CIAK, GROTTA CONTINUA – ARRIVANO LE PRIME PROPOSTE DI HOLLYWOOD AI 12 RAGAZZINI SALVATI IN THAILANDIA. IL PRODUTTORE MICHEAL SCOTT, SPOSATO CON UNA DONNA THAILANDESE CHE ANDAVA A SCUOLA CON SAMAN KUNAN (L’UOMO MORTO PER PORTARE OSSIGENO AI “CINGHIALOTTI”): “È UNA STORIA CHE DÀ GRANDE ISPIRAZIONE” – MA I PRODUTTORI LOCALI ALZANO LE BARRICATE

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Lorenzo Soria per “la Stampa”

 

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Le operazioni di soccorso dei dodici ragazzi thailandesi intrappolati nella grotta di Tham Luang, che hanno tenuto il mondo col fiato in sospeso per 18 giorni, erano ancora in corso. Otto di loro erano già stati miracolosamente portati in salvo, ma quattro dei giovani calciatori della squadra dei «Cinghiali selvaggi», il loro allenatore e i sub e i Navy Seals andati a salvarli dovevano ancora affrontare le acque buie e traditrici della cava.

 

Con i genitori e i compagni di scuola raccolti in preghiera, un apparato internazionale di ben mille persone era ancora alacremente al lavoro. Ma tutto questo non ha impedito a Michael Scott, presidente di una casa di produzione chiamata Pure Flix dedicata a film a tema religioso come Dio non è morto di annunciare che avrebbe fatto un film sulla vicenda.

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«Spesso nelle notizie tutto è così buio e cupo, ma questa è una storia che dà grande ispirazione», ha spiegato il produttore . Per Scott, che ha detto di volere produrre la pellicola con un budget tra i 30 e i 60 milioni di dollari, una storia che lo tocca anche personalmente.

 

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È sposato infatti a una donna thailandese che è stata compagna di scuola di Saman Kunan, l' ex Navy Seal morto mentre piazzava bombole di ossigeno per i ragazzi. «È molto importante per noi essere sensibili alla situazione e rendere onore a tutti quelli che hanno preso parte all' impresa - ha aggiunto David A.R. White, co-fondatore di Pure Flix -.

Il nostro obiettivo non è quello di sfruttare la situazione a fini commerciali» .

 

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Sarà, ma nel dubbio due giorni dopo, quando i ragazzi e i loro soccorritori erano ormai felicemente in salvo, altri hanno iniziato a pensare che qui c' era un film da produrre: il regista Jon M. Chu, autore di Now You See Me 2- I maghi del crimine , che si è associato alla Ivanhoe Pictures con cui ha diretto la commedia Crazy Rich Asians , in uscita a breve negli Stati Uniti.

 

Chu e la Ivanhoe sono in trattativa con le autorità thailandesi facendo leva su sentimenti nazionalistici. «Mi rifiuto di permettere a Hollywood di condurre un #whitewashout alla storia della grotta thailandese!», ha comunicato Chu via Twitter con tanto di hashtag riferiti a un lavoro di imbiancatura e punti esclamativi.

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Ha proseguito così: «Non accadrà o gli faremo patire le pene dell' inferno! Questa è una storia di esseri umani che salvano altri esseri umani. Chi si avvicina, meglio lo faccia bene e con rispetto».

 

La storia dei giovani nella grotta thailandese contiene molti elementi cinematografici: un dramma vero, una location sperduta e pericolosa e un mix di terrore, coraggio, eroismo, cooperazione internazionale, ingegno, preghiera, fortuna e trionfo di fronte alle avversità. Una formula quasi perfetta, a cui si aggiunge il fatto che nella grotta non c' erano telefonini e che gran parte di quanto accaduto resta ancora avvolto nel mistero.

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Nelle prossime settimane, oltre a Chu e Scott, sentiremo probabilmente di altri produttori che si butteranno nel progetto, ma il successo è tutt' altro che garantito. Sully , la storia del miracoloso atterraggio sull' Hudson River del capitano Chesley Sullenberger ( nel film, Tom Hanks), è andato bene. Ma due rispettabili film sulla bomba alla maratona di Boston, Patriots Day con Mark Whalberg e Stronger con Jake Gyllenhaal, sono stati subito dimenticati.

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E poi c' è il film sulla vicenda che più si avvicina a quella della grotta di Tham Luang: si intitolava 33, sui 33 minatori cileni intrappolati nel 2010 nella miniera di San José, protagonista Antonio Banderas.

 

Un' altra storia che aveva affascinato e ispirato in diretta il mondo intero. E che, una volta portata sul grande schermo, è risultata un grande flop.

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