto è quello della Galleria Continua, interamente dedicato a Loris Cecchini, il quale ha alterato la parete che delimita la galleria con un Wall wave vibration (2012).

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La Nuova Galleria Morone ha proposto una personale di Maria Lai il cui lavoro, finalmente rivalutato, ha prezzi ancora accessibili che vanno da 30 a 70 mila euro. Come sta andando invece il contemporaneo? Un ottimismo cauto e moderato si è diffuso lentamente nelle gallerie che esponevano opere dai 3 ai 10 mila euro.

Un po' di movimento alla Prometeo Gallery, con video e foto di Regina José Galindo, sold out e alla Galleria Pantaleone con foto di Stefania Galegati e Favelli. Poggiali e Forconi (Firenze) sono soddisfatti per la vendita di Pignatelli e Bramante. E i giovanissimi?

La sezione Emergent, composta in prevalenza da gallerie straniere, forma un panorama di remix, popolato da opere neo-astratte e monocrome, ma nessuna stella all'orizzonte. Fotografia e video sono quasi del tutto spariti. Le gallerie giovani non si sbilancino commentando le vendite. A Miart, si percepisce quest'anno una corale soddisfazione non tanto o solo per le vendite in diretta, quanto per i contatti e le future possibilità commerciali.

 

 

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