SALMAN ABEDI ERA A DUSSELDORF QUATTRO GIORNI PRIMA DELL'ATTACCO ALLA MANCHESTER ARENA - IL TERRORISTA E’ ARRIVATO IN GERMANIA DALLA LIBIA VIA PRAGA - NEI RAID SUCCESSIVI ALL’ATTENTATO, LA POLIZIA BRITANNICA HA TROVATO MATERIALE PER REALIZZARE ALTRE BOMBE - LO SCAZZO TRA WASHINGTON E LONDRA PER LE FUGHE DI NOTIZIE DA PARTE DEI SERVIZI AMERICANI 

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1 - MANCHESTER: MEDIA, ABEDI IN GERMANIA 4 GIORNI PRIMA

SALMAN ABEDI ATTENTATORE DI MANCHESTER SALMAN ABEDI ATTENTATORE DI MANCHESTER

(ANSA) - Salman Abedi era a Dusseldorf quattro giorni prima dell'attacco di Manchester. Lo afferma l'intelligence di Berlino citata da Sky News. Secondo il quotidiano Der Tagesspiegel, Abedi ha lasciato Dusseldorf il 18 maggio per recarsi a Manchester. Il giovane è arrivato in Germania dalla Libia via Praga. Gli 007 tedeschi hanno aperto una indagine per trovare eventuali legami tra Abedi ed elementi dell'estremismo tedesco. "Non è chiaro quanto tempo abbi passato in Germania", si afferma.

                                                             

2 - MANCHESTER: MEDIA, TROVATO MATERIALE PER ALTRE BOMBE

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(ANSA) - La polizia di Manchester ha trovato materiale per realizzare altri ordigni esplosivi nei raid compiuti dopo la strage all'arena. Ne dà notizia l'Independent, secondo cui potevano essere utilizzati in "attacchi imminenti". Sui media del Regno Unito l'ipotesi che circola è che l'appartamento perquisito ieri dagli agenti nel centro della città fungesse da luogo per la costruzione delle bombe.

 

3 - MANCHESTER: ACCUSE PURE A SERVIZI GB, SAPEVANO DI ABEDI

 (ANSA) - Monta la polemica nel quadro delle indagini sulla strage di Manchester non solo sui leak attuali degli 007 Usa, ma anche sulle "occasioni perdute" nei mesi e negli anni scorsi dall'intelligence britannica di poter fermare Salman Abedi prima che diventasse un terrorista suicida. Il Daily Telegraph accusa i servizi di sicurezza di Sua Maesta' di aver mancato almeno "cinque chance" in passato, mentre il Times denuncia che "l'MI5 era stato avvertito" per tempo.

attentato a manchester al concerto di ariana grande 7 attentato a manchester al concerto di ariana grande 7

 

La Bbc cita a sua volta fonti secondo le quali gia' "alcuni anni fa" la polizia di Manchester, e poi i servizi, avevano ricevuto informazioni da cittadini che conoscevano gli Abedi i quali indicavano in particolare l'allora neo-maggiorenne Salman come incline alla violenza e all'estremismo. Secondo altre fonti, pare che pure un parente abbia poi suffragato i sospetti. Infine, "negli ultimi mesi", risulta essere arrivata una segnalazione su discorsi che Salman faceva esaltando l'idea di "morire per una causa". Tutte indicazioni che non sembrano aver tuttavia prodotto azioni investigative concrete.

attentato a manchester al concerto di ariana grande 6 attentato a manchester al concerto di ariana grande 6

 

4 - MANCHESTER: FOTO BOMBA SU NYT, CRESCE IRA GB CON USA

(ANSA) - Cresce l'irritazione del governo britannico per le continue fughe di notizie sull'attentato di Manchester da parte dell'intelligence americana, anche dopo il monito del ministro degli Interni britannico Amber Rudd: l'ultima e' quella delle foto dei frammenti dell'ordigno sul New York Times. "Siamo furiosi", confida una fonte di Whitehall al Guardian.

 

Tensione che rischia di aver ripercussioni sulla condivisione dell'intelligence tra i due alleati e sull'incontro oggi fra Donald Trump e Theresa May a margine del vertice Nato. ''Questo - ha aggiunto la fonte - e' completamente inaccettabile. Quelle immagini diffuse dall'interno del sistema Usa saranno angoscianti per le vittime, le loro famiglie e un pubblico piu' ampio'. La questione sara' sollevata a tutti i livelli rilevanti dalle autorita' britanniche con la loro controparte Usa''. Le immagini sono state pubblicate sul Nyt poche ore dopo che Rudd aveva chiesto alle autorita' americane di non divulgare informazioni.

attentato a manchester al concerto di ariana grande 5 attentato a manchester al concerto di ariana grande 5

 

5 - MITRA E «STATO D' ASSEDIO» COSÌ LA GRAN BRETAGNASTA PERDENDO LA CALMA IN ATTESA DI UN ALTRO COLPO

Luigi Ippolito per “il Giornale”

 

I mitra pesanti brillano nella luce, tra le fontane e i giardini dei Piccadilly Gardens. Manchester si è svegliata ieri così, in stato d' assedio, con le pattuglie armate che girano attorno alla stazione dei treni o che si affacciano nei negozi sulla la via pedonale del centro, punteggiata di homeless che si stiracchiano al risveglio.

 

La zona vietata attorno all' arena maledetta si è fatta più piccola, ma una vasta area della città rimane ancora del tutto off limits . Dovunque i segni del lutto e della solidarietà, dai fiori sotto la statua della regina Vittoria alle vetrine dell' agenzia immobiliare Hunters, dove sono spariti gli annunci di case sostituti dai cartelli «I love MCR», io amo Manchester.

 

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Tutta la Gran Bretagna è in stato di massima allerta, dopo che il livello della minaccia terroristica è stato innalzato da «grave» a «critico»: il che significa che un nuovo attacco è considerato imminente. La conseguenza immediata è il dispiegamento dei soldati nelle strade, una misura che per molta parte dell' opinione pubblica britannica rappresenta uno choc.

 

I militari in mimetica sono comparsi a Londra attorno a Westminster, a Buckingham Palace e a Downing Street. Il Parlamento è stato chiuso alle visite e la cerimonia del cambio della guardia di fronte al palazzo della regina è stata sospesa fino a nuovo avviso. In tutto il Paese verranno schierati fino a 3.800 soldati, per lo più a guardia di aeroporti e stazioni.

Ma a Manchester sono arrivati anche squadroni delle Sas, le truppe speciali protagoniste delle operazioni in zone di guerra, per dare man forte alla polizia. E ieri pomeriggio si sono visti agenti in T-shirt e volto coperto partecipare a raid contro diversi appartamenti in varie zone della città.

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Ma il governo di Londra è estremamente cauto e consapevole del rischio politico insito nella decisione di schierare le truppe. Già diversi commentatori cominciano a esprimere ad alta voce il disagio di un Paese che va fiero della propria tradizione di poliziotti disamati. E sia la premier Theresa May, che ha ridotto a un solo giorno la sua missione al G7 di Taormina, che la ministra dell' Interno Amber Rudd, hanno fatto capire che l' attuale stato di allerta è una misura temporanea, che potrebbe essere revocata nel giro di una settimana.

 

L' allarme «critico» era stato decretato solo due volte in precedenza: nel 2006, quando venne scoperto il complotto per abbattere aerei di linea, e nel 2007, quando un attentato a Londra sembrò imminente.

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Ma già nel 2003 l' allora premier Tony Blair aveva schierato i soldati all' aeroporto di Heathrow, attirandosi una pioggia di critiche. E anche oggi il timore espresso ad alta voce è di finire come in Francia, dove l' emergenza in vigore da due anni è vista dagli inglesi come «uno Stato di polizia». C' è anche chi teme che l' atteggiamento marziale assunto da Theresa May risponda a un calcolo politico in vista del voto dell' 8 giugno.

 

Resta il problema della prevenzione efficace del terrorismo. Lo stesso governo ha ammesso che l' attentatore era noto ai servizi di sicurezza. Ma si ritiene che i jihadisti presenti in Gran Bretagna siano almeno tremila: e degli 850 che sono andati a combattere in Siria e Iraq nelle file dell' Isis, una buona metà è tornata indietro, forte di una provata esperienza militare. Gli esperti ripetono che l' intelligence sta facendo un lavoro eccellente e che in questi anni sono stati sventati decine, se non centinaia di attentati. Ma è chiaro che la loro capacità è ormai al limite e che sarà difficile intercettare un omicida armato di uno zaino-bomba.

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