1. ALTRO CHE UCCELLI DI ROVO: IL CASO DI DON CONTIN È MEGLIO DI QUALUNQUE B-MOVIE!
2. IL PRETE PIÙ AMATO DAI PORCELLONI PADOVANI AVEVA 15 AMANTI: LE PARROCCHIANE CONFESSAVANO PROBLEMI CONIUGALI O ECONOMICI E LUI, DOPO AVERLE 'ASSAGGIATE', LE SCHIAFFAVA SUI SITI DI SCAMBISTI E LE VENDEVA A DECINE DI CLIENTI, DIRETTAMENTE E ONLINE
3. IL PARROCO AVEVA UN TENORE DI VITA DEGNO DEL MAGNACCIA CHE ERA: SPESSO ALL'ESTERO, FREQUENTAVA I MIGLIORI BORDELLI D'EUROPA DOVE FACEVA PROSTITUIRE LE SUE 'FIDANZATE' 
4. E LA CURIA? NATURALMENTE SAPEVA TUTTO DA MESI, MA SI AGGRAPPA AI PATTI LATERANENSI: ''MANCAVA IL CONSENSO DELLE PERSONE COINVOLTE, NON POTEVAMO DENUNCIARLO''

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1. PRETE HOT, 15 AMANTI. FOTO SU SITI SCAMBISTI

Renato Piva per il ''Corriere del Veneto''

 

DON ANDREA CONTIN DON ANDREA CONTIN

Don Andrea Contin è un affare ogni giorno più complicato e sorprendente. Senza facili ironie, l’inchiesta sull’ormai ex parroco del rione San Lazzaro, Padova, indagato per violenza privata e favoreggiamento della prostituzione, pare essere a una prima, importante svolta. Inquirenti blindati e avvocati abbottonati, ma il b-movie del sesso in salsa padovana nato con la denuncia di una parrocchiana di don Andrea, nelle ultime ore sta pian piano prendendo le forme di un kolossal a luci rosse.

 

Le amanti del parroco

Fin qui si è detto di tre donne. Ora pare che il conto possa salire almeno fino a quindici. C’è quella che il sei dicembre scorso ha denunciato, raccontando di rapporti con Contin, di sesso sempre più spinto, coadiuvato da tanti simpatici oggetti del piacere/dolore e sfociato, infine, in orge con più partener maschili «selezionati » dal don, nel doppio ruolo di amante impositore e (se saranno provati eventuali pagamenti) ruffiano.

 

Poi, nelle settimane successive, altre due hanno confermato i rapporti con il parroco e la propensione di lui per l’estremo e il gruppo, senza però denunciare. Ce ne sarebbero molte altre: appunto una quindicina. Il contatto con don Andrea era sempre lo stesso: la ricerca di conforto e confronto per un problema in famiglia, nel lavoro, di fede o nella sfera personale. Parrocchiane, dunque, che don Andrea avrebbe irretito e coinvolto nel suo gioco.

DON ANDREA CONTIN DON ANDREA CONTIN

 

Sesso «2.0»

Alla ricerca di nuovi partner, di situazioni particolari, forse anche di denaro, don Contin non avrebbe rinunciato alla tecnologia. Accertamenti sono in corso per rintracciare passaggi e contatti del sacerdote su scambiomoglie.it, annunci69.it, Bakekaincontri.com e altri siti per scambi di coppie e derivati.

 

Don Andrea, confermano alcune fonti, avrebbe inserito i profili delle amanti proponendole all’esterno, ma si sta cercando di capire se non siano state le stesse donne a postare gli annunci, indotte, spinte o comunque animate in qualche modo dall’ex parroco. Chiaramente, alla giustizia penale interessa capire se per quegli incontri siano stati chiesti dei compensi: darebbe corpo al favoreggiamento.

 

Gli uomini

DON ANDREA CONTIN DON ANDREA CONTIN

Tante donne e il ricorso a internet rendono più complicato il quadro. Si guarda ai «contatti », alle conoscenze di don Andrea. Ci sono sicuramente padovani, ma l’uso del web fa pensare a un giro molto più ampio. Quanti sono? Il sospetto è che si tratti di decine di persone. Anche qui, solo indiscrezioni: i carabinieri coordinati dal maresciallo Alberto di Cunzolo, cui è delegata l’indagine operativa, avrebbero in agenda confronti ogni giorno, fino a fine gennaio. Come dire: tanta roba. Anche qui, si vuole capire se si tratti di clienti, «utilizzatori finali» o che altro. Alcuni dei coinvolti hanno già avuto il faccia a faccia con gli investigatori. Qualcuno ha ammesso di aver pagato? Su questo nulla si è saputo: nebbia fitta.

 

Altre conferme

Andrea Contin aveva un tenore di vita fuori scala rispetto al portafoglio di un parroco di quartiere. Viaggi piuttosto frequenti, in Italia e all’estero. Spesso soggiorni brevi, ma in hotel di buon rango. Austria, Croazia, Roma... Viaggi di coppia, inutile dirlo: il don aveva con sé l’amante. Meglio: una delle amanti. Confermato anche quanto scritto ieri dal Mattino di Padova: una puntatina a Cap d’Agde, la mecca degli scambisti nel Linguadoca- Rossiglione, sud della Francia. L’ex parroco, dopo lo scandalo, è stato allontanato da San Lazzaro.

 

Sarebbe in Italia, dopo alcuni giorni all’estero. Il suo avvocato, Michele Godina, lo rincontrerà dopo le feste. Dovrà nominare un esperto che faccia da contraltare al consulente cui il pubblico ministero Roberto Piccione, titolare dell’indagine, affiderà l’esame dei dvd sequestrati in canonica. Conterrebbero i filmati delle orge, col trucco del don contro occhi indiscreti: i nomi dei Papi sulle custodie e i dischi.

 

 

2. DON CONTIN, LA CURIA AMMETTE: “RICEVUTE SEGNALAZIONI SU COMPORTAMENTI POCO ORTODOSSI”. MA NON ERA PARTITA DENUNCIA

Giuseppe Pietrobelli per www.ilfattoquotidiano.it

 

Alla fine la Curia di Padova ha dovuto fare un mea culpa pubblico e ammettere che della canonica a luce rosse qualcosa sapeva. O perlomeno erano arrivate denunce da parte di donne che segnalavano il comportamento poco ortodosso di don Andrea Contin, un parroco che a quanto sta emergendo dall’inchiesta condotta dai carabinieri aveva il vizietto del sesso sfrenato.

 

LA PARROCCHIA DI SAN LAZZARO DI PADOVA DI DON ANDREA CONTIN LA PARROCCHIA DI SAN LAZZARO DI PADOVA DI DON ANDREA CONTIN

La capitolazione delle gerarchie ecclesiastiche della città del Santo è arrivata sotto forma di un comunicato, a distanza di oltre una settimana dall’esplosione dello scandalo, dalla perquisizione nella canonica di San Lazzaro e dalla convocazione di don Andrea nella caserma dei carabinieri per la notifica del provvedimento di sequestro di oggetti che hanno più attinenza con un sexy-shop che con una chiesa. Provvedimento motivato da un’indagine per sfruttamento della prostituzione e violenza privata.

 

Il vescovo monsignor Claudio Cipolla subito dopo la prima eco pubblica aveva incontrato il parroco, convincendolo a trasferirsi in una comunità protetta, in attesa degli eventi. Ma siccome in questi giorni sui giornali locali sono usciti dettagli piccanti, compresa l’indiscrezione che la Curia fosse al corrente di alcuni fatti, l’ammissione è arrivata. “Dalla comunità di San Lazzaro ci erano arrivate segnalazioni, avevamo anche aperto un’inchiesta interna, ma l’intervento della magistratura è arrivato prima della nostre conclusioni”.

 

La Diocesi si affida alle norme canoniche. “In caso di segnalazioni riguardanti comportamenti di sacerdoti la prassi ecclesiale prevede una verifica dell’attendibilità e della fondatezza delle informazioni, attraverso un procedimento canonico. Nello specifico del presbitero don Andrea Contin l’autorità diocesana, a seguito delle segnalazioni giunte nei mesi scorsi, ha avviato una indagine previa”. Fase non conclusa, anche se il tempo trascorso è stato di almeno qualche mese. Sono arrivati prima i carabinieri.

DON ANDREA CONTIN DON ANDREA CONTIN

 

Perché nessuno ha informato l’autorità civile? “Da parte dell’autorità ecclesiastica non è stato consegnato alcun fascicolo alla magistratura ordinaria, perché, come prevedono i Patti Lateranensi, mancava il previo consenso delle persone coinvolte”. Una sottovalutazione? La Curia ammette: “I fatti, oggetto delle indagini, sono molto gravi e ciò addolora il vescovo e la comunità cristiana. È necessario che sia fatta verità, ma è doveroso rispettare il diritto alla buona fama e alla privacy, non solo del sacerdote, ma anche delle donne che hanno avuto il coraggio di segnalare ogni cosa all’autorità, sia civile che ecclesiastica”.

 

Quindi le donne coinvolte da don Andrea erano uscite allo scoperto. Una di loro, volontaria in parrocchia, intervistata da Il Mattino di Padova, ha dichiarato: “Ero con lui in canonica, stavamo nello studio. Mi chiamava spesso, diceva che aveva sempre bisogno di me, che non poteva farne a meno. Dopo un po’ si è avvicinato e mi ha baciato. Tutto è cominciato lì”. Il sesso? “Avveniva in canonica e in diverse case… ma non dico di più perché ci sono accertamenti. Quando? A tutte le ore: di mattina, di pomeriggio, a notte fonda. Sempre”.

 

Ai carabinieri non interessano i vizi privati di un sacerdote, ma la verifica dell’ipotesi di violenza privata nelle pratiche sessuali e di sfruttamento della prostituzione, ovvero l’aver lucrato su prestazioni a pagamento. Stanno venendo a galla particolari molto imbarazzanti.

 

Ad esempio il fatto che Don Andrea cercasse su siti a luci rosse uomini con cui far incontrare le sue amanti. Verifiche sono in corso su siti di annunci come Bakeca.it, Annunci69.it o Scambiomoglie.it dove comparivano offerte di sesso con fotografie. Ci sono poi le cassette registrate di incontri sadomaso che si sarebbero consumati in canonica, dove l’armamentario del piacere era molto vario, spaziando dalle fruste ai collari, dalle scarpe con il tacco a spillo ai vibratori, dai guinzagli ai falli in lattice.

CARABINIERI 2 CARABINIERI 2

 

Se si trovasse la prova di incontri a pagamento (decisive saranno le testimonianze degli uomini che si stanno rintracciando) allora l’ipotesi di sfruttamento della prostituzione avrebbe un fondamento. Le donne coinvolte potrebbero essere almeno una decina e alcune di loro hanno già raccontato i risvolti di relazioni turbolente, con scambi di coppia e sesso consumato, contro la loro volontà, con altre persone. Insomma, nella canonica di San Lazzaro sarebbe accaduto di tutto. Possibile che nessuno se ne fosse accorto? Anche perché don Andrea aveva una vita movimentata.

 

 Viene descritto come un sacerdote super attivo. Aveva fondato una comunità per anziani. Prima di diventare prete si era laureato in giurisprudenza e aveva lavorato in Polizia. Da parroco non disdegnava i viaggi, sempre in compagnia femminile, e con gli alberghi si trattava molto bene. Un tenore di vita se non agiato, perlomeno superiore a quanto il suo guadagno come sacerdote gli consentisse. Da dove arrivava la disponibilità economica? E’ quello che vogliono sapere i carabinieri guidati dal maresciallo Alberto Di Cunzolo.

 

Di prove sul sesso consumato in canonica ne sono trovate molte. Le più imbarazzanti alcune video cassette con la registrazione di orge. Allineate in libreria, avevano sulla copertina i nomi dei papi. Per non destare sospetti.

 

 

 

 

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