IL BILANCIO DEI MORTI ALLA CROCUS CITY HALL SALE A 93 - LA STRAGE DI MOSCA È UN SEGNO DI DEBOLEZZA PER VLADIMIR PUTIN, APPENA RIELETTO RIVENDICANDO DI ESSERE L'UNICO IN GRADO DI GARANTIRE LA SICUREZZA DEL PAESE - LA PRESIDENZA DI "MAD VLAD" È STATA "FORGIATA" NEL SANGUE: NEL 2002 SI RIFIUTÒ DI LIBERARE 130 OSTAGGI AL TEATRO DUBROVKA, E LI UCCISE CON IL GAS INSIEME A 41 SEQUESTRATORI  - E ORA CHE SUCCEDE? PUTIN HA SEMPRE RISPOSTO AI TERRORISTI CON REAZIONI VIOLENTE (NEL 1999, DA PREMIER, DISSE: “ANDREMO AD AMMAZZARLI ANCHE AL CESSO”), MA CI SARANNO RIPERCUSSIONI ANCHE NELLA GUERRA IN UCRAINA... - VIDEO

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STRAGE MOSCA, SALE A 93 IL BILANCIO DELLE VITTIME

(ANSA) - Il bilancio delle vittime dell'attacco terroristico al Crocus City Hall a Mosca è salito a 93 vittime, ha dichiarato la commessione investigativa russa citata dalla Tass.

 

CASA BIANCA CONFERMA, MOSCA AVVERTITA DEL RISCHIO ATTACCHI

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(ANSA) - La Casa Bianca ha confermato le indiscrezioni di qualche ora fa di Cnn e New York Times che gli Stati Uniti avevano avvertito Mosca all'inizio di marzo di un attacco terroristico che avrebbe potuto colpire "grandi raduni" a Mosca. "All'inizio di questo mese, il governo americano aveva informazioni su un piano per un attacco a Mosca contro grandi raduni e concerti" e le "ha condivise con le autorità russe", ha detto la portavoce del Consiglio oer la sicurezza nazionale Adrienne Watson.

 

MEDIA, PUTIN AVEVA DEFINITO L'AVVERTIMENTO USA UN 'RICATTO'

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(ANSA) - Il presidente russo Vladimir Putin aveva respinto gli avvertimenti occidentali su possibili attacchi terroristici a Mosca definendoli un "ricatto" solo qualche giorno fa. L'Ambasciata statunitense in Russia aveva pubblicato il 7 marzo scorso un'allerta sul proprio sito web consigliando ai cittadini americani di evitare i grandi raduni nella capitale russa, inclusi i concerti, nelle successive 48 ore a causa di possibili attentati terroristici. Un messaggio che era stato ripreso anche dal ministero degli Esteri britannico sul proprio sito.

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Martedì scorso (19 marzo), la Tass aveva riferito che Putin - intervenendo a una riunione del Consiglio di sicurezza federale - aveva definito un vero e proprio "ricatto" l'avvertimento dell'Occidente su possibili attacchi terroristici nel Paese. Il leder russo aveva ricordato le "recenti dichiarazioni provocatorie di alcune strutture ufficiali occidentali su possibili attacchi terroristici in Russia" e aveva commentato: "Sembra un vero e proprio ricatto e un tentativo di intimidire e destabilizzare la nostra società". Aggiungendo: "L'Occidente ha praticato l'uso di tutti i tipi di gruppi terroristici radicali transfrontalieri nei suoi interessi e ha incoraggiato la loro aggressione contro la Russia".

 

STRAGE MOSCA: CREMLINO ANNUNCIA 11 ARRESTI, 4 TERRORISTI

(ANSA) - Il direttore dei servizi di sicurezza russi Fsb ha riferito al presidente Vladimir Putin l'arresto di 11 persone, tra cui quattro terroristi coinvolti nell'attentato al Crocus City Hall di Mosca. Lo riferisce il, servizio stampa del Cremlino citato dalla Tass.

 

In precedenza il capo della commissione per la politica dell'informazione della Duma di Stato Alexander Khinshtein aveva dichiarato che le forze dell'ordine hanno arrestato due presunti sospetti per l'attacco terroristico al Crocus: "Secondo le prime informazioni, l'auto dei sospettati è stata avvistata ieri sera vicino al villaggio di Khatsun, nel distretto di Karachinsky della regione di Bryansk.

 

 L'auto non si è fermata alla richiesta degli agenti di polizia e ha cercato di fuggire", ha scritto su Telegram Khinshtein. Secondo il suo resoconto, l'auto si è ribaltata durante l'inseguimento. "Uno dei terroristi è stato arrestato sul posto e gli altri sono fuggiti nella foresta. Un secondo sospettato è stato trovato e arrestato in un'operazione di ricerca alle 3,50 del mattino. Le ricerche degli altri proseguono", ha aggiunto. Khinshtein ha detto che sono stati sequestrati una pistola, una cartuccia per fucile d'assalto AKM e passaporti tagiki.

 

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STRAGE MOSCA, PUBBLICATI I NOMI DI 99 FERITI

(ANSA) - Il ministero russo per le Emergenze ha pubblicato l'elenco aggiornato dei feriti nell'attacco terroristico di ieri sera a Mosca, che include 99 nomi: lo riporta la Tass.

 

MOSCA, TERRORISTI AVEVANO FUCILI D'ASSALTO KALASHNIKOV

(ANSA) - I terroristi che hanno attaccato ieri sera la sala da concerti Crocus City Hall provocando oltre 60 morti erano armati di fucili d'assalto Kalashnikov e avevano munizioni in abbondanza: è quanto emerge da un video pubblicato dall'ufficio stampa del Comitato investigativo russo. Lo riporta la Tass. Tra le armi raccolte dalle forze di sicurezza anche un Kalashnikov personalizzato e una cintura piena di caricatori utilizzata dai terroristi.

 

STRAGE MOSCA, OLTRE 470 PERSONE PER DOMARE LE FIAMME

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(ANSA) - Oltre 470 persone sono state coinvolte nelle operazioni per domare l'incendio che ha distrutto la sala da concerti Crocus City Hall attaccata ieri sera da un gruppo di uomini armati: lo ha reso noto alla Tass il ministero delle Emergenze russo. "Si tratta di un totale di 477 persone e 183 unità di attrezzature coinvolte, di cui 192 persone e 79 unità di equipaggiamento del ministero delle Emergenze russo", ha affermato un portavoce del ministero.

 

STRAGE MOSCA, XI INVIA LE SUE 'CONDOGLIANZE' A PUTIN

(ANSA-AFP) - Il presidente cinese Xi Jinping ha inviato le sue "condoglianze" al presidente russo Vladimir Putin per l'attacco terroristico di ieri sera a Mosca: lo riferiscono i media statali cinesi.

 

 

 

STRAGE MOSCA, TRE BAMBINI FRA LE VITTIME

(ANSA) - Ci sono anche tre bambini tra le vittime dell'attacco terroristico al Crocus City Hall a Mosca, secondo l'elenco diffuso questa mattina dall'autorità sanitaria locale, scrive la Tass. Altre 121 persone, tra cui tre bambini, rimangono ricoverate in ospedale.

 

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PUTIN AVEVA IGNORATO GLI ALLARMI: COSÌ L’ATTACCO A MOSCA APRE UN FRONTE INATTESO (ED È UN COLPO ALLE SUE PROMESSE)

Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

 

[…] Le intelligence straniere avevano intuito che qualcosa di molto brutto poteva accadere. Ma la distanza che divide la Russia dal mondo occidentale si misura anche con un evento terribile come questo. Poco dopo la sua rielezione, Vladimir Putin aveva irriso l’allarme lanciato dagli Usa, definendolo come «un ricatto» e un tentativo dell’Occidente di «intimidire e destabilizzare la nostra società». Il muro della diffidenza e dei sospetti reciproci non è mai stato così alto.

 

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]…] Inutile immaginare chi si celi dietro questo attentato. Se confermata, la rivendicazione dell’Isis sembra quasi il male minore. A questo siamo ridotti. Perché da due anni per la Russia esiste ormai il perfetto capro espiatorio di ogni nefandezza. Non a caso l’Ucraina è stata veloce nel dire che non c’entra nulla. Kiev ha in effetti ben poco da guadagnare da una simile strage. La simpatia e l’appoggio del mondo intero non si guadagnano certo ammazzando vittime innocenti.

 

Per Putin, si tratta di un duro colpo alla propria immagine. La sua recente campagna elettorale si era basata sulla sicurezza. Io sono l’unica persona che vi può proteggere: è sempre stato questo il suo principale messaggio alla popolazione. Il presidente russo edificò la propria ascesa sulle macerie dei palazzi distrutti dagli attentati alla dinamite che nel settembre del 1999 uccisero 293 persone. Era stato nominato da poco primo ministro.

 

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Quelle bombe, della cui paternità si discute ancora oggi, furono ufficialmente attribuite ai ribelli daghestani e ceceni. «Andremo ad ammazzare i terroristi anche al cesso» disse il futuro presidente. Quella frase fece impennare la popolarità di un personaggio politico all’epoca sconosciuto alla maggioranza dei russi, e formò la sua immagine di «uomo forte» alla quale fu fedele anche nei quattro drammatici giorni dell’ottobre 2002, durante il sequestro collettivo al teatro Dubrovka di Mosca.

 

I media russi, a quel tempo ancora liberi di avere una opinione propria, chiedevano una soluzione non cruenta della vicenda. Putin non li ascoltò. Non poteva tradire l’immagine di leader spietato con i nemici che aveva offerto alla sua gente. I 41 guerriglieri del comando ceceno vennero uccisi. Morirono però anche 130 ostaggi, la maggioranza dei quali avvelenati dai gas usati dalle Forze speciali durante l’irruzione.

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[…] Purtroppo per lei, la Russia ha una recente tradizione di attentati sul proprio territorio. Anche in tempo di pace. I più recenti sono sempre stati opera di islamisti radicali. Il 29 marzo del 2010, a Mosca esplosero due bombe in altrettante stazioni della metropolitana. Morirono 39 persone. Il 21 agosto dello stesso anno, i servizi russi uccisero in Daghestan, l’organizzatore dei due attentati, Magomedali Vagabov. Il 24 gennaio 2011, all’aeroporto Domodedovo un terrorista dell’Inguscezia si fece esplodere facendo 38 vittime. L’atto venne rivendicato dalla sedicente repubblica islamica dell’Ichkeria (Cecenia e Inguscezia), in risposta alle «persecuzioni dei musulmani in tutto il mondo».

 

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A ogni azione terroristica, è sempre seguita una reazione violenta da parte del Cremlino. Ma è come se l’eterna maledizione del Caucaso riportasse Putin alla casella di partenza della sua storia personale. Forse la guerra non avrà l’ulteriore espansione che il mondo intero teme. Ma non perderà certo di intensità, allontanando ancora di più ogni remota ipotesi di negoziato. Quando è in ambasce, il presidente russo conosce un solo modo per uscirne, e per rinsaldare la sua aura da zar invincibile.

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Sangue chiama sempre sangue.

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