ROMA BULLIZZATA DAI CASAMONICA - IN AULA, AL PROCESSO PER LESIONI E VIOLENZA PRIVATA, ANTONIO CASAMONICA, RAMPOLLO DEL CLAN, INVEISCE CONTRO LA DISABILE PICCHIATA ALLA ROMANINA: “DI' CHE TI HO AIUTATO…” - LA DONNA ERA STATA PRESA A CALCI PER AVERE DIFESO IL PROPRIETARIO DEL LOCALE - AVEVA APPENA DETTO AL GIUDICE: “SANNO DOVE ABITO, HO ANCORA PAURA” - VIDEO

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CASAMONICA - AGGRESSIONE IN UN BAR A UNA DONNA DISABILE

Sa. Men. per “il Messaggero”

 

ARRESTO DI ANTONIO CASAMONICA ARRESTO DI ANTONIO CASAMONICA

«Dì che ti ho aiutato», ha urlato dalla gabbia dei detenuti Antonio Casamonica alla teste che aveva appena detto di «avere paura del clan». Spavaldo, occhi rivolti al pubblico e ai familiari assiepati in fondo all' aula, richiamato più volte dalla corte, Antonio Casamonica, accusato di lesioni e violenza privata aggravate dal metodo mafioso per il raid in un bar di Roma avvenuto il primo aprile scorso, si è rivolto con violenza a Simona R.

la donna malmenata per aver difeso il titolare del bar.

 

«SANNO DOVE ABITO» Presa a calci e pugni da Alfredo Di Silvio, condannato ieri assieme al fratello a 4 anni e 8 mesi. La donna, già molto spaventata, aveva chiesto di deporre a porte chiuse, senza la presenza di giornalisti e familiari dei Di Silvio. Ma le urla sono arrivate comunque: «So che hanno preso il mio indirizzo» ha detto rispondendo alle domande del pm Giovanni Musarò: «Nessuno si è opposto - ha detto - nessuno dei presenti ha fatto nulla mentre mi aggredivano».

ARRESTO DI ANTONIO CASAMONICA ARRESTO DI ANTONIO CASAMONICA

 

Dalla paura, o meglio dall'ammissione della paura, è segnata anche la testimonianza di Marian Roman, il marito della proprietaria del bar che quella domenica era dietro al bancone e non ha soccorso Simona, finendo per essere picchiato anche lui: «Avevo paura. I Di Silvio mi dissero non ti scordare che questa è zona nostra, poi mi hanno preso a calci e pugni», ha raccontato.

 

Nel corso dell'audizione l'uomo ha risposto molto spesso tremando, qualche volta a monosillabi: «Ricordo che Casamonica era entrato e mi chiese un pacchetto di sigarette - ha aggiunto - ma mi diede cento euro, io non avevo il resto. Proprio in quel momento i due Di Silvio cominciarono a fare gli sbruffoni con una cliente.

ARRESTO DI ANTONIO CASAMONICA ARRESTO DI ANTONIO CASAMONICA

 

Poi la presero a calci. In un primo momento Casamonica si intromise dicendogli di lasciarla andare, poi non ha fatto nulla. Io non sono intervenuto perché avevo paura. Ho cercato di uscire dal locale ma mi hanno bloccato. Chi era fuori non è intervenuto. Io temevo che i Di Silvio potevano tornare armati, mi avevano minacciato di morte e avevano detto: Chiudi questo bar».

 

«SOLIDARIETÀ SOTTOVOCE»

L'unica a rispondere senza esitazione è stata Roxana, la proprietaria del locale, che per prima ha trovato il coraggio di denunciare, ha affermato di avere compreso «solo ora con chi ha a che fare». Parlando di Casamonica ha detto che spesso passava al bar per le sigarette.

 

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«Lui aveva atteggiamenti da spaccone - ha detto la donna - ma non creava problemi come i Di Silvio. Loro erano fastidiosi. Una volta se la sono presa con un vecchietto». Per questa vicenda ha avuto danni «materiali per 6 mila euro ma anche di immagine per clientela. Abbiamo dovuto - ha aggiunto - chiudere il locale per due giorni. Non voglio che i miei figli crescano nella rassegnazione che si respira alla Romanina. Tante persone, dopo che ho trovato il coraggio di denunciare, mi hanno detto brava, hai fatto bene ma me lo hanno sempre detto a bassa voce».

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