RESISTENZA, SE NON SU-ORA QUANDO? - NEL NOME DI DIO E DELLA LOTTA PARTIGIANA, LE INCREDIBILI AVVENTURE DELL’AGENTE SEGRETO CARLA DE NONI: LA GIOVANE MONACA FU ARRUOLATA NEL SERVIZIO X DEI PARTIGIANI, SFUGGI’ A DIVERSI AGGUATI DEI FASCISTI E DEI TEDESCHI – FU GRAVEMENTE FERITA A 5 GIORNI DALLA LIBERAZIONE E DATA PER MORTA: LA SUA GUARIGIONE E’ UN MIRACOLO RICONOSCIUTO DALLA CHIESA - QUEL SORRISO DETURPATO DALLA MUTILAZIONE AL MENTO - IL LIBRO

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Luigi La Spina per La Stampa

 

Sole, nuvole, vento e il profumo del mare.

suor carla de noni suor carla de noni

Quella mattina si erano svegliati tutti insieme per accompagnare, a cinque giorni dalla Liberazione, suor Carla verso il trenino che doveva portarla a Mondovì. Nella borsa, pochi viveri e una bottiglia di vino; nascosta sotto la veste, la busta con i messaggi da consegnare ai partigiani.

 

Appena il piccolo convoglio si mosse, il rombo dell' aereo degli Alleati coprì le voci dei pochi passeggeri. Poi, le raffiche della mitragliatrice, le urla di dolore, il sangue sul volto devastato della suora, incosciente, stesa immobile nel corridoio del vagone.

 

Suore coraggiose Era la fine di un miracolo terreno, quello della sopravvivenza dell' agente segreto suor Carla De Noni nei mesi più drammatici della Resistenza, medaglia d' argento al valor militare. Cominciava quella di un miracolo divino, quello della sua guarigione, riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa.

 

La storia raccontata da Daniele La Corte, nel suo libro Resistenza svelata (Fusta editore, pp. 319, 17,90), ritaglia la straordinaria figura di una monaca trevigiana, trasferita nel Basso Piemonte, che viene arruolata dal Servizio segreto X, l' organo di intelligence dei partigiani del Nord Italia, fondato da Aldo Sacchetti e Dino Giacosa. Una vicenda che l' autore raccoglie, con acuta sensibilità giornalistica, da testimonianze orali e da vecchi documenti, espressiva, nel pur ristretto scenario tra il Mar Ligure e i monti del Cuneese, dell' intera gamma dei sentimenti, delle passioni, della paura e del coraggio, degli eroismi e delle crudeltà che squassarono, in quei mesi, l' Italia intera durante la stagione forse più terribile della sua storia nel secolo scorso.

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Un mondo lontano dalle scintillanti imprese di un James Bond in vesti monacali, impastato di fango, di neve, di freddo, di terrore per gli agguati delle camicie nere e dei tedeschi a cui suor Carla sfugge, qualche volta con incosciente sfacciataggine, qualche altra per pura fortuna. Attorno a lei, storie prevalentemente di donne, consorelle coraggiose come quelle del santuario di Santa Lucia a Villanova Mondovì, ma anche di ragazze belle e intrepide, come Ninì, figlia del proprietario di un caffè a Cuneo, spie sottoposte al fuoco incrociato di opposti sospetti. Quelli dei fascisti, naturalmente, ma anche quelli dei partigiani che, ignari dello scopo, biasimavano le loro pubbliche frequentazioni con ufficiali delle SS a cui cercavano di carpire preziosi segreti.

 

Tra tutte quelle giovani donne, guidate da suor Carla, emerge la figura di Jole, troppo in pericolo tra quelle montagne e, perciò, trasferita a Pietra Ligure, con un falso attestato di infermiera, nel grande ospedale Santa Corona. È qui che il racconto dell' autore si piega, in maniera commuovente e amara, sull' assistenza, alla fine inane, che Jole pratica nei confronti di una ragazzina ebrea, ricoverata per un inizio di tubercolosi. Sara Dana viene protetta e nascosta per impedire che sia identificata durante le violente irruzioni dei nazifascisti tra le corsie del nosocomio in cerca di ebrei da mandare a morire nei lager. Un giorno, però, sfuggita all' attenzione di Jole, Sara commette l' imprudenza che le sarebbe stata fatale, spedendo una cartolina, con il luogo dove era ricoverata, all' indirizzo milanese della madre. La portinaia del caseggiato dove erano rimasti i suoi familiari, spia dei fascisti, la intercetta e, per tutti, la sorte è segnata nel campo di Auschwitz.

 

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Amore e sacrificio Gli ultimi giorni prima del 25 aprile sono proprio quelli in cui l' umanità, in quel mondo, sembra sparire. Da una parte, i nazifascisti, sentendo arrivare la sconfitta, esorcizzano la paura esacerbando crudeltà inaudite sulle loro vittime.

 

Dall' altra, l' ansia per una vendetta covata a lungo si sfoga in una guerra dove ogni codice, civile o militare, viene ignorato. Così, nel racconto di La Corte si alternano episodi commuoventi, di grande amore e solidarietà, come la salvezza di una neonata abbandonata nei boschi sotto la neve, trovata dai partigiani e curata dalle suore, a vicende drammatiche, come, appunto, la spietata caccia agli ebrei in ospedali e chiese.

 

Le storie rotolano nel libro soprattutto attraverso la coscienza semispenta di suor Carla, tra i sogni, i ricordi e i fantasmi di una guarigione che, persino al laico medico Matteo Fenoglio, amorevole dottore al suo capezzale per travagliate settimane, risulta inspiegabile, se non per l' intercessione di «quel don Rinaldi», il successore di don Bosco alla guida dei salesiani.

 

Quando suor Carla riesce a uscire dal convento per andare a votare alle amministrative del marzo 1946, la prima volta che in Italia è permesso alle donne, viene accolta da una grande festa. Lei, col sorriso deturpato dalla mutilazione al mento, non si nasconde agli auguri e agli abbracci, ripetendo le parole che pronunciava sempre la superiora madre Margherita: «Il distintivo di una missionaria della Passione deve essere l' amore e il dolore, perché la misura dell' amore si deve al sacrificio».

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