"E' BOSSETTI L’ASSASSINO DI YARA", LA PROCURA INSISTE E AL PROCESSO D'APPELLO IL MURATORE SI SCAGLIA CONTRO IL PG: "DICE SOLO IDIOZIE" - BOSSETTI SI E’ PRESENTATO IN AULA ABBRONZATISSIMO E MAGRO: CONTRO DI LUI RESTA SOLO LA PROVA DEL DNA

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Luca Fazzo per il Giornale

 

yara gambirasio yara gambirasio

Q uanto impiega un furgone Ducato a percorrere quattrocento metri? Due minuti, tre minuti? Eppure è nei quattrocento metri che separano la palestra di Brembate dalla casa di Yara Gambirasio, che succede tutto: Bossetti che passa per caso e si ferma, Yara che con l' imprudenza dell' adolescenza accetta il passaggio perché fa freddo, poi «una frase o un gesto sbagliato che ha scatenato la reazione di Yara»: e allora Bossetti tira dritto, non la porta a casa ma verso la morte nel campo di Chignolo d' Isola.

 

Così è andata, per la procura generale di Brescia: e per questo Massimo Bossetti deve restare in carcere tutta la vita.

massimo bossetti massimo bossetti

 

Confermate la «ineccepibile» condanna all' ergastolo, chiede ieri il pg Marco Martana ai giudici e ai giurati. Ma quella scena iniziale, così come la immagina l' accusa, fatica a stare in piedi. E ancora meno, a ben guardare, sta in piedi la scena finale, con Bossetti che picchia Yara e poi la colpisce con una lama, senza affondare, tagliuzzandola, e si ferisce anche lui: e poi, svenuta ma viva, la scaraventa nel campo, col rischio che si riprenda e scappi a chiedere aiuto e a accusarlo.

MARITA COMI MARITA COMI

 

Certo, sul tavolo dell' accusa c' è il Dna che incastra il muratore al 99 virgola 9 periodico: sugli slip e sui leggins della ragazzina c' era il liquido biologico del muratore di Mapello, (in primo grado si era pensato fosse sperma, adesso l' accusa dice che era sangue). E da questo non si scappa, a meno di non mettere in discussione principi scientifici riconosciuti e applicati in tutto il mondo.

 

yara gambirasio yara gambirasio

Ma ieri, nell' aula della Corte d' assise d' appello di Brescia, scienza e fatti concreti sembrano viaggiare in direzioni opposte. Su un piatto il Dna, l' inesorabile Dna. Dall' altro le incongruenze di un delitto senza logica e senza movente, a meno di non prendere per tale la «non indifferenza» di Bossetti al fascino delle ragazzine, testimoniata peraltro da un solo accesso a un sito porno. Ma perché proprio quella sera e proprio con Yara, che non doveva essere lì e che anche secondo l' accusa Bossetti non conosceva, la «non indifferenza» si sia trasformata in un delitto scomposto e feroce, il pg non lo spiega.

 

leggings di yara leggings di yara

Tutto il resto del materiale d' accusa non sono prove, al massimo indizi e forse nemmeno quelli. Sembra saperlo il pg e lo sa anche Bossetti, che infatti perde la calma - e in tre anni è la prima volta - quando il pubblico accusatore si mette a ricostruire a modo suo la faccenda delle fibre trovate sui leggins di Yara, compatibili per i periti con quelle dei sedili del Ducato: nella requisitoria quel «compatibili» diventa un «combaciano», che oggettivamente è un' altra cosa, e sarebbe davvero una prova. Così l' imputato salta in piedi, protesta ad alta voce, «vengono qui a dire queste idiozie», e il presidente della corte minaccia di cacciarlo.

 

Bossetti è sempre più magro, quasi abbrustolito dal sole dell' ora d' aria. La moglie Marita due panche dietro, la madre e la sorella a portata di occhi. L' unica prova nuova che i suoi legali hanno portato nell' aula del processo d' appello è una foto scattata dal satellite nel gennaio del 2011, dove il corpo di Yara nel campo di Chignolo non si vede.

 

bossetti bossetti

Era altrove, già morta e poi spostata chissà perché nel campo? Ma per il destino di Bossetti poco cambia, e infatti né la Procura né i familiari di Yara si oppongo ad acquisire la prova. La partita vera ancora una volta, come in primo grado, è tra quei due elementi che sembrano in conflitto insanabile, le diciotto tracce di Dna molecolare che incastrano, e il nulla assoluto che spieghi e confermi la prova scientifica.

 

Anche nella requisitoria del procuratore generale tutto è ipotetico, sfumato: è provato che la sera del 26 novembre 2010 Bossetti era dalle parti della scomparsa di Yara, ma non proprio lì, «nella zona, nel giro di qualche chilometro»; il furgone ritratto dalle telecamere somiglia a quello di Bossetti, ma gli assomiglia solo, una macchia è più piccola, «ma la ruggine si potrebbe essere allargata»; le microsfere metalliche trovate sui vestiti di Yara sono come quelle che usa Bossetti al lavoro, ma più piccole: e via di questo passo. Basta, per un ergastolo? Si riprende giovedì.

massimo bossetti massimo bossetti BOSSETTI BOSSETTI yara gambirasio yara gambirasio YARA GAMBIRASIO BOSSETTI YARA GAMBIRASIO BOSSETTI

 

il furgone di massimo bossetti il furgone di massimo bossetti

 

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