STOCCOLMA DI RABBIA - PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA DELLA SVEZIA UN PARTITO DI ESTREMA DESTRA, CHE AFFONDA LE RADICI NEI MOVIMENTI NEONAZISTI NORDICI DEGLI ANNI 90, NEI SONDAGGI È LA PRIMA FORZA POLITICA DEL PAESE - SUPERATI I SOCIALDEMOCRATICI CHE SCIVOLANO AL MINIMO STORICO - IL VIDEO PROMOZIONALE DELLA CITTADINA DI STAFFANSTORP CHE SI PROPONE ALLE FAMIGLIE SVEDESI “DOC” STANCHE DEI MIGRANTI…

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1 - SVOLTA STORICA, L'ULTRADESTRA DIVENTA IL PRIMO PARTITO

Monica Perosino per “la Stampa”

 

Jimmie Akesson Jimmie Akesson

Per la prima volta nella storia della Svezia un partito di estrema destra, che affonda le radici nei movimenti neonazisti nordici degli Anni 90, è diventato la prima forza politica del Paese. I Democratici svedesi guidati da Jimmie Åkesson hanno superato i Socialdemocratici del premier Löfven, attualmente al governo. Secondo l' ultimo sondaggio della Demoskop, il partito di estrema destra ha oggi il sostegno del 24 per cento degli elettori, un nuovo record nella crescita verticale del partito. Il sondaggio sancisce un altro primato, in questo caso negativo: i Socialdemocratici scivolano al 22,2% delle preferenze di voto, la percentuale più bassa di sempre.

 

«Non sono sorpreso - ha detto il leader dei Democratici svedesi. Questo risultato consolida il ruolo del partito come vera e unica opposizione al partito socialdemocratico, che ha dominato la politica svedese dagli Anni 30. Noi abbiamo discusso in modo costruttivo sulla criminalità delle gang, sull' aumento della sicurezza e su una politica migratoria che in Svezia non funziona da troppi anni». Åkesson non riesce a trattenere un sorriso quando ricorda che da sempre ad opporsi all' egemonia dei rossi «c' erano solo i Moderati e Reinfeldt, ora ci siamo noi».

 

Jimmie Akesson 2 Jimmie Akesson 2

Tra gang e sicurezza Su un'unica cosa i Democratici svedesi e i Socialdemocratici concordano: il risultato del sondaggio sarebbe un effetto diretto dell' ondata di sparatorie tra gang che hanno colpito il Paese negli ultimi mesi. Per l' ultradestra la prova che gli svedesi vogliono più sicurezza, per la sinistra e il centro l' effetto della demagogia che punta tutto sull'«immigrazione cattiva» e sui «valori tradizionali strumentalizzati».

 

Solo una settimana fa un 15enne è stato ucciso a colpi d' arma da fuoco in una piazza nel centro di Malmö, una zona piena di bar e ristoranti e molto frequentata. Le parole che hanno contraddistinto l' ondata di indignazione nazionale sono state soprattutto due: «gang» e «immigrati», come causa della violenza.

 

JIMMIE AKESSON - SVERIGEDEMOKRATERNA JIMMIE AKESSON - SVERIGEDEMOKRATERNA

E mentre la Danimarca ripristinava i controlli alle frontiere per l' aumento della criminalità a Malmö, e la polizia svedese lanciava l' operazione Hoarfrost per ridurre il numero di esplosioni e sparatorie in Svezia (cresciute negli ultimi mesi), gli analisti di Demoskop chiedevano agli elettori: «Per quale partito voteresti se le elezioni parlamentari si tenessero oggi?».

 

2 - IN SVEZIA IL VILLAGGIO VIETATO AI MIGRANTI

Mirko Molteni per “Libero quotidiano”

 

Dalla Svezia nuovi segnali confermano come l' eccessiva immigrazione extraeuropea renda più ardua l' integrazione, mandando in crisi irreversibile il modello multiculturale. Fa discutere la campagna promozionale attuata da una cittadina di provincia per proporsi come "città modello" per famiglie svedesi "doc".

 

LA SVEZIA CONTRO I MIGRANTI - IL VIDEO PROMOZIONALE DELLA CITTADINA DI STAFFANSTORP LA SVEZIA CONTRO I MIGRANTI - IL VIDEO PROMOZIONALE DELLA CITTADINA DI STAFFANSTORP

È Staffanstorp, centro di 15.600 abitanti non lontano dalla città di Malmö, quest' ultima teatro di omicidi e stupri compiuti da immigrati dal Medio Oriente e dall' Africa. Per un intuibile contrasto con la vicina metropoli, la municipalità di Staffanstorp, a guida politica imperniata sul partito di centrodestra dei Moderati, ha diffuso un filmato rivolto a famiglie desiderose di ordine e sicurezza, che volessero trasferirvisi. Non è un appello realmente razzista, tuttavia traspare l' insofferenza dello svedese medio nei confronti di tutti i problemi causati dall' afflusso di arabi o africani.

LA SVEZIA CONTRO I MIGRANTI - IL VIDEO PROMOZIONALE DELLA CITTADINA DI STAFFANSTORP LA SVEZIA CONTRO I MIGRANTI - IL VIDEO PROMOZIONALE DELLA CITTADINA DI STAFFANSTORP

 

DALL'INFERNO AL PARADISO

Il filmato è composto da due parti che simboleggiano il contrasto fra le grandi città piene di immigrati e la vita ancora genuina dei centri medio-piccoli, in cui gli svedesi possono ancora sentirsi a casa nel territorio ereditato dai propri antenati. Nella prima parte si vede una scena girata in un cupo bianco e nero in una specie di Bronx, un quartiere malfamato coi muri scrostati e imbrattati.

 

In questo squallore, evocante ben altre latitudini che quelle nordiche, una madre e sua figlia camminano per strada quando vengono molestate da quella che sembra una banda di giovani delinquenti. Non si dice apertamente che sono immigrati stranieri, ma si lascia intuire che probabilmente potrebbero esserlo.

 

LA SVEZIA CONTRO I MIGRANTI - IL VIDEO PROMOZIONALE DELLA CITTADINA DI STAFFANSTORP LA SVEZIA CONTRO I MIGRANTI - IL VIDEO PROMOZIONALE DELLA CITTADINA DI STAFFANSTORP

La scena si sposta nella ridente cittadina e il bianco e nero lascia il posto al colore, a una nuova vita lontana dalle brutture. La famiglia delle due donne ha deciso di trasferirsi a Staffanstrop, fra case linde contornate da giardini. Lì si ritrovano il buon vicinato dei tempi andati e la sensazione di essere fra la propria gente. Una vera ascesa dall' inferno al paradiso che il commento dello spot recita: «Sognare di migliorare la propria vita non è che un sintomo di salute. Ci sono municipi dove la sicurezza, la cura degli anziani, le scuole e gli affari funzionano davvero. Dove gli abitanti sono fieri della loro città. Noi vi diamo il benvenuto con tutto il cuore». E poi: «Staffanstrop, come il resto della Svezia dovrebbe essere».

LA SVEZIA CONTRO I MIGRANTI - IL VIDEO PROMOZIONALE DELLA CITTADINA DI STAFFANSTORP LA SVEZIA CONTRO I MIGRANTI - IL VIDEO PROMOZIONALE DELLA CITTADINA DI STAFFANSTORP

 

Lo spot comunale ha suscitato critiche da parte dei partigiani della società multiculturale, ancora numerosi in Svezia, ma sempre più lontani dagli umori di una parte crescente della popolazione. La giornalista Moa Berglof in vari interventi sul quotidiano Sydsvenskan ha accusato il piccolo comune di speculare sulla cronaca nera di Malmoe, per esempio sulla recente sparatoria in cui è morto un giovane immigrato, e ha anche etichettato la giunta di Staffanstorp come "blu-marrone" in riferimento al colore blu del partito dei Moderati e al marrone-bruno delle famose camicie brune della Germania nazista.

 

I fantasmi di Hitler sono stati evocati anche dal reporter Per Svensson: «Genuina arte domestica, sangue e suolo!». Richiamava uno slogan nazista, tacciando lo spot di propaganda velatamente razzista perché i protagonisti sono bianchi e biondi. Ma il politico locale più noto di Staffanstorp, il consigliere dei Moderati Christian Sonesson, ha subito ribattuto: «Non registriamo l' origine etnica e non pensiamo a quale colore debba avere la gente nei nostri annunci. È strano che una famiglia che cerca sicurezza irriti certi opinionisti più delle tragedie reali».

LA SVEZIA CONTRO I MIGRANTI - IL VIDEO PROMOZIONALE DELLA CITTADINA DI STAFFANSTORP LA SVEZIA CONTRO I MIGRANTI - IL VIDEO PROMOZIONALE DELLA CITTADINA DI STAFFANSTORP

 

A dargli manforte, il parlamentare del partito di destra Svedesi Democratici, Björn Söder: «Lo spot descrive la situazione di molti svedesi e la loro domanda di una società sicura».

gang da esportazione Fra gli utenti Twitter, i comuni cittadini mostrano di capire lo spirito dell' iniziativa. Uno nota: «Quasi ogni persona normale trova lo spot simpatico, ma l' élite diventa isterica».

 

Lo spot di Staffanstorp non è l' unico sintomo che il vento sta cambiando e che il sogno scandinavo del multiculturalismo sta evaporando. Poiché da Malmö molte bande di giovani immigrati hanno preso l' abitudine di passare nella confinante Danimarca per compiervi reati, il governo di Copenhagen ha deciso di ripristinare, almeno temporaneamente, i controlli di frontiera con la Svezia. Il ministri danese della Giustizia, Nick Haekkerup, ha ricordato come già lo scorso giugno ci siano stati due morti in «scontri fra gang di cittadini svedesi» di origine però nordafricana.

 

Un comandante della polizia danese, Lene Frank, parla di 13 attentati dinamitardi compiuti da febbraio a oggi a Copenhagen da bande provenienti dalla Svezia «che trafficano in esplosivi e droga». Il premier svedese Stefan Löfven ha dovuto riconoscere, di fronte alle proteste dei vicini: «Viviamo una situazione grave, gli svedesi debbono sentirsi sicuri, che siano nelle vie, nelle piazze o nei loro quartieri residenziali». E implicitamente dà così ragione a tutti quei suoi concittadini che sognano mille paesini come Staffanstorp.

 

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