METTETE IL PANNOLONE AI CANI – IL SINDACO DI SAVONA VIETA AI CANI DI FARE PIPÌ IN CENTRO: 500 EURO DI MULTA AI PROPRIETARI CHE TRASGREDISCONO - GLI ANIMALISTI SONO SUL PIEDE DI GUERRA E SONO SCESI IN PIAZZA PER PROTESTARE CONTRO UNA DISPOSIZIONE CHE, A LORO GIUDIZIO, È “CRUDELE”: I BISOGNI LIQUIDI SONO IMPOSSIBILI DA METTERE IN UN SACCHETTO

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Azzurra Noemi Barbuto per “Libero Quotidiano”

 

IL CANE FA PIPI IL CANE FA PIPI

È una vera vita da cani quella degli oltre 6.500 cuccioli iscritti all' anagrafe canina di Savona e per i quali il sindaco Ilaria Caprioglio ha disposto il divieto di fare la pipì in centro, pena una multa di 500 euro.

 

Sono considerate zone off-limits tutti i marciapiedi del centro storico, le zone pedonali e «tutti gli elementi edilizi/architettonici e di arredo urbano presenti nelle suddette aree», ossia «facciate degli edifici, colonne dei portici, pali e paline, aiuole, panchine, cestini raccogli rifiuti e quant' altro presente», si legge nell' ordinanza. Se i cani sapessero leggere, esclamerebbero: «Non si può più pisciare in pace!».

 

Gli animalisti sono sul piede di guerra e già il 23 dicembre sono scesi in piazza per protestare contro una disposizione che, a loro giudizio, è crudele ed i cui responsabili sono i proprietari dei negozi del cuore della città, che da anni chiedono maggiore pulizia e che le vie centrali, deputate allo shopping e al passeggio, non siano trasformate in latrine pubbliche per i cani che non di rado abbandonano i loro bisogni liquidi davanti agli esercizi commerciali rendendo l' aria - a loro dire - irrespirabile.

 

Ilaria Caprioglio Ilaria Caprioglio

Se i bisogni solidi vengono raccolti con l' apposito guanto e gettati nel cassonetto, quelli liquidi sono impossibili da portare via. Secondo gli animalisti ed i proprietari dei cani esiste un unico modo davvero efficace per impedire che un cucciolo faccia la pipì in centro quando gli scappa: non recarsi in centro. Ecco perché il provvedimento del sindaco è stato considerato alla stregua di un atto che vieta illegittimamente l'accesso alle vie più belle di Savona a coloro che hanno un cagnolino al seguito.

 

Ilaria Caprioglio Ilaria Caprioglio

Caprioglio si è difesa sostenendo che «nessuno vuole escludere i cani dalla città» e che sarà sufficiente, all' occorrenza, «trascinare il cane giù dal marciapiede». Il sindaco non ha considerato però che gli animali non possono dire: «Ehi, scusa, mi scappa la pipì, spostiamoci in strada prima che sia troppo tardi!».

 

Fido, quando deve, la fa lì dove gli capita e non cerca la toilette. Del resto, fanno così anche migliaia di immigrati clandestini che le nostre città sono state costrette ad accogliere sì, ma in strada. Persino in una metropoli decorosa come Milano la puzza di urina in pieno centro è soffocante e non è colpa dei cani, ma degli immigrati che, pur avendo a disposizione a pochi passi i bagni pubblici, decidono di non utilizzarli e di dare libero sfogo in strada, alla luce del sole e sotto gli occhi increduli dei passanti, ai loro bisogni corporali. Non abbiamo pensato a modi efficaci per contrastare questi diffusi fenomeni di inciviltà, ma a Savona ce la prendiamo con i cani che osano fare la pipì senza chiedere il permesso.

 

Nel febbraio del 2015 la Corte di Cassazione si era mostrata comprensiva verso i cuccioli, sottolineando in una sentenza che «è dato di comune esperienza che, per quanto l' animale possa essere bene educato, il momento in cui lo stesso decide di espletare i propri bisogni fisiologici è talvolta difficilmente prevedibile, trattandosi di un istinto non altrimenti orientabile e comunque non altrimenti sopprimibile mediante il compimento di azioni verso l'animale che si porrebbero al confine del maltrattamento».

 

CASSAZIONE CASSAZIONE

In tali circostanze il proprietario del cane è chiamato ad utilizzare il buonsenso, o il senso civico, che coincidono, «riducendo il più possibile il rischio che l' animale possa lordare i beni di proprietà di terzi», come pareti di edifici, macchine parcheggiate, vetrine. Se Fido proprio non ce la fa a trattenerla, il padrone, per evitare conseguenze amministrative o penali, deve essere munito di una bottiglietta d'acqua e farne scivolare il contenuto sulla pipì del suo amico a quattro zampe.

CASSAZIONE CASSAZIONE

 

Per la Suprema Corte, che con tale sentenza nel 2015 ha assolto un uomo dal reato di imbrattamento di un edificio di interesse storico perché costui era dotato di una bottiglietta d'acqua, tale comportamento del padrone sarebbe indice della volontà evidente non solo di non provocare alcun danno ma di minimizzare i danni eventualmente arrecati dal suo cane.

 

Dunque, secondo la Corte di Cassazione, il padrone deve vigilare sul comportamento del suo animale, tenendolo al guinzaglio, cercando di farlo desistere dall' azione, se e fin quando è possibile, e, qualora fido non riesca proprio a trattenerla fino al raggiungimento di un luogo più consono, il proprietario deve lavare via l' urina, manifestando così la volontà di riparare.

 

non e per farci la pipi non e per farci la pipi

Adesso il quesito è: sarà sufficiente un pochino di acqua per evitare la multa di 500 euro che il sindaco di Savona ha disposto nei confronti dei proprietari dei cani che incautamente urinano all' interno del vasto perimetro del centro città? E se i cani dovessero fare pipì su un' aiuola basterà innaffiarla per non incorrere nella salata sanzione? La questione è tutt' altro che chiara. Sembra che munirsi di bottiglietta e pulire per l' intransigente Caprioglio non sia affatto sufficiente. Nel dubbio qualcuno potrebbe dotarsi di pannolino.

 

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