“IGNORANTI”, “NAZISTI”, “A MEDIASET PULIREBBERO I CESSI” E “COGLIONI” QUELLI CHE LI VOTANO - LA PARABOLA DECADENTE DI BERLUSCONI E’ TUTTA NEL LIVORE RIVOLTO AI GRILLINI - LONTANO DALL’UMORISMO GAGÀ DEI BEI TEMPI, IL CAV HA RIVERSATO SUI CINQUESTELLE UNA CATTIVERIA MAI USATA CON LA SINISTRA   

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Salvatore Dama per “Libero quotidiano”

 

LE FRASI DI BERLUSCONI CONTRO IL MOVIMENTO CINQUESTELLE LE FRASI DI BERLUSCONI CONTRO IL MOVIMENTO CINQUESTELLE

«Ignoranti», «incapaci», «pazzi», «sfaccendati», «nazisti». E «coglione» chi li vota. La passione di Silvio Berlusconi in campagna elettorale è insultare i grillini. Non riesce ancora a capire come possano sedere a Palazzo Chigi, come gli elettori, alle ultime elezioni politiche, abbiano votato in massa per il Movimento 5 Stelle. Allora, nelle occasioni pubbliche, parla di loro senza peli sulla lingua. Dice quello che pensa. Che «stanno rovinando l' Italia», «non conoscono le regole democratiche». Che, «a Mediaset, pulirebbero i cessi». Luigi Di Maio? «Un ignorante, non laureato, un finto leader, il vero capo politico» dei pentastellati è «Pier Camillo Davigo». Beppe Grillo? «Un dittatore».

 

BERLUSCONI DI MAIO BERLUSCONI DI MAIO

PAROLACCE

L' ultima è arrivata in questi giorni in Basilicata, dove il Cavaliere è sbarcato per sostenere la campagna elettorale del centrodestra alle elezioni regionali. «Sono dei coglioni», ha detto, riferendosi agli italiani che hanno ancora fiducia nel governo. Poi, ha fatto una lieve marcia indietro: «Avrò anche esagerato dicendo quella parolaccia, però lo penso veramente, penso che sono tutti impazziti», ha detto a Melfi, in provincia di Potenza. «Sono giù di morale», ha poi aggiunto, «perché non capisco come gli italiani possano essere così fuori di testa. Guardo sondaggi e voti e dico: ma questi sono impazziti tutti?».

 

DI MAIO BERLUSCONI DI MAIO BERLUSCONI

Quando poi gli parlano di Di Maio, perde le staffe: «Ma come si può fare un paragone fra me e quello che ho fatto nella vita e quello che ha fatto uno di questi scappati di casa che non ha studiato né è laureato e che dice che non c'è bisogno di sviluppare l' economia per creare nuovi posti di lavoro. No, basta la ricchezza che c'è, basta togliere a chi ha e dare a chi non ha, cioè a loro. Ma è pensabile che gli italiani non capiscano in che pericolo siamo caduti?».

 

In Sardegna Silvio se l'era presa con il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli: «C'è da vergognarsi. Ci sono centinaia di cantieri fermi, i miliardi bloccati sono più di 30. Io, quando leggo tutte queste cose qua, mi cadono le braccia e non vado avanti nella lettura, non capisco come possiamo essere nelle mani di questi incapaci assoluti». E ancora: «Questi signori sono una iattura. Sommano alla iattura del comunismo un'incapacità di fondo e loro stessi amano chiamarsi scappati di casa».

berlusconi salvini di maio berlusconi salvini di maio

 

Il Cav augura ogni male. E pazienza se governano con Matteo Salvini: «Spero che reggano il meno possibile, perché fanno danno all' Italia. Non hanno nulla di positivo, ogni cosa fatta è andata a toccare il nostro diritto di libertà, perché non sanno cosa è il diritto di libertà degli altri. Pensiamo ai negozi che vogliono siano chiusi la domenica. Sono una banda di ignoranti».

 

In Molise c' era stato l'affondo personale del presidente di Forza Italia. Il M5s? «È gente che non ha mai fatto nulla nella vita: nella mia azienda li prenderei per pulire i cessi». Di Maio? «Ha una buona parlantina, non posso negarlo, ma non ha mai combinato niente di buono per sé, per la sua famiglia, per il Paese. Non possiamo affidare l' Italia a gente come lui. Nessun accordo è possibile con i 5 Stelle, un partito che non conosce l'abc della democrazia, che prova invidia sociale, è formato solo da disoccupati, rappresenta un pericolo per l' Italia».

 

In Friuli si votava a ridosso del 25 aprile dell'anno scorso. Silvio se ne uscì con un paragone pesante. Durante un comizio alle Maghe di Porzius (Udine) disse questo: «Sta succedendo qualcosa in Italia di davvero pericoloso. L' altro giorno ho chiesto ad alcune persone a cui stavo dando una mano: "Come vi sentite di fronte al comportamento di questa formazione politica, di questo movimento che non si può definire un partito democratico?" Mi hanno risposto che si sentono come gli ebrei al primo apparire di Hitler».

 

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