‘NDRANGHETA SCHIFOSA E INFAME: IN CALABRIA UCCISO E BRUCIATO UN BAMBINO DI TRE ANNI

I killer hanno ucciso Giuseppe Iannicelli, di 52 anni, e la sua compagna per un debito di droga - Ma nell’auto, al momento dell’agguato, c’era anche il nipotino di tre anni - Dopo l’omicidio, i sicari hanno dato alle fiamme il veicolo - Tutta la famiglia Iannicelli ha avuto problemi con il traffico di droga…

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Giuseppe Baldessarro per "la Repubblica"

L'ultimo a cui hanno sparato è stato Nicola, il bersaglio più facile. Aveva tre anni ed era nel seggiolino sul sedile posteriore della Fiat Punto. Le belve pochi istanti prima avevano ucciso il nonno del bambino Giuseppe Iannicelli, di 52 anni, e la sua compagna Ibtissan Touss, una giovane marocchina che di anni ne aveva 27. Un massacro, di cui ieri mattina sono stati ritrovati soltanto pochi resti carbonizzati.

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Gli scheletri delle tre vittime li ha scoperti per caso un cacciatore. I corpi erano ancora tra le lamiere dell'auto bruciata per cancellare le tracce. L'uomo era nel cofano, la donna davanti, e dietro i resti del piccolo. Sul tettuccio della macchina la firma degli assassini: una moneta da 50 centesimi che spiega tutto. Iannicelli è stato punito per non aver pagato una partita di droga.

GIRO D'AFFARI DELLA NDRANGHETAGIRO D'AFFARI DELLA NDRANGHETA

I killer secondo una prima ricostruzione gli hanno teso un agguato, era lui l'obiettivo. Una trappola, dalla quale pensava di essersi messo al riparo presentandosi con la compagna e il nipotino. Invece niente, i sicari lo hanno freddato appena sceso dall'auto, poi hanno sparato ancora sui due innocenti. Senza pietà. Per gli investigatori il triplice omicidio non è stato compiuto sul posto. La Fiat Punto e i cadaveri sono stati portati successivamente dietro il vecchio capannone isolato di contrada Fiego. Il luogo ideale per dare fuoco a tutto lontano da occhi indiscreti.

MATRIMONI DELLA NDRANGHETAMATRIMONI DELLA NDRANGHETA

Un massacro che ha turbato persino un magistrato esperto come il procuratore della Repubblica di Castrovillari, Franco Giacomantonio: «Come si fa ad uccidere un bambino di tre anni in questo modo? Si è superato ogni limite. In tanti anni di lavoro credo che questo sia uno degli omicidi più efferati di cui mi è toccato occuparmi».

L'auto era fredda, e questo fa ritenere che il rogo possa risalire ai giorni precedenti. Gli assassini sarebbero entrati in azione venerdì pomeriggio, quando era scattato l'allarme lanciato da uno dei figli di Iannicelli che non li aveva visti tornare. L'uomo era sottoposto all'obbligo di stare a casa dalle 8 di sera alle 8 di mattina in quanto sorvegliato speciale.

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L'indagine è affidata al pm Guido Quaranta, è tutt'altro che semplice. La moneta lasciata come firma dai killer e i precedenti penali di Iannicelli, che aveva già scontato una condanna a 8 anni di carcere, raccontano che era ben introdotto negli ambienti della criminalità che gestisce il narcotraffico.

Iannicelli doveva essere ammazzato per un debito non onorato con i clan. Lo spaccio legava le sorti di molti dei componenti della famiglia. La moglie del sorvegliato speciale è agli arresti per droga, così come i genitori del piccolo Nicolas e un'altra delle figlie di Iannicelli.

DROGA NDRANGHETADROGA NDRANGHETA

Il sindaco Gianni Papasso ha parlato di una comunità "sbigottita". In contrada Fiego si è recato anche il vescovo della diocesi Nunzio Galantino, da poco nominato da Papa Francesco, Segretario generale ad interim della Conferenza Episcopale Italiana. La modalità della strage ha scosso tutti gli abitanti di Cassano allo Jonio.

LA SCENA DEL DELITTOLA SCENA DEL DELITTO

 

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