I vestiti regalati alle star da indossare agli Oscar o nelle manifestazioni, vanno considerati come spese di rappresentanza e non come pubblicità, e in quanto tali non possono essere portati a deduzione dell' Iva.
Questa la decisione della corte di Cassazione, che ha messo fine a un contenzioso tra l' Agenzia delle entrate e la Givi, holding di controllo della Gianni Versace, che riguardava gli anni 1999, 2000, 2001 e 2002.
Per la sezione tributaria civile dell' alta Corte infatti, il costo degli abiti che la maison Versace regalava alle celebrità rientra nelle «spese di rappresentanza affrontate per iniziative volte ad accrescere il prestigio e l' immagine dell' impresa e a potenziarne le possibilità di sviluppo mentre vanno qualificate come spese pubblicitarie o di propaganda quelle erogate per la realizzazione di iniziative tendenti, prevalentemente anche se non esclusivamente, alla pubblicizzazione di prodotti, marchi e servizi, o comunque dell' attività svolta ».