1. TUTTO È SPETTACOLO, PERFINO LA SANTITÀ. E SOLTANTO UN GENIO ASSOLUTO DELLA COMUNICAZIONE COME BERGOGLIO POTEVA RENDERE DIGERIBILE E FRUIBILE ANCHE A UN VASTO PUBBLICO AGNOSTICO O ATEO LO SPETTACOLO DI UNA CHIESA CATTOLICA CHE SANTIFICA, PRIMA CHE SE STESSA, I PROPRI CAPI CON UN OCCHIO DI RIGUARDO, NELLA CONFEZIONE DEL SACRO EVENTO, AL POTERE IN OGNI SUA FORMA COSTITUITA (MUGABE COMPRESO) 2. ‘’IN PIAZZA SAN PIETRO, OLTRE AI QUATTRO PAPI, DUE VIVI E DUE SANTI, FANNO CAPOLINO TRE POSTCOMUNISTI CHE SEMBRANO TRE RE MAGI ANSIOSI DI UNA PASSERELLA ESCLUSIVA E UNIVERSALE. IL PRESIDENTE-RE, IL PREMIER BAMBINO, IL SINDACO IN BICICLETTA. NAPOLITANO, RENZI E MARINO VENGONO DALLA STESSA ‘DITTA', MA OGGI FRANCESCO SUPERSTAR SEMBRA IL PIÙ A SINISTRA DI TUTTI" (“IL FATTO QUOTIDIANO”) 3. MISERIA E NOBILTÀ: DAGO-VIDEO DELLA BOMBASTICA GIORNATA BY VERONICA DEL SOLDA’

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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

Due papi santi, due papi vivi, una città in delirio

1. DA NAPOLITANO A RENZI: AI PIEDI DELLE SANTE SCALE
Fabrizio d'Esposito per ‘Il Fatto Quotidiano'


Quattro Papi, due vivi e due santi, e tre postcomunisti che sembrano tre Re Magi ansiosi di una passerella esclusiva e universale. Il presidente-re, il premier bambino, il sindaco in bicicletta. Napolitano, Renzi e Marino vengono dalla stessa "Ditta", ma oggi Francesco superstar sembra il più a sinistra di tutti.

Anche se nel giorno di san Wojtyla e san Roncalli, il primo sconfisse il comunismo, il secondo scongiurò la guerra fredda, tra Bergoglio e la piazza c'è la barriera del Potere e della Casta. Un'immagine insolita per il pontefice che vive in 70 metri quadrati a Santa Marta. Guardando San Pietro, sul sagrato, a destra c'è la Casta di serie A. Le delegazioni di tutti i Paesi.

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Re Giorgio, con la moglie Clio che ha un'originale bombetta nera, è l'ultimo ad arrivare, otto minuti prima della celebrazione. Viene accolto da don Georg Gaenswein, in viola monsignore, che lo accompagna subito dal papa emerito. Il capo dello Stato si piazza in prima fila. Non si inginocchia mai, né fa la comunione. In fondo i Re Magi erano pagani.

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In terza fila da almeno mezz'ora c'è l'esuberante Renzi, già papa boy wojtyliano, anch'egli munito di consorte, la mora Agnese che ha una gonna corta, ovviamente nera, sopra il ginocchio. Renzi stringe mani, sorride, parla in inglese. È come se tra il sagrato e i tetti, dove c'è il fido Carrai, e la platea per la Casta di serie B, frontalmente alla basilica , dove siede la ministra Boschi, il potere mondano, cioè di questo mondo, canonizzasse il renzismo imperante. Del resto, manca un esponente di rilievo di destra (Forza Italia assente e Alfano non si vede), e la scena è tutta per il premier e i suoi fedelissimi.

Ignazio Marino, invece, che arriva in bici, è costretto ad accomodarsi oltre il giardino che orna il sagrato. Qui c'è l'altra Casta. Le poltrone non sono imbottite. Normali siede di plastica. Il sindaco di Roma ha accanto l'ex prodiano Sandro Gozi. I due si distraggono spesso, persino durante la liturgia eucaristica quando il silenzio è profondo e sacro. Bergoglio s'inchina davanti al corpo di Cristo e Marino e Gozi si voltano indietro, commentando la folla immane che forma un fiume immobile fino a via della Conciliazione.

Dietro di loro ci sono Maroni, il governatore lombardo, e altri due ministri, Martina e Mogherini. La già citata Boschi è protagonista di una gaffe gigantesca, da provincialotta inesperta. Indossa una giacca bianca. In occasioni come queste, il bianco, che è il colore del papa, è riservato solo alle regine dei Paesi cattolici. Come Sofia di Spagna e Paola del Belgio, che affiancano i rispettivi mariti. Tra i democristiani e affini, come i ciellini, si vedono Cesa, Casini, Lupi e Formigoni. Quest'ultimo sarà pure impresentabile ma non quanto il sanguinario dittatore Mugabe.

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La cerimonia è lunga, dura più di due ore. Napolitano segue dal libretto stampato in circostanze queste. La Boldrini, con il compagno, e Grasso sono ingessati con le mani giunte poggiate sulle gambe. La canonizzazione entra nel vivo con l'invocazione dello Spirito Santo. "Veni, creator Spiritus". "Visita le nostre menti". Renzi ha uno sguardo compunto. Chissà se i tre Re Magi fanno caso alla prima lettura. C'è la definizione del "comunismo" cristiano. Dagli Atti degli Apostoli: "Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno".

C'è una distanza enorme tra la proclamazione di questa lettura e la terrazza della prefettura per gli affari economici. Qui si arrampicano altri vip, soprattutto giornalisti. Lo scoop è di Dagospia, che presenzia alla liturgia. Bruno Vespa scala il tetto con la moglie Augusta Iannini. C'è anche Marco Carrai, il custode degli affari economici riservati di Renzi. È con la fidanzata che organizza mostre a Firenze. Poi si apparta con Ernst von Freyberg, il nuovo presidente dello Ior. Alla fine, sulla terrazza, si mangia pure, in stile Cafonal. Sembra una scena della Grande Bellezza, quando la "Santa" va a cena da Jep Gambardella.

Dopo due ore e mezzo di resistenza, finalmente Marino ha il suo momento. Bergoglio ringrazia il sindaco e questi non vede l'ora di salire sulla papamobile per abbracciarlo. I selfie si sprecano. Napolitano, più sobriamente, va da Francesco e si intrattiene per un paio di minuti. Non tutti i santi però entrano nell'antica litania che accompagna la funzione. Matteo l'evangelista c'è, naturalmente. San Matteo ora pro nobis.

MARINO BERGOGLIOMARINO BERGOGLIO VESPA, IANNINI, PREZIOSIVESPA, IANNINI, PREZIOSI

 

 

 

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