NON C’E’ PACE PER IL “BRAVEHEART” SARDO – L’INDIPENDENTISTA "DODDORE" MELONISCOMPARSO DA POCO PER UNO SCIOPERO DELLA FAME IN CARCERE, SARA’ PROCESSATO LO STESSO - PER UN CAVILLO DELLA BUROCRAZIA I GIUDICI SAREBBERO ANCORA IN ATTESA DEL CERTIFICATO DI MORTE...

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Francesco Specchia per Libero

 

SALVATORE DODDORE MELONI SALVATORE DODDORE MELONI

Per un soffio grottesco del destino, il caso di Doddore Meloni, indipendentista sardo spirato, nell'oblio dei media, per sciopero della fame e della sete, ricorda agli storici il caso del Sinodo del cadavere. Solo che qui non siamo nel 897, anno in cui la salma di Papa Formoso, riesumata e ritta davanti a giudici implacabili, subì un processo per sacrilegio. No. Qui il sacrilegio è riferito alla dignità di un sognatore dai sogni sbagliati. Questa è la triste storia di Salvatore «Doddore», un sardo di Terralba, fiero e un po' matto; il quale, dopo un decesso già avvolto di vergognosa indifferenza, si trova oggi ad essere oggetto di un processo «per falsa attestazione sul gratuito patrocinio».

 

salvatore doddore meloni salvatore doddore meloni

Processo non estintosi -come vorrebbe la legge per morte del reo- ma rinviato a lunedì prossimo davanti al Tribunale di Oristano; e questo soltanto perché i giudici sono ancora in attesa del suo certificato di morte. Processato anche dopo morto. Doddore giace nella tomba e la burocrazia, ferocemente, continua ad infierire. Certo, la sua legale, Cristina Puddu, ha avuto uno scatto d' orgoglio, annunciando di voler presentare istanza di incostituzionalità. «Questa formula» spiega l' avvocato «è in netto contrasto con quanto sancisce la Costituzione laddove dice che una persona deve ritenersi innocente sino a quando a suo carico non viene pronunciata una condanna definitiva.

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Ho deciso quindi di sollevare un problema di costituzionalità che verrà riproposto in tutti i procedimenti ancora aperti a carico di Doddore Meloni, oltre una ventina». Doddore sarebbe stato ancora «imputato», non «reo»; e ciò contrasterebbe con l' articolo della Costituzione che prevede la non colpevolezza fino alla condanna. Certo, adesso si tenterà di preservare l' onore di Meloni, almeno quello. Ed andranno oltre il semplice abbraccio cristiano tutti quei riti che ne hanno accompagnato il funerale: le bandiere coi quattro mori accanto a quelle della Liga Veneta, gli applausi sul sagrato dagli autonomisti , l' omelia in vernacolo del parroco Don Zuncheddu, atto d' amore e di rispetto per l' indipendentista finzas ai s' ossos, l'«indipendentista fino alle ossa».

 

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Certo, l' ultima ingiuria della burocrazia (con tanto di spreco di soldi per le procedure, e di onore per chi le attiva in barba al buonsenso) a cadavere ancora caldo, be', diciamo che non smuove la pietas. A 74 anni, Doddore Meloni del Maris, con la sua faccia da Asterix della Sardegna, è morto senza le lacrime dello Stato che pure lui non aveva mai riconosciuto. Le sue condanne per evasione fiscale e false attestazioni, la carcerazione e la morte ricordano la vicenda di un' altra vittima di questa giustizia a difesa della sovranità di Stato: Giuseppe «Bepin» Segat, il Serenissimo che assaltò il campanile di San Marco. Sono stati entrambi rivoluzionari, pur se di una rivoluzione tutta loro.

 

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Qualcuno ricorda che il figlio di Donat Cattin e lo stesso Giacomo Feltrinelli saltato su un traliccio nel tentativo di piazzare una bomba, ebbero, dal punto di vista delle persecuzione dello Stato, destini diversi. Il Fato di Meloni attende ancora il finale...

 

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