“IO ALL’INFERNO CI SONO STATO”- CON PIERO TERRACINA SE NE VA UNO DEGLI ULTIMI SOPRAVVISSUTI DI AUSCHWITZ - IL RICORDO DI MASSIMO FINZI - “SE DAVVERO VOGLIAMO ONORARE LA SUA MEMORIA ALLORA DOBBIAMO ASSUMERCI DUE COMPITI: CONTINUARE E DIFFONDERE LA SUA TESTIMONIANZA. LOTTARE CON OGNI MEZZO CONTRO REVISIONISMO, ANTISEMITISMO E TENTATIVO DI RINASCITA DI FORMAZIONI DI ISPIRAZIONE NAZI-FASCISTA

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Massimo Finzi per Dagospia

 

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La memoria è quel filo che unisce il passato al presente permettendoci così di affrontare il futuro. “io all’inferno ci sono stato”, “io l’inferno di Aushwitz l’ho visto” Quante volte Piero Terracina ha ripetuto queste frasi durante le sue testimonianze.

 

Era scampato alla retata del ghetto del 16 ottobre 1943 ma, in conseguenza della delazione di un vicino di casa, a 15 anni fu catturato nel 1944 insieme a tutta la sua famiglia e avviato ai campi di sterminio: tornò solo lui.

 

E’ stato tra i primi a sentire il dovere di testimoniare non solo affinché quegli orrori non potessero ripetersi ma per dare voce ai milioni di fratelli offesi, torturati, umiliati, usati come cavie, come schiavi, massacrati, gassati e ridotti in cenere. Una testimonianza sofferta perché riapriva ogni volta ferite mai rimarginate ed evocava ricordi personali dolorosissimi.

 

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Piero Terracina si è assunto, assieme a pochi altri sopravvissuti, questo compito della testimonianza che ha voluto svolgere fino alla fine delle sue forze: meno di un mese fa eravamo insieme a Deruta in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria a lui e a Sami Modiano. Anche allora, malgrado una condizione fisica deteriorata, non aveva fatto mancare la sua testimonianza e soprattutto il monito a non sottovalutare non solo l’antisemitismo ma tutte le forme di razzismo.

 

Lo consolavano l’affetto e la solidarietà che riscuoteva tra le numerose scolaresche che lui spesso accompagnava nei viaggi della memoria.

 

Nella tradizione ebraica il nome di un defunto, meritevole di essere ricordato, è seguito da due lettere: ZL ( Zikhrono Livrakha) il cui significato è “il suo ricordo sia una benedizione” e Piero Terracina questo riconoscimento lo ha meritato ampiamente.

 

In questo momento a Lui la pace a noi il dolore per la sua perdita, ma se davvero vogliamo onorare la sua memoria allora dobbiamo assumerci due compiti: 1) continuare e diffondere la sua testimonianza. 2) Lottare con ogni mezzo contro revisionismo, antisemitismo in tutte le sue forme, discriminazioni, razzismo e i tentativi di rinascita di formazioni di ispirazione nazi-fascista.

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Dott. Massimo Finzi

Assessore alla Memoria della Comunità Ebraica di Roma

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