“DITE CHE SONO CASI ISOLATI” - LA CGIL MANDA ALLE SEDI REGIONALI UNA MAIL PER GIUSTIFICARE L’USO DEI VOUCHER PER PAGARE ALCUNI SUOI COLLABORATORI IN EMILIA ROMAGNA E LOMBARDIA: “EVITIAMO DANNI DI IMMAGINE IN VISTA DEL REFERENDUM” - BELLA FIGURA DI MERDA: IL SINDACATO E’ IN PRIMA LINEA CHE ABOLIRE I BUONI LAVORO

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Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”

 

susanna camusso susanna camusso

“Dite che sono casi isolati”. La mail è arrivata a tutte le strutture regionali della Cgil il giorno della Befana, inviata dalla sede centrale di Roma. Sì perché il caso voucher - cioè l'utilizzo da parte della categoria dei pensionati dei "buoni lavoro" per retribuire alcuni collaboratori, in Emilia-Romagna e in Lombardia: gli stessi buoni lavoro che la Cgil vuole abolire attraverso un referendum per il quale ha raccolto tre milioni di firme - sta agitando e non poco le acque dentro il sindacato.

 

La nota interna firmata da due membri della segreteria guidata da Susanna Camusso, cioè Nino Baseotto e Tania Scacchetti, prova ad attutire il contraccolpo mediatico invitando i dirigenti regionali a minimizzare la faccenda, evitando i processi, in modo da non alimentare fratture nella organizzazione e nella sua immagine pubblica. Evitare i processi, quindi, anche perché i casi di persone retribuite con i detestati voucher sarebbero numerosi e sparsi un po' in tutta Italia: meglio quindi non approfondire e lasciar passare la buriana.

VOUCHER JOBS ACT VOUCHER JOBS ACT

 

Certamente sarebbe stato meglio usare maggiore attenzione sulla questione, specie una volta avviata la nostra campagna di raccolta firme, ammettono Baseotto (ex segretario regionale della Lombardia) e Scacchetti (che invece arriva proprio dall' Emilia).

L'obiettivo che dobbiamo perseguire in queste ore delicate anche in relazione alla prossima espressione della Corte sulla ammissibilità dei quesiti referendari - continua la comunicazione - deve essere quello di rilanciare la validità delle nostre ragioni, supportate dalle milioni di firme raccolte nei mesi scorsi.

 

VOUCHER JOBS ACT1 VOUCHER JOBS ACT1

La data fatidica è il prossimo 11 gennaio, quando la Consulta dirà se per i tre quesiti proposti dalla Cgil (tra i quali quello che prevede l' abolizione dei voucher) si andrà a votare o meno. Per questo il consiglio è che anche nella relazione con la stampa locale il fenomeno va circoscritto a quello che è, un utilizzo per limitate attività meramente occasionali svolte da soli pensionati. La preoccupazione è non prestare il fianco a quella che viene definita una strumentalizzazione che non è accettabile. Noi non neghiamo l' esigenza di uno strumento che possa rispondere al lavoro occasionale; neghiamo che questo strumento siano i voucher come li conosciamo oggi.

 

Il punto, però, non è solo legato ai buoni in sé. C' è tutto un capitolo spinoso che investe il sindacato e il lavoro all' interno delle proprie numerose categorie e Camere del lavoro locali. Un sistema noto e ampiamente utilizzato per retribuire chi un po' per "militanza" e un po' per lavoro affianca il sindacato, ed è quello dei rimborsi spese. Cioè presentare ai responsabili politici spese realmente avvenute ma ancora più spesso no, che però una volta liquidate diventano una sorta di compenso economico.

 

maurizio landini maurizio landini

Credo che ogni giustificazione peggiori il giudizio. Persino gli sfruttatori veri, se andiamo a intervistarli, hanno la loro giustificazione , è il commento di uno storico dirigente della Cgil emiliana, Bruno Papignani. Oppure Michele De Palma della Fiom, vicinissimo a Maurizio Landini: I voucher dello Spi sono due problemi: uno i voucher in sé; il secondo è che la"militanza" di chi è in pensione è pagata. Oltre alla rivoluzione nel mercato del lavoro c' è la necessità di una rivoluzione nel sindacato e per quest' ultima non è una questione di referendum. Due voci critiche all' interno della grande famiglia cigiellina. Dalla sede romana di corso Italia, invece, nessun commento. Segno, appunto, della scivolosità dell' argomento.

 

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