“ANDRAI ALL’INFERNO” – CONDANNA A 12 ANNI DI CARCERE PER I GENITORI DI ARZACHENA CHE PER ANNI HANNO TORTURATO, PICCHIATO E SEGREGATO IL FIGLIO DI 11 ANNI CON UN DEFICIT COGNITIVO: IN UN DIARIO IL PICCOLO SCRIVEVA COSA ACCADEVA IN “PRIGIONIA” DALLE MINACCE ALLE FRUSTATE CON UN TUBO FINO ALLE NOTTI PASSATE SU UNA BRANDINA E CON UN SECCHIO PER FARE I BISOGNI – UN CALVARIO CONCLUSO QUANDO…

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Alberto Pinna per "www.corriere.it"

 

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Segregato, picchiato dai genitori, che lo rinchiudevano in una stanza per andare a cena dagli amici, ossessivamente bersagliato da una voce preregistrata che minacciava:«Sei cattivo, andrai all’inferno».

 

Antonio (nome di fantasia), 11 anni, un anno fa di notte ha chiamato il 112 e ha esordito: «Scusate il disturbo». Carcere preventivo e poi arresti domiciliari per i genitori, ieri al processo la richiesta di una condanna esemplare: 12 anni per il papà, la mamma e anche per la zia, che aveva suggerito il metodo «educativo» forte per «correggere» il ragazzino.

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Il diario segreto

Antonio teneva un diario segreto, annotava tutte le violenze subite; i carabinieri lo hanno trovato subito nello stanzino della villetta nelle campagne di Arzachena, a un passo dalla Costa Smeralda, dove sono accorsi pochi minuti dopo la chiamata. «Volevo parlare con mia zia, ma ho dovuto chiamare voi perché dal cellulare che mi hanno lasciato si possono fare soltanto telefonate d’emergenza».

 

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Nelle pagine del diario l’elenco delle torture: picchiato con la pompa utilizzata per innaffiare il giardino e brandita come frusta, chiuso a chiave per ore e lasciato al buio su una branda senza materasso, un secchio per fare i bisogni.

 

Processo con rito abbreviato

Antonio ha un deficit cognitivo, è forse un po’ troppo vivace, ma a scuola mai ha dato più problemi di altri compagni. Quel sabato notte il padre, 47 anni, e la madre, 44, erano andati ad una festa da ballo e lo avevano chiuso per l’ennesima volta lasciandolo solo con la voce che ogni tanto gracchiava: «Andrai all’inferno». Sequestro di persona, maltrattamenti, minacce.

 

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Ordinanza cautelativa immediatamente convalidata, carcere. Soltanto dopo qualche settimana le prime ammissioni, poi la confessione, completa, e l’arresto della zia, con il tentativo di scaricare su di lei parte delle responsabilità e parziali propositi di pentimento.

 

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Ma la procura della Repubblica di Tempio Pausania ha rifiutato la proposta di patteggiamento dei tre imputati e ha chiesto il giudizio immediato. Il processo, con rito abbreviato, ha avuto inizio a febbraio e si concluderà il 22 giugno. Ieri la requisitoria dei pm Luciano Tarditi e Laura Baroni: nessuna indulgenza per tante crudeltà.

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