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CELIACHIA E NAZISMO - CIBO PARACADUTATO DAGLI AEREI
Nel 1944 la seconda guerra mondiale stava volgendo al termine. Anche in Olanda, dove a settembre il governo e la monarchia in esilio ordinarono uno sciopero ferroviario che avrebbe dovuto ostacolare i trasporti delle truppe tedesche.
La liberazione sembrava vicina, i tedeschi decisero di bloccare i rifornimenti di cibo all’Olanda, e i cittadini si trovavano costretti a mangiare poco, pochissimo: “il cibo era l’unica cosa che contava”, ha scritto il giornalista Henri Van Der Zee.
La celiachia era già conosciuta in quegli anni e un pediatra del Juliana Children Hospital dell’Aia, Willem Karel Dicke, scoprì una cosa sorprendente: “Per i bambini celiaci, la carestia era meno severa che per gli altri, e comunque meno dannosa degli effetti del grano. Durante quel periodo, il tasso di mortalità dei bambini che soffrivano di celiachia scese dal 35 per cento a quasi zero. Questo perché mangiango meno in assoluto, si mangiava anche meno pane.
CELIACHIA E NAZISMO - IL DOTTOR DICKE
La celiachia era nota da tempo, ma non c’era consenso scientifico sulle cause, né sulle cure. Il nome deriva dal greco koiliakos, addominale. Oggi sappiamo che la celiachia è una malattia genetica autoimmune, che si manifesta come intolleranza al glutine. Per cui il trattamento è semplice: non assumerne. Ma questo negli anni 40 non si sapeva. Allora infatti come cura si era soliti prescrivere una dieta a base di banane.
I tedeschi in Olanda furono sconfitti il 5 maggio 1945. Tornò la libertà, tornò il pane e con esso la celiachia, che ricominciò a mietere vittime. Diche continuò i suoi studi e insieme ad altri ricercatori scoprì che il problema originale per i celiaci era il glutine, andando a identificare altri tipi di cereali che rispetto al grano potevano essere assunti senza problemi da chi soffriva della malattia.
CELIACHIA E NAZISMO - RAZIONE DI CIBO DURANTE LA GUERRA