"SCUSA, POSSO SISTEMARTI GLI OCCHIALI?" - PAOLO COLONNELLO DELLA "STAMPA" RACCONTA QUELLA VOLTA IN CUI IL MILIARDARIO LEONARDO DEL VECCHIO PROPRIO NON SEPPE RESISTERE: "ERAVAMO SUL SUO SUPER YACHT DI UNA SESSANTINA DI METRI, TIRÒ FUORI UN PICCOLO CACCIAVITE E IN UN ATTIMO LI RADDRIZZÒ. 'CERTI MESTIERI NON SI DIMENTICANO' MI DISSE SODDISFATTO RIPONENDO L'ATTREZZO…"

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Paolo Colonnello per “La Stampa

 

L IMPERO DI LEONARDO DEL VECCHIO L IMPERO DI LEONARDO DEL VECCHIO

«Scusa, posso?». Se c'era una cosa che Leonardo Del Vecchio proprio non poteva sopportare erano gli occhiali storti. Così me li prese delicatamente dal viso, aprì un cassetto del Moneikos, il super yacht di una sessantina di metri su cui eravamo ospiti, tirò fuori un piccolo cacciavite e in un attimo li raddrizzò.

 

LEONARDO DEL VECCHIO LEONARDO DEL VECCHIO

«Certi mestieri non si dimenticano» mi disse soddisfatto riponendo l'attrezzo. «Pensa che ogni tanto mi metto perfino dietro ai banconi dei miei negozi così capisco meglio le esigenze dei clienti...».

 

Era il 2002, e Del Vecchio regnava su un impero di oltre 40 mila dipendenti sparso in tutto il mondo. Il patto era stato implicito: ci si frequenta ma ciascuno dimentica i mestieri che fa. Conoscere Del Vecchio, diventarne quasi amico, fu una di quelle stranezze della vita che mi capitarono quando nacque il mio primo figlio.

 

LEONARDO DEL VECCHIO LEONARDO DEL VECCHIO

Le nostre compagne - lui all'epoca stava con Sabina Grossi, donna di grande sensibilità e intelligenza - erano diventate amiche grazie al corso preparto e così per qualche anno ci siamo frequentati: io giovane papà con le ansie del caso, lui papà attempato e già con tanti figli.

 

In nome di Luca, l'ultimo arrivato, Del Vecchio combatteva la sua innata riservatezza aprendo casa e ville ai giovani amici della compagna nel tentativo di una vita "normale" che in realtà non gli era concessa essendo a 68 anni già un mito da un pezzo.

 

LEONARDO DEL VECCHIO CON LA MOGLIE NICOLETTA LEONARDO DEL VECCHIO CON LA MOGLIE NICOLETTA

Week end passati insieme, quasi come due coppie qualsiasi, a chiacchierare di bambini e di imprese (le sue). Una sera venne anche a casa nostra, un appartamento di 100 metri quadrati, lui abituato a vivere in un palazzo di oltre mille metri dietro Piazza Duomo, per una cena di pesce offerta su una scomoda sedia di legno pieghevole in cucina.

 

Serata memorabile, piena di aneddoti e risate con un uomo di grande ricchezza interiore, che se ne andò ringraziando: «Sono stato a mio agio». La semplicità in fondo era il suo segreto.

 

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