DIETRO IL DELITTO DI FORMELLO C’E’ UNA SPY STORY - RAPPORTI CON SPIE DI TEHERAN, NDRANGHETISTI, TRAFFICANTI RUSSI E FACCENDIERI ITALIANI - IL MOVENTE? UN LITIGIO PER UN DEBITO DI DENARO MA DIETRO C'E' UNO SCENARIO TORBIDO - LA TRATTATIVA A LONDRA CON GLI AGENTI IRANIANI PER LE ARMI. I RAPPORTI TORBIDI CON UN FACCENDIERE ITALIANO ARRESTATO A DUBAI E L’INTERVENTO DELLA ‘NDRANGHETA…

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GIUSEPPE SCARPA per Il Messaggero

 

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 Rapporti con spie del regime di Teheran, ndranghetisti, trafficanti russi e faccendieri italiani. Questa la rete di conoscenze di Said Ansary Firouz. Si tratta dell'iraniano 68enne intermediario a Roma della Repubblica Islamica, il cui compito era quello di portare alla corte degli ayatollah i droni da guerra, i mitragliatori e i fucili di precisione nella primavera del 2017.

 

La sua quota per il business illegale sarebbe stata di 6 milioni di euro. Soldi che Firouz non ha mai incassato, perché il figlio dell'ambasciatore a Roma ai tempi dello Scià di Persia è stato assassinato martedì a Formello da un connazionale, Foloty Cave, che poi si è suicidato e su cui spiccava da un anno un mandato d'arresto per droga. Un litigio per un debito di denaro.

 

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Tuttavia dietro il movente ufficiale i carabinieri del nucleo investigativo di Ostia lavorano per cercare di capire se si nasconda una vicenda di spionaggio internazionale. Troppi i legami del 68enne con ambienti dell'intelligence, la mafia calabrese e importanti affaristi che operano a Dubai, per non investigare a fondo sul suo assassinio.

 

È il 20 gennaio del 2017 quando vengono richieste al gip «intercettazioni d'urgenza». Firouz, dopo la trattativa nella Città Eterna per le armi avviata nel marzo del 2016, vola verso la capitale inglese per perfezionare l'accordo economico.

 

(...)

 

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LE DUE CORDATE Nei mesi precedenti, a partire dal marzo del 2016, Firouz si era guadagnato la sua fetta mettendo in contatto a Roma, soggetti inviati dalla Repubblica Islamica con due differenti cordate di venditori d'armi italiani. (...)

 

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L'indagine sul traffico di prodotti bellici ha portato a galla altri rapporti torbidi che Firouz intratteneva con la criminalità organizzata calabrese e un faccendiere italiano. Quest' ultimo in ottimi rapporti con il 68enne iraniano a febbraio del 2017 viene arrestato, per riciclaggio, a Dubai, e condotto nel carcere di Ajman. Firouz viene subito allertato dalla moglie dell'uomo.

 

L'affarista stava trasferendo 25 milioni di euro da una banca ad un'altra attraverso la tecnica dell'offline quando la polizia gli piombò nella camera d'albergo. Ebbene in una conversazione intercettata due criminali si lamentavano dell'arresto del faccendiere con lo stesso Firouz. L'uomo a Dubai doveva trasferire anche 1 milione e 200 mila euro del boss Giuseppe Crea. Se l'affarista avesse perso il tesoro del capo ndranghetista, spiega uno dei due malavitosi a Firouz, sarebbe stato ucciso.

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