BLOOD DIAMOND - UN LIBRO RICOSTRUISCE LA STRISCIA DI SANGUE E MORTE DIETRO IL KOH-I-NOOR L’ENORME DIAMANTE CHE LA REGINA ELISABETTA NON HA VOLUTO INDOSSARE - APPARTENUTO AGLI IMPERATORI MOGOL PASSO’ AL SOVRANO PERSIANO NADER CHE VENNE ASSASSINATO DA UN SUO FEDELISSIMO AFGANO. FINO A QUANDO…

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Paolo Bertinetti per “La Stampa”

 

KOH I NOOR KOH I NOOR

Un gioiello, come un quadro di Picasso o di Matisse, vale tanto quanto l' acquirente è pronto a pagarlo - sempre che sia in vendita. In questo senso il Koh-i-Noor, il diamante più famoso del mondo, non ha prezzo. È infatti inutile ipotizzare quale sarebbe il suo valore, dato che Sua Maestà Elisabetta II non ha nessuna intenzione di venderlo.

KOH I NOOR - Anita Anand e William Dalrymple KOH I NOOR - Anita Anand e William Dalrymple

 

La storia di questo mitico gioiello è stata ricostruita in un libro di Anita Anand e William Dalrymple appena uscito nel Regno Unito, che parte da un ritratto storico su che cosa erano le pietre preziose per gli imperatori Mogol del Seicento, per poi concentrarsi sulla vicenda del Koh-i-Noor.

 

Da dove arrivasse non è certo, ma si sa che a partire dalla metà del diciassettesimo secolo il gioiello adornava il Trono del Pavone dell' imperatore Jahan. Da lì, nel 1739, se lo portò via il sovrano persiano Nader a conclusione del saccheggio di Delhi: tolse dal Trono sia il diamante, sia uno splendido rubino (i rubini erano particolarmente apprezzati in quanto erano considerati come il distillato dei raggi del sole al tramonto), e li destinò ad ornare le sue braccia.

 

UNA SCIA DI VIOLENZA

KOH I NOOR KOH I NOOR

Non per molto: pochi anni dopo Nader venne assassinato e un suo fedelissimo, l'afgano Ahmad, recuperò il Koh-i-Noor per portarlo lui al braccio. Il diamante, al di là della sua bellezza, si trasformò così in un simbolo di potere e come tale fu considerato dai discendenti di Ahmad, signore di un regno che occupava parte dell'Afganistan e dell'India settentrionale (grosso modo l' attuale Punjab). Ragion per cui, quando il signore della guerra Ranjit Singh si impadronì del Punjab, si prese anche il Koh-I-Noor. A questo punto siamo ai primi dell' Ottocento: ma la sorte del gioiello è sempre la stessa.

 

ARRIVANO GLI INGLESI

DIAMANTE KOH I NOOR DIAMANTE KOH I NOOR

Quando gli inglesi, dopo la morte di Ranjit Singh e dopo un decennio di spedizioni militari, nel 1849 riuscirono ad annettere il suo regno all' Impero Britannico, si presero anche il prezioso diamante. Il governatore Lord Dalhousie dichiarò solennemente di avere arricchito di ulteriori quattro milioni di sudditi l'Impero Britannico e di avere fatto in modo che la magnifica gemma degli imperatori Mogol potesse andare ad abbellire la corona della Sovrana.

 

Dopo avere fatto confezionare un rapporto che raccontava la storia del Koh-i-Noor abbellendo i pochi fatti con le leggende che lo riguardavano, Dalhousie collocò il preziosissimo diamante in un sacchetto di cuoio che sistemò sotto la camicia e lo portò lui stesso a Bombay affinché fosse spedito a Sua Maestà la regina Vittoria.

 

KOH I NOOR KOH I NOOR

In realtà il diamante non brillava di una luce particolarmente splendente; e quando fu messo in mostra nel corso della Great Exhibition del 1851, poggiato su un panno di velluto nero, gli furono piazzati intorno degli specchi per accentuarne la luminosità. Fu Albert, il principe consorte, a decidere il da farsi per ovviare alla parziale delusione.

 

Il Koh-i-Noor fu affidato a dei tagliatori particolarmente esperti affinché provvedessero a tagliarlo nuovamente, in modo che potesse rivelare tutta la lucentezza che, per così dire, racchiudeva in sé. A operazione conclusa (al termine della quale il diamante risultò quasi dimezzato), il Koh-i-Noor fu sistemato al centro della corona della regina Vittoria.

Se l'India era il gioiello dell'Impero, era «logico» che il gioiello venuto dall' India andasse ad adornare la corona dell'Imperatrice.

 

REGINA ELISABETTA REGINA ELISABETTA

Nella nuova versione il diamante era stato ridotto a 93 carati. Quello che Richard Burton regalò a Liz Taylor, di circa 70 carati, dopo il divorzio fu venduto dall'attrice per cinque milioni di dollari (ma nel lontano 1978: sono almeno 10 milioni di adesso). Per il Koh-i-Noor, come si diceva, un prezzo non è ipotizzabile. Come non è ipotizzabile l' ipotesi di una restituzione, che è quanto India e Pakistan hanno in diverse occasioni richiesto, più per principio che altro.

 

La maledizione La regina Elisabetta, comunque, non lo ha mai indossato.

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Probabilmente perché ha voluto essere «politicamente corretta»: era diventata regina pochi anni dopo la fine del dominio coloniale sull'India. Ma forse, chissà, anche per una sorta di superstiziosa precauzione. Da quando il Koh-i-Noor divenne simbolo di potere, i sovrani che se ne adornarono, dopo qualche tempo, persero il loro regno. Elisabetta, che non lo ha mai indossato, regna da sessantacinque anni.

 

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