“VI AMMAZZO TUTTI” - IL 15ENNE CHE AD APRILIA HA LANCIATO TRE MOLOTOV A SCUOLA PER VENDICARSI DEI BULLI CHE LO PERSEGUITAVANO, HA SCARICATO ONLINE LE ISTRUZIONI PER COSTRUIRE GLI ORDIGNI - NELLE BOTTIGLIE C'ERANO CHIODI E PEZZI DI METALLO, L'INNESCO ERA COSTRUITO CON I RAUDI - ALCUNI COMPAGNI FANNO MEA CULPA: “ABBIAMO ESAGERATO CON LE PRESE IN GIRO” - ALTRI NO: “ERA PAZZO E NON PARLAVA CON NESSUNO. È UN CICCIO CHE NON RIMORCHIA…”

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1 – «VI AMMAZZO TUTTI». E LANCIA MOLOTOV A SCUOLA

Giovanni Del Giaccio e Raffaella Patricelli per “il Messaggero”

 

APRILIA - UN 15ENNE LANCIA TRE MOLOTOV NELLA SCUOLA APRILIA - UN 15ENNE LANCIA TRE MOLOTOV NELLA SCUOLA

«Vi ammazzo tutti». Era in tutta mimetica, l' aveva indossata poco prima, e con sé aveva otto molotov. I ragazzi dell' istituto Carlo e Nello Rosselli di Aprilia sono fuggiti per il grande spavento, mentre un loro compagno di scuola - appena 15 anni - è stato fermato dopo aver fatto esplodere tre di quelle bombe. Che non hanno causato danni più gravi dei muri anneriti dell' aula di informatica né feriti solo perché il combustibile utilizzato non era benzina.

 

Altrimenti le conseguenze potevano essere drammatiche. Non a caso il ragazzo, portato nella caserma dei carabinieri e in serata accompagnato al centro di prima accoglienza di Roma, è accusato di strage e porto abusivo di esplosivo. Così ha deciso la Procura presso il Tribunale per i minori.

 

LA RICOSTRUZIONE

Erano da poco passate le 8 quando il giovane, bocciato nel giugno scorso, ha varcato l' ingresso della scuola di via Carroceto. Le telecamere dell' istituto, acquisite dagli investigatori, lo hanno ripreso con uno zaino in spalla e uno in mano. Il giovane è andato in bagno, ha indossato una tuta mimetica - l'abbigliamento adatto per chi vuole compiere un assalto armato - poi urlando, completamente fuori di sé, ha lanciato tre delle molotov che aveva portato.

 

APRILIA - UN 15ENNE LANCIA TRE MOLOTOV NELLA SCUOLA APRILIA - UN 15ENNE LANCIA TRE MOLOTOV NELLA SCUOLA

Le bottiglie incendiarie sono finite tra le scale e all' interno del laboratorio di chimica ed informatica. Un piccolo incendio ha annerito un muro, le fiamme però erano visibili dalle finestre ed è stato un fuggi fuggi generale, quindi è scattato l' allarme. Per fortuna solo un grande spavento, nessun ferito e lievi danni.

 

L'INDAGINE

I carabinieri hanno avviato subito gli accertamenti sulle cause del gesto. Il comandante provinciale dell' Arma, Gabriele Vitagliano, si è recato al Rosselli dove le operazioni erano seguite dal tenente colonnello Riccardo Barbera del reparto territoriale di Aprilia. A Latina, a seguire gli sviluppi del caso, il tenente colonnello Pietro Dimiccoli del nucleo comando. Sembra acclarato che il ragazzo volesse vendicarsi di ripetuti atti di bullismo nei suoi confronti e che abbia scelto il modo più plateale e rischioso.

 

APRILIA - UN 15ENNE LANCIA TRE MOLOTOV NELLA SCUOLA APRILIA - UN 15ENNE LANCIA TRE MOLOTOV NELLA SCUOLA

Per sé e per gli altri. I carabinieri hanno sequestrato il computer dal quale avrebbe scaricato il manuale per realizzare le bombe e fucili da softair, la sua grande passione. Da qui il possesso della mimetica. Le molotov erano costruite alla perfezione, tranne che per il combustibile utilizzato. Il ragazzo, infatti, non avendo benzina ha usato un accelerante che serve per i riscaldamenti ma non crea - per fortuna - l' effetto deflagrazione. Nelle bottiglie c'erano chiodi e pezzi di metallo, l' innesco era costruito con raudi. Le tre esplosioni avvertite nella scuola sono state causate da quelli.

 

IL PROFILO

Un giovane tranquillo, almeno fino a ieri. I problemi a scuola nell'ultimo anno, la bocciatura, una famiglia con genitori operai e senza mai un problema, una sorella. Il giovane non aveva mai dato segni di squilibrio, stando ai racconti di docenti e alunni. Ma proprio loro potrebbero aver rappresentato la classica goccia che fa traboccare il vaso.

 

LE REAZIONI

APRILIA - UN 15ENNE LANCIA TRE MOLOTOV NELLA SCUOLA APRILIA - UN 15ENNE LANCIA TRE MOLOTOV NELLA SCUOLA

Lo conferma la dirigente scolastica, Viviana Bombonati, visibilmente provata: «Non si è presentato ad una interrogazione programmata, concordata con gli altri compagni, e di conseguenza come è prevedibile si erano creati degli attriti in classe, ma a quanto ci risulta si tratterebbe di un episodio isolato. Non c'erano stati altri problemi se non il rendimento scolastico dello scorso anno che poi portò alla bocciatura. Cercheremo di capire se si poteva fare di più per questo giovane. È comunque una situazione molto delicata». Oggi l'ala della scuola interessata dall' episodio resterà chiusa. Si è rischiata una strage di Natale.

 

2 – STUDENTE INDOSSA LA MIMETICA E ATTACCA LA SCUOLA CON 8 MOLOTOV

Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti e Edoardo Izzo per “la Stampa”

 

APRILIA - UN 15ENNE LANCIA TRE MOLOTOV NELLA SCUOLA APRILIA - UN 15ENNE LANCIA TRE MOLOTOV NELLA SCUOLA

[…] La scuola, l'Istituto «Carlo e Nello Rosselli», è sotto choc. La preside Viviana Bombonati parla di «tragedia evitata», si chiude tutto il pomeriggio con i docenti per interrogarsi su quanto la scuola avrebbe potuto fare, invita a non dare foto o notizie del giovanissimo per rispettarne la privacy. Difficile non scoprire, però, che Luca ha maturato un tale odio contro i compagni di scuola perché si sentiva bullizzato.

 

«Il suo rendimento scolastico era scarso», ammettono a denti stretti i professori. Il ragazzo aveva perso il primo anno per le frequenti assenze, né andava meglio quest' anno. Pochi giorni fa aveva saltato un' interrogazione programmata e anche stavolta era stato messo in mezzo. Ma basta sentirli, i commenti feroci degli altri ragazzini, per capire quale fosse lo stato d' animo di Luca. Uno di 14 anni del primo anno, suo compagno di classe: «Io non l'ho mai preso in giro. Certo non aveva molti amici, in classe quasi tutti lo evitavano. Era un emarginato e di questo mi sento responsabile».

APRILIA - UN 15ENNE LANCIA TRE MOLOTOV NELLA SCUOLA APRILIA - UN 15ENNE LANCIA TRE MOLOTOV NELLA SCUOLA

 

Un altro: «Abbiamo esagerato con le prese in giro e questo è il risultato. Potevamo morire tutti». Un terzo, impietoso: «Era totalmente pazzo e non parlava con nessuno. Una persona profondamente sola. Sai che cosa c'è? È un ciccio che non rimorchia».

 

Eccola, crudele, la verità vista dagli occhi degli adolescenti. Luca è un bambinone forse troppo cresciuto per la sua età, grassoccio, bruttino. Le ragazzine non lo degnano di uno sguardo. Lui, la sua famiglia operaia, la vita modesta. Si è sentito deriso e si è chiuso in sé stesso. Sognava improbabili rivalse. […] Per fortuna, Luca si è dovuto accontentare di armi inoffensive e non ha trovato un fucile vero come sarebbe accaduto negli Stati Uniti. Non è riuscito a trovare nemmeno la benzina, perché i benzinai non gli hanno riempito la tanica. […]

 

 

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