Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Quando Sanaullah Ghafari, nome di battaglia Shahab al Muhajir, ha assunto la guida dello Stato Islamico-Khorasan era poco noto. C’erano incertezze sulle sue origini, perfino sulla sua vera identità. Era l’estate del 2020. Non ha impiegato tanto a farsi conoscere a colpi di attentati […] Gli storici dell’estremismo spiegano che Ghafari, nato nel 1994, è cresciuto a Kabul, dove ha studiato ingegneria, ma la sua vita ha preso una strada diversa ed è diventato membro di un apparato di sicurezza […]
Facile presentarlo come «un agente» del governo repubblicano […] In realtà queste sovrapposizioni non sono rare, l’attuale capo di al Qaeda, l’egiziano Seif al Adel, ha militato in un corpo scelto e così altri seguaci della guerra santa. Ghafari, prima ancora di prendere le redini, ha avuto rapporti con diverse frange dell’integralismo dello scacchiere.
[…] il «soldato Sanaullah» avrebbe condiviso momenti con il famigerato clan Haqqani, l’ala talebana più radicale, basata nella regione di Kandahar, abile nel costruire contatti con chiunque gli possa portare dei ricavi. I talebani, però, sono diventati l’avversario più vicino per «Khorasan», dove sono affluiti molti dissidenti. E una volta investito del titolo di «emiro» Ghafari ha accentuato la guerra con attacchi, attentati, omicidi mirati e proselitismo intenso.
Per allargare i ranghi e presentare un programma alternativo agli scontenti tra i mullah, un progetto con in mente incursioni molto più lontane. La propaganda interna ha definito il suo numero uno «un leone», sottolineando la capacità nelle attività all’interno delle città. E l’idea di portare la guerra nei centri abitati, prendendo di mira ambasciate, alberghi, luoghi istituzionali, si è rivelata efficace anche se ha provocato una reazione. […]
All’inizio dell’aprile del 2023 il leader ha diffuso un audio per onorare il «martirio» di alcuni dirigenti ribadendo la volontà di andare avanti. […] il Khorasan avrebbe pianificato la nuova sfida a metà dello scorso anno con alcune mosse. Arruolamento e reclutamento di mujaheddin nelle ex repubbliche sovietiche, in particolare il Tagikistan.
Infiltrazione di complici in Europa. Creazione di appoggi in Turchia. Invio di denaro attraverso corrieri e cambiavalute. Comunicazioni con piattaforme sul web. Schieramento di facilitatori in Stati vicini ai target, uomini che danno ordini o semplicemente «consigliano» lasciando poi autonomia ai seguaci su come fare.
L’apparato Khorasan […] si è rivelato letale, è cresciuta l’immagine di Ghafari come arcinemico, posizione «consacrata» dalla taglia di 10 milioni offerta dagli Stati Uniti e dalla caccia dei suoi avversari. Nell’estate del 2023 lo avevano dato per ucciso nel Kunar, i talebani invece sono convinti che sia sempre al comando, forse nascosto in territorio pachistano oppure nel turbolento Baluchistan. […]