COME IN “HOMELAND” - UN’AMERICANA E IL MARITO CANADESE, RAPITI NEL 2012 DAI TALEBANI, SONO STATI LIBERATI CON UN BLITZ DELLE FORZE SPECIALI USA CON L’AIUTO DEI SERVIZI PACHISTANI - MA GLI 007 SOSPETTANO L’ESISTENZA DI LEGAMI TRA L’UOMO E GLI ESTREMISTI ISLAMICI - LA STORIA

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Anna Lombardi per “la Repubblica”

 

Famiglia ostaggio dei talebani - Caitlan Coleman e Joshua Boyle Famiglia ostaggio dei talebani - Caitlan Coleman e Joshua Boyle

L'unica cosa che torna, in questa storia, è una donna con tre bambini che dopo cinque, incredibili anni di prigionia tra i Taliban può appunto tornare a casa. Caitlan Coleman, 31 anni, riabbraccerà presto i suoi cari. Ma la vicenda che si è appena conclusa lascia aperti numerosi interrogativi: che legami ci sono fra i taliban e suo marito Josh Boyle, canadese di 34 anni, che prima di incontrare Caitlan era sposato con Zaynab Khadr, sorella di quell' Omar Khadr legato ad Al Qaeda, per 10 anni detenuto a Guantanamo? Cosa ha fatto scattare la liberazione? Com' è stato possibile che abbiano potuto crescere e moltiplicarsi laggiù, in prigionia? E ancora: perché l' uomo ora esita a salire sull' aereo che dovrebbe riportarli a casa?

Famiglia ostaggio dei talebani - Caitlan Coleman e Joshua Boyle Famiglia ostaggio dei talebani - Caitlan Coleman e Joshua Boyle

 

Una storia piena di lacune, quella dei Boyle. Spariti nell' ottobre 2012 nella provincia di Wardak, roccaforte taliban non lontano da Kabul, mentre visitavano zaino in spalla il paese: Caitlan già incinta del primo pargolo. La loro liberazione è frutto di un' operazione condotta dagli americani con l' aiuto del Pakistan: un sostegno riconosciuto da Donald Trump, che ha subito parlato di «momento positivo» nelle relazioni fra i due paesi.

 

«Un anno fa non sarebbe stato possibile», ha detto The Donald, che in campagna elettorale si era scagliato contro Islamabad accusata di non fare abbastanza contro i terroristi. «Non ci rispettavano: ma i miei generali se ne sono occupati e le cose sono cambiate». Il riferimento è alle difficoltà incontrate da Barack Obama nei confronti dell'"alleato riluttante".

Famiglia ostaggio dei talebani - Caitlan Coleman e Joshua Boyle Famiglia ostaggio dei talebani - Caitlan Coleman e Joshua Boyle

 

Già in agosto il presidente aveva parlato contro quello che riteneva status quo: «Il Pakistan tollera la presenza di terroristi ». E pazienza se in passato sempre Trump aveva definito Islamabad «valido alleato». La musica era cambiata: «Gli Stati Uniti pagano i pachistani miliardi di dollari e quelli ospitano i terroristi che combattiamo».

 

Non è ancora chiaro se la famiglia sia stata liberata con un'operazione militare o attraverso trattative - diciamo così - diplomatiche. Di sicuro erano ostaggio del braccio più violento dei Taliban: il clan Haqqani.

 

Famiglia ostaggio dei talebani - Caitlan Coleman e Joshua Boyle Famiglia ostaggio dei talebani - Caitlan Coleman e Joshua Boyle

Alcuni membri del gruppo terroristico erano stati recentemente catturati dall' esercito governativo afghano: tanto che secondo la Cnn la liberazione è in realtà uno scambio di prigionieri. Ipotesi d'altronde suggerita dagli stessi Boyle in un angoscioso video arrivato a dicembre per dimostrare, come si fa in questi casi, la prova del loro essere in vita. La coppia si era rivolta all' allora presidente Obama e al neo eletto Trump: «I Taliban vogliono soldi e i loro amici. Ci sono prigionieri che gli stanno a cuore».

 

Scambio, e perfino la possibilità di un riscatto, sono dunque più di un' ipotesi. Ma al di là del mistero c' è un' altra cosa che sta a cuore alla Casa Bianca. Il segretario alla Difesa James Mattis, nei mesi scorsi aveva chiuso il cordone della borsa, trattenendo milioni di dollari in aiuti militari perché Islamabad, appunto, non «faceva abbastanza contro gli Haqqani».

Famiglia ostaggio dei talebani - Caitlan Coleman e Joshua Boyle Famiglia ostaggio dei talebani - Caitlan Coleman e Joshua Boyle

 

Joseph Dunford, capo di stato maggiore, era stato ancora più duro, puntando il dito contro l' intelligence dell' alleato, non amico abbastanza: «È chiaro che hanno connessioni con i terroristi ». Il lieto fine di questa lunghissima prigionia è dunque un nuovo inizio per le relazioni tra Islamabad e Washington? E soprattutto: siamo a una svolta nella lotta ai Taliban che 16 anni dopo l' 11 settembre continuano a proliferare in quella terra di nessuno tra i mondi di Pakistan e Afghanistan?

Famiglia ostaggio dei talebani - Caitlan Coleman e Joshua Boyle Famiglia ostaggio dei talebani - Caitlan Coleman e Joshua Boyle

 

Gli interrogativi certo non riguardano le famiglie che escono da un incubo. I genitori della coppia hanno già parlato con quei ragazzi scomparsi per quella incredibile avventura zaino in spalla: e hanno scoperto di avere non un nipotino ma addirittura tre, compresa una bambina. Una cosa, bellissima, che torna.

 

 

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