CON LA CULTURA NON SI MANGIA... MA SI PUÒ INCASSARE - IL PREMIER PORTOGHESE AFFIDA A UN’ASTA 85 QUADRI DI MIRÒ PER RIDURRE IL DEBITO PUBBLICO - MA LE "INCERTEZZE LEGALI" E POLEMICHE POLITICHE FANNO FARE DIETROFRONT

Attraverso la nazionalizzazione di una banca il Tesoro portoghese è entrato in possesso dei dipinti - Adesso per fare cassa e pagare i debiti alla troika il governo vuole svendere i Mirò, valutati nel 2007 80 milioni, ad appena 35 milioni, tra le proteste dell'opposizione e degli esperti d'arte...

Condividi questo articolo


Gian Antonio Orighi per ‘La Stampa'

opere juan mir jpegopere juan mir jpeg

Persino Ionesco strabuzzerebbe gli occhi: solo i dubbi legali della celebre casa d'aste londinese Christie's hanno fermato all'ultimo momento la più vergognosa svendita culturale dello Stato portoghese, quella di 85 opere del geniale pittore surrealista spagnolo Joan Mirò. Le tele appartenevano al fallito (poi nazionalizzato e rivenduto) Banco Portugues de Negocios che ha lasciato un buco da 1,8 miliardi nei conti dello Stato.

La grottesca storia nasce nel 2006, quando il Bpn acquisisce il lotto di quadri, disegni, gouaches dal milionario giapponese Kazumasa Katsuta, il più importante collezionista al mondo di Mirò, che a sua volta li aveva acquistati dalla vedova di Matisse. Prezzo: 34 milioni di euro. Il Bpn comprò i tesori che attraversano tutta la vita artistica del maestro solo per puro investimento finanziario. Tanto che da allora, incredibile ma vero, non li hai mai esposti in pubblico.

opere juan miropere juan mir

Nel 2008 la banca ha un buco stimato sui 7 miliardi di euro e il governo dell'allora premier socialista José Sócrates la nazionalizza. I capolavori diventano statali ma finiscono nei forzieri della statale Caixa Geral de Depósitos. Nel 2011, il Portogallo chiede alla troika (Ue, Bce, Fmi) un salvataggio di 78 miliardi di euro. Una delle condizioni del prestito, costato lacrime e sangue, è privatizzare il privatizzabile. Il Bpn viene dunque venduto, ma allo Stato rimangono i debiti e le opere di Mirò. Quest'anno, Coelho ha deciso di venderle.

joan mir operejoan mir opere

Le proteste sono scoppiate subito, furibonde. Protestano i partiti d'opposizione, ma anche gli artisti e i critici d'arte. Ma né la petizione che ha raccolto oltre diecimila firme, né lezioni legali intraprese da alcuni deputati erano riusciti a bloccare la vendita. Quella che pareva fosse l'ultima puntata è arrivata ieri: il Tribunale amministrativo di Lisbona ha respinto la richiesta di sospensione della messa all'asta formulata dalla Procura.

JOAN MIROJOAN MIRO

L'Alta Corte ha rigettato l'istanza socialista perché le opere non sono del governo, ma di due società del ministero delle Finanze, Parvalorem e Parups, create per vendere ciò che è rimasto del Bpn. «I conservatori usano la cultura come spazzatura - tuona la socialista Gabriela Cavanillas, ex ministro della Cultura -. Lo Stato non può fare business con l'arte come fosse un banchiere». Intanto comincia a circolare la cifra che Lisbona incasserebbe: «Appena» 35 milioni, quando nel 2007 Christie's valutava il lotto in 80 milioni. In serata l'epilogo, che apre una guerra che, tra corsi e ricorsi, durerà mesi.

Christie's annuncia: «Le incertezze legali in Portogallo non ci permettono di offrire con totale sicurezza la vendita di queste opere». Tutto da rifare, insomma, ma è il gallerista Carlos Cabral Nunes che sottolinea il problema: «D'ora in poi qualsiasi governo potrà svendere il patrimonio culturale a cambio di denaro e le collezioni d'arte passeranno ad essere asset finanziari. Un precedente pericolosissimo».

ADDETTI DI CHRISTIESADDETTI DI CHRISTIES

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…