AL ROTOTOM DI VALENCIA, IL PIÙ GRANDE FESTIVAL REGGAE D’EUROPA, L’EBREO AMERICANO MATISYAHU NON POTRÀ SUONARE – È UNA PIPPA ALLE TASTIERE? NO, SI È RIFIUTATO DI REGISTRARE UN VIDEO IN CUI PROCLAMA CHE I PALESTINESI HANNO DIRITTO A UNO STATO INDIPENDENTE

A protestare contro la sua presenza alcune organizzazioni anti-sioniste della Spagna e il partito che esprime il sindaco di Valencia. L’organizzatore del festival, l’italiano Filippo Giunta, ha pensato di uscirne chiedendo a Matisyahu di fare una dichiarazione. Ma il musicista si è rifiutato…

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Francesco Olivo per “la Stampa

 

MATISYAHU MATISYAHU

Per poter esibirsi al Rototom, il festival reggae più importante d' Europa, può non bastare esserne invitati. Al cantante americano Matisyahu è stato chiesto (preventivamente) qualcosa in più: una dichiarazione a favore della creazione di uno Stato di Palestina.

 

Matisyahu è un ebreo di New York, proviene da una famiglia molto religiosa e nel passato si è dichiarato a favore della politica di Israele. Fatti inaccettabili per alcune organizzazioni antisioniste della zona di Valencia, in testa la Bds (alla guida del boicottaggio contro lo Stato ebraico), che ha protestato con vigore contro la presenza del musicista, minacciando proteste clamorose nel giorno del concerto. La petizione partita dai social network ha trovato adesioni anche tra altri artisti, pronti a disertare la rassegna pur di non dover dividere la scena con il collega ebreo.

MATISYAHU MATISYAHU

 

Appoggio politico anche da Compromís, il partito che esprime il sindaco di Valencia.

Per uscire dalla tenaglia, il Rototom invia una lettera al cantante chiedendo «una dichiarazione scritta o video nella quale si esprima in modo chiaro che i palestinesi hanno diritto a uno Stato e di essere a favore della pace tra il popolo israeliano e quello palestinese». Matisyahu rifiuta di sottoporsi al questionario e il concerto viene cancellato, sostituito dall' esibizione di una cantante giamaicana. Sulla sua pagina Facebook l' artista americano risponde agli organizzatori con la domanda: «Avete chiesto dichiarazioni politiche ad altri artisti invitati?»

ROTOTOM ROTOTOM

 

Se gli antisionisti festeggiano («Lacrime di felicità», scrivono sui social), la polemica scoppia durissima e arriva fino agli Stati Uniti. Il Congresso ebraico mondiale parla di antisemitismo: «Un artista ha diritto alle proprie opinioni». Solidarietà a Matisyahu anche dalla Regione di Valencia.

 

«È una sconfitta di tutti - dice il fondatore del Rototom, l' italiano Filippo Giunta - ci siamo trovati tra due estremismi. Da una parte un'associazione, che con toni e ragionamenti violenti incitava al boicottaggio contro di noi. E dall' altra un artista che, davanti alla nostra legittima domanda di condanna della guerra, non ha risposto».

ROTOTOM ROTOTOM

 

A quel punto - continua Giunta - la decisione di annullare «un concerto che avrebbe generato un conflitto certo. Non abbiamo detto no a Matisyahu in quanto ebreo o sionista».

 

ROTOTOM ROTOTOM

Non c' è pace per il Rototom , da più di vent' anni il più grande evento del movimento reggae in Europa. La storia nasce in Friuli Venezia Giulia nel 1994, ma il successo è sempre stato accompagnato dall' ostilità più o meno esplicita di politici e autorità locali. Perquisizioni, controlli, divieti: Giunta fugge nel 2011 da «una persecuzione», come dice lui, e porta la sua creatura a Benicàssim, nella regione di Valencia, in Spagna, un luogo più tollerante verso il popolo reggae. Poi, però, la politica invade di nuovo i cancelli della musica.

Filippo Giunta - patron e inventore nel 1994 del Rototom Reggae Festival Filippo Giunta - patron e inventore nel 1994 del Rototom Reggae Festival

 

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