DONNE ATTENZIONE: L’ANSIA PUÒ ROMPERE LE OSSA – UN NUOVO STUDIO ITALIANO RISCONTRA UNA RELAZIONE TRA GLI STATI ANSIOSI E LA RESISTENZA OSSEA - IL TEAM MEDICO HA CONSTATATO CHE COLORO CHE MOSTRAVANO LIVELLI ALTI DI ANSIA PRESENTAVANO UN RISCHIO SUPERIORE DEL 4% DI CONTRARRE UNA FRATTURA IN UN ARCO DI 10 ANNI – LA SOLUZIONE C’È E CONSISTE NEL…

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Daniele Farruggia per "www.blastingnews.com"

 

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Una volta raggiunta la menopausa, si comincia a perdere densità nelle ossa con maggior rapidità.

 

Ciò rende le ossa più fragili e conduce, in alcuni casi, inesorabilmente all'osteoporosi.

 

La principale ragione per cui l'osteoporosi affligge nel maggior numero dei casi una donna è da ricondurre alla riduzione di estrogeni post-menopausa, la quale riduce a sua volta la massa ossea.

 

Tale processo è inevitabile e la sua estremità deriva soprattutto da fattori genetici, ma un nuovo studio italiano ha riscontrato una correlazione consequenziale tra gli stati ansiosi  nella donna e la resistenza delle ossa.

 

Il legame ansia-osteoporosi

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I disturbi d'ansia e l'osteoporosi colpiscono principalmente i soggetti di sesso femminile, ma anche se non viene trattato come una condizione medica, livelli comuni di ansia e stress possono avere effetti misurabili e dannosi sul corpo.

 

In condizioni di stress, il corpo rilascia un ormone, il cortisolo. Tale ormone permette al corpo di bilanciare la ritenzione dei liquidi e la pressione sanguigna mantenendo sotto controllo i processi vitali meno importanti come la libido.

 

Il cortisolo entra in gioco anche per quanto riguarda l'iperglicemia e la pressione, la bassa libido, l'acne e l'aumento del rischio di obesità nelle persone che sono cronicamente stressate.

 

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Tuttavia, sono gli effetti collaterali meno fisiologici dello stress che, secondo il team di ricercatori dell'Università dell'Ospedale di Messina, spiegano la correlazione dell'ansia con la densità ossea.

 

In un'intervista rilasciata a MedicalXpress, il dottor Antonio Catalano, autore dello studio, ha dichiarato che l'opinione condivisa dal suo team è che i pazienti di sesso femminile affette da disturbi di natura ansiosa hanno maggiori probabilità di incorrere in abitudini insalubri, come il fumo o una dieta insufficiente ai bisogni.

 

Ha poi rimarcato l'incisività degli effetti negativi degli ormoni che vengono secreti in condizioni di forte stress sullo stato osseo. Tali sviluppi ormonali possono essere considerati come veicolatori di un aumento del rischio di fratture.

 

VIDEO: I BENEFICI DELLA VITAMINA D

 

Un ormone fondamentale: l'estrogeno

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Secondo i dati raccolti dal team di Catalano, l'estrogeno svolge un ruolo chiave nel controllo delle tempistiche del riassorbimento osseo, processo mediante il quale le cellule ossee si scindono nelle loro parti più composite e i minerali rimanenti vengono assorbiti dal sangue.

 

In questo modo, una volta che vi è una carenza di estrogeno a "difendere" le ossa, il loro processo di indebolimento subisce un'immediata accelerazione.

 

La novità del lavoro di ricerca del team italiano si caratterizza però per aver ricondotto tale squilibrio a un ulteriore fattore, nello specifico, di natura psico-somatica.

 

In seguito ad alcune analisi condotte a campione, il team medico ha constatato che le donne con livelli relativamente alti di ansia presentavano un rischio superiore del 4% di contrarre una frattura ossea in un arco di tempo relativo a 10 anni.

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I riscontri sulle fratture dell'anca rivelano che tali accidenti sono del 3% più comuni nel gruppo ansioso, che, durante tutta la fase di ricerca e raccolta dei dati, ha fatto registrare punteggi di densità ossea più bassi della media.

 

Nelle donne affette da disturbi di natura ansiosa si sono riscontrati anche livelli minimi di vitamina D.

 

La carenza di vitamina D compromette in modi differenti la mineralizzazione ossea, il che concorre solitamente all'insorgere di malattie come il rachitismo, nei bambini, e l'osteomalacia e l'osteoporosi, negli adulti.

 

Il dott. Catalano sostiene che si tratti di risultati sorprendenti in quanto è la prima volta che un équipe medica riscontra un legame di fondo tra gli stati d'ansia e la salute ossea.

 

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Questo potrebbe avere nuovi risvolti, più generali, sull'approccio delle expertises mediche in generale.

 

Di fatto, un legame profondo tra i livelli di salute ossea e l'ansia costituisce un ulteriore passo verso il superamento del dualismo cartesiano in medicina.

 

Un riscontro che avvicina i medici a una visione olistico-fenomenologica che vede il corpo come un'univoca connessione tra fisico e psichico, come il modo di essere al mondo, ciò che permette la sublimazione dell’esistenza impersonale in un’esistenza personale.

 

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La scienza alla base della connessione vitamina D-ansia è un panorama a tinte fosche, in alcuni studi è stato dimostrato che una terapia che preveda un uso continuativo di integratori di estrogeni (terapia ormonale sostitutiva) è legata a un minor rischio di fratture ossee.

 

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Anche se non è strettamente raccomandato per il trattamento dell'ansia e della depressione, la terapia ormonale può in qualche misura attenuare i sintomi della menopausa, che potrebbero ridurre lo stress per le donne che subiscono tale cambiamento.

 

Questo a sua volta potrà tornare utile per preservare la densità ossea, sempre che i risultati del nuovo studio vengano confermati nel tempo.

 

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