COSA SI PROVA A ESSERE DALLA PARTE DEL CARNEFICE? - LA COLLEGA DI #METOO, ROSE MCGOWAN, SCARICA IN MALO MODO ASIA ARGENTO: “HO IL CUORE SPEZZATO, CONTINUERO’ IL MIO LAVORO IN DIFESA DELLE VITTIME DELLE MOLESTIE” - “L'HO CONOSCIUTA DIECI MESI FA E L'UNICA COSA CHE ABBIAMO IN COMUNE È IL DOLORE DI ESSERE STATE MOLESTATE DA WEINSTEIN…”

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1 - LA STAR ROSE MCGOWAN LA SCARICA: «COSÌ IL MIO CUORE SI È SPEZZATO»

Al.Gon. per “Libero quotidiano”

 

Rose McGowan, star americana di origini italiane (è nata a Certaldo, in provincia di Firenze) e capofila del movimento #MeToo, di fatto ha scaricato Asia Argento. «Ho il cuore spezzato. Continuerò il mio lavoro in difesa delle vittime delle molestie» ha scritto ieri su Twitter, sottolineando di aver conosciuto la Argento dieci mesi fa (come a prendere totalmente le distanze dalla collega meno nota) e che il loro punto in comune è «di essere state aggredite da Harvey Weinstein».

 

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McGowan, salita alla ribalta nel ruolo di Paige Matthews nella serie tv "Streghe" e per la sua presenza nei film della saga horror Grindhouse, a fine 2017 era finita sulla copertina della rivista statunitense Time come persona dell' anno per aver «rotto il silenzio». Dopo quattro ore dal primo tweet l' attrice americana ne ha scritto un altro: «Nessuno di noi conosce la verità sull' accaduto e sono sicura che verrà rivelato dell' altro. Siate gentili». Gentilissimi. Infatti il web ribolle di sfottò più o meno ripetibili.

 

2 - E LE METOO LA SCARICANO: CI HAI TRADITE

Giovanni Bogani per “il Giorno”

 

Che estate maledetta, per Asia. Prima, più forte di tutto, il dolore per la morte del compagno, Anthony Bourdain, suicidatosi lo scorso giugno in una camera d'albergo in Alsazia. Gli attacchi contro di lei, le insinuazioni per alcune foto in cui era stata paparazzata, a Roma, con un altro. E giù fango.

 

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Ora, dopo la rivelazione del New York Times, ecco Asia finire da grande accusatrice ad accusata, in un contrappasso infernale, dantesco, con un colpo di scena che nemmeno il più perfido sceneggiatore avrebbe immaginato. E le amiche ed alleate del #metoo che si allontanano. E anche il suo ritorno nella tv italiana, nelle vesti di giudice a «X Factor», sembra più che compromesso. «Se quanto scrive oggi il New York Times fosse confermato, questa vicenda sarebbe del tutto incompatibile con i principi etici e i valori di Sky e dunque non potremmo che prenderne atto e interrompere la collaborazione con Asia Argento», scrive Sky Italia.

 

Del resto, Asia era stata chiamata come giudice del talent anche per le sue battaglie contro le molestie, per il suo impegno nel movimento #metoo. Adesso, l'immagine incrinata rischia seriamente di compromettere il suo futuro televisivo. Intanto, anche le sue amiche e alleate più tenaci, forti, battagliere, come Rose McGowan, prendono le distanze da lei. «Ho conosciuto Asia dieci mesi fa», twitta la McGowan. «L' unica cosa che abbiamo in comune è il dolore di essere state molestate da Weinstein. Il mio cuore è spezzato. Continuerò il mio lavoro in difesa delle vittime, ovunque».

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Cioè: la conosco appena. Ma alcune foto, al contrario, ritraggono le due insieme già nel 2003. E pensare che la McGowan era stata quella che più aveva difeso Asia, a spada tratta, dagli attacchi dopo la morte di Bourdain; e che aveva invitato Asia a parlare, nel suo show televisivo «Citizen Rose», in onda su E! La Argento, dal canto suo, si era fatta sentire forte e chiara per tutto l' anno.

 

rose mcgowan weinstein rose mcgowan weinstein

Con un picco alla cerimonia di chiusura del festival di Cannes, quando nel presentare il premio alla migliore attrice aveva esordito con: «Sono stata violentata da Harvey Weinstein qui a Cannes. Avevo 21 anni. Il festival era il suo territorio di caccia. E anche stasera, seduti fra voi, ci sono quelli che devono essere ritenuti responsabili per la loro condotta contro le donne. Ma noi sappiamo chi siete, e non vi permetteremo più di farla franca».

 

Gli applausi avevano surclassato anche il nome di chi aveva vinto il premio. E ancora, Asia aveva attaccato Brizzi, con tweet molto decisi - «Denunciaci tutte!» - e recentemente Luc Besson, il regista francese accusato da un' attrice ventisettenne di averla violentata e drogata: «Lo sapevo da otto mesi, di queste accuse».

 

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