PATTY CHIARI E AMICIZIA LUNGA - LA D’ADDARIO DIFFAMATA DA “PANORAMA” CHE ORA DOVRA’ VERSARLE 55 MILA EURO PER AVER TEORIZZATO UN COMPLOTTO DIETRO LE MOSSE DELLA ESCORT BARESE

Gli autori degli articoli, si legge nella sentenza, sostenevano la tesi che l’incontro tra la D’Addario e Berlusconi e l’emersione della vicenda sul piano mediatico non fossero frutto di coincidenze ma il risultato di un complotto organizzato da “personaggi eccellenti con ruoli diversi”…

Condividi questo articolo


G.F. per “la Repubblica

 

BERLUSCONI silvio BERLUSCONI silvio

Nessun complotto. Anzi, le sue dichiarazioni furono tanto scomode che l’allora procuratore di Bari Laudati è sotto inchiesta per aver rallentato le indagini. Per questo Panorama dovrà risarcire Patrizia D’Addario con 55mila euro. Lo hanno deciso i giudici del tribunale civile di Milano che hanno condannato la Arnoldo Mondadori Editore e due giornalisti per tre articoli pubblicati nel febbraio del 2010 e ritenuti diffamatori nei confronti della D’Addario che ora dovrà essere risarcita con 55mila euro.

 

PATRIZIA D ADDARIO - corriere PATRIZIA D ADDARIO - corriere

A presentare la denuncia era stata la donna (rappresentata dall’avvocato Fabio Campese) che si riteneva diffamata da tre articoli ‘Operazione D’, ‘Complotto in 3 mosse’, ‘I vizietti di Patrizia’, nel quale si faceva riferimento a un possibile «complotto » ai danni dell’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, con il quale la D’Addario aveva raccontato di aver passato la notte nelle feste organizzata da Gianpaolo Tarantini. Senza alcuna «prova», dicono oggi i giudici, veniva adombrata la possibilità che la D’Addario fosse stata in qualche modo pagata per quegli articoli.

 

«Gli autori degli articoli si legge nella sentenza - intendevano accreditare la tesi che l’incontro tra la D’Addario e Berlusconi e l’emersione della vicenda sul piano mediatico nazionale ed internazionale non fossero frutto di una mera serie di coincidenze o di casualità», ma fosse il risultato di un complotto, di una manovra, organizzata da «personaggi eccellenti con ruoli diversi » che «attraverso l’ausilio di D’Addario, al tal fine prezzolata, avevano creato le occasioni per la realizzazione degli incontri mercenari al fine di montare un caso mediatico/giudiziario/politico contro l’ex capo del governo».

GIAMPAOLO TARANTINI E MOGLIE ANGELA DEVENUTO E CRISTINA DEL BASSO GIAMPAOLO TARANTINI E MOGLIE ANGELA DEVENUTO E CRISTINA DEL BASSO

 

Una tesi che però non ha alcun fondamento secondo i giudici di Milano e che ha provocato un ingiusto danno alla D’Addario. Sostengono infatti che l’esistenza del complotto non è dimostrata, così come quella delle indagini su una presunta «manovra politico giudiziaria».

 

«Parti convenute fa notare il Tribunale di Milano non hanno allegato documentazione a riscontro della asserita sussistenza di una “inchiesta riservata” della procura di Bari, coordinata dall’ex procuratore capo Laudati, a carico di Patriza D’Addario per i reati di calunnia o altro in relazione ai fatti afferenti la persona dell’ex presidente del Consiglio Berlusconi».

 

ANTONIO LAUDATI ANTONIO LAUDATI

Ecco allora la conclusione a cui giungono i giudici: «Sulla base dei riscontri illustrati non può dirsi raggiunta la prova della sussistenza del “complotto” e delle conseguenti indagini giudiziarie, rappresentati come sussistenti e provati negli stampati in esame ed è, per contro, emersa la sussistenza di condotte di inquinamento e di intralcio proprio ai danni delle indagini svolte in cui si inserivano le dichiarazioni della D’Addario».

 

Dicono quindi i giudici che le dichiarazioni della escort contro Berlusconi tanto erano vere che oggi esiste un processo che vede imputato il procuratore di Bari dell’epoca, Antonio Laudati, con l’accusa di aver rallentato le indagini per favorire l’ex Cavaliere.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…